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~ LA REDAZIONE DI RC
Il monologo di Voldemort in Harry Potter e la pietra filosofale è uno dei momenti più significativi del film, poiché rappresenta il primo scontro ideologico tra Harry e il mago oscuro. Sebbene Voldemort si trovi in una posizione di estrema vulnerabilità, il suo discorso è intriso di manipolazione, filosofia e potere, offrendo uno spaccato della sua natura e delle sue convinzioni.
MINUTAGGIO: 2:10:50-2:12:45
RUOLO: Voldemort
ATTORE: Richard Bremmer
DOVE: Netflix
INGLESE
Harry Potter, we meet again. You see what I've become? See what I must do to survive? Live off another. A mere parasite. Unicorn blood can sustain me, but it cannot give me a body of my own. But there is something that can. Something that, conveniently enough, lies in your pocket. Don't be a fool. Why suffer a horrific death when you can join me and live? Haha. Bravery. Your parents had it too. Tell me, Harry, would you like to see your mother and father again? Together, we can bring them back. All I ask for is something in return. [Harry takes the Stone from his pocket.] That's it, Harry. There is no good and evil. There is only power, and those too weak to seek it. Together, we'll do extraordinary things. Just give me the Stone.
ITALIANO
Harry Potter. Ci rivediamo. Vedi cosa sono diventato? Vedi cosa devo fare per sopravvivere? Vivere a spese di un altro. Sono un parassita. Il sangue di unicorno riesce a rinvigorirmi, ma non può darmi un corpo tutto mio. Ma c’è una cosa che non può fare. Una cosa che… quando si dice la sorte sta nella tua tasca. Non fare l’idiota. Perché andare incontro a una morte orripilante, quando puoi unirti a me, e vivere. Ahaha, il coraggio. Ce l’avevano anche i tuoi. Dimmi Harry, ti piacerebbe vedere tuo padre e tua madre? Insieme possiamo farli tornare. Ti chiedo solo qualcosa in cambio. (Harry tira fuori la Pietra Filosofale) Si, così Harry. Non esiste bene e male. Esiste solo il potere. E quelli troppo deboli per averlo. Insieme faremo cose straordinarie. Avanti, dammi la pietra!
"Harry Potter e la pietra filosofale" (2001), diretto da Chris Columbus, è il primo capitolo cinematografico della saga tratta dai romanzi di J.K. Rowling. La storia introduce il giovane Harry Potter, un orfano che vive con i crudeli zii Dursley e il loro figlio viziato Dudley. La sua vita, grigia e oppressiva, cambia radicalmente quando scopre di essere un mago.
La chiamata all'avventura arriva il giorno del suo undicesimo compleanno, quando riceve la visita di Rubeus Hagrid, un mezzo-gigante che gli consegna una lettera di ammissione alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Qui, Harry scopre la verità sulla sua identità: è il figlio di due maghi, James e Lily Potter, ed è famoso nel mondo magico per aver sopravvissuto all'attacco del terribile Voldemort, che fu misteriosamente sconfitto quando cercò di ucciderlo.
Una volta a Hogwarts, Harry stringe amicizia con Ron Weasley e Hermione Granger, formando un trio destinato a essere centrale nella saga. Oltre alle dinamiche scolastiche, con lezioni di magia e incontri con eccentrici professori come Albus Silente, Minerva McGonagall e Severus Piton, Harry si trova al centro di un mistero legato alla Pietra Filosofale, un oggetto magico in grado di garantire l'immortalità.
Il mistero della Pietra si intreccia con l'enigmatica figura di Lord Voldemort, che pare essere ancora vivo in qualche forma e intenzionato a tornare al potere. Attraverso una serie di indizi e prove, Harry, Ron e Hermione scoprono che qualcuno a Hogwarts sta cercando di rubare la Pietra custodita in una camera segreta protetta da sfide magiche.
Nel climax del film, Harry si confronta con il professor Raptor, il quale rivela di essere posseduto dallo spirito di Voldemort. Grazie al coraggio, all'amicizia e alla protezione dell'amore materno, Harry riesce a impedire che Voldemort ottenga la Pietra, mantenendo il mondo magico al sicuro, almeno per il momento.
La trama, semplice ma avvincente, getta le basi per temi più complessi che verranno esplorati nei film successivi, tra cui il destino, il sacrificio e la lotta contro le tenebre.
Questo monologo di Voldemort, tratto dal climax di Harry Potter e la pietra filosofale, è una delle prime vere occasioni per il pubblico di confrontarsi direttamente con il personaggio di Voldemort. Nonostante sia fisicamente debilitato e dipenda dal professor Raptor per sopravvivere, la sua presenza e le sue parole sono profondamente cariche di manipolazione, seduzione e una filosofia sinistra che lo definisce come antagonista.
Voldemort inizia sottolineando la sua condizione: "Vedi cosa sono diventato? Vedi cosa devo fare per sopravvivere?" Qui, il personaggio sembra abbassare la guardia, ammettendo una debolezza che contrasta con la sua fama di mago oscuro invincibile. Ma è una vulnerabilità apparente: il suo scopo non è suscitare empatia, bensì manipolare Harry, mostrandosi come una figura disperata e giustificata nella sua ricerca di potere.
L’uso di termini come "parassita" e "vivere a spese di un altro" evoca disgusto, ma al contempo giustifica le sue azioni. Voldemort si dipinge come un sopravvissuto, pronto a tutto per riprendersi ciò che considera suo diritto.
"Non esiste bene e male. Esiste solo il potere. E quelli troppo deboli per averlo." Questo è il fulcro ideologico del monologo. Voldemort è un personaggio che rifiuta ogni moralità tradizionale, proponendo un’idea di mondo in cui il potere è l’unica forza legittimante. Questa frase è centrale nella costruzione del suo carattere e della sua filosofia: Voldemort non cerca alleati in base alla lealtà o ai valori, ma solo sulla base dell’utilità e della forza. È interessante come questa dichiarazione ribalti completamente il messaggio principale della saga. Dove Harry e i suoi amici agiscono guidati da amore, lealtà e sacrificio, Voldemort rappresenta il pragmatismo freddo e amorale, dove il potere è il fine ultimo.
"Dimmi Harry, ti piacerebbe vedere tuo padre e tua madre? Insieme possiamo farli tornare." Qui Voldemort cambia tono, passando dalla seduzione intellettuale a un attacco diretto alle emozioni di Harry. La perdita dei genitori è il cuore del conflitto personale di Harry, e Voldemort tenta di sfruttare questa ferita aperta per piegarlo. Tuttavia, questa proposta si rivela un ennesimo tentativo di manipolazione: è improbabile che Voldemort possa o voglia mantenere una promessa del genere. Questo momento è significativo anche perché dimostra la profonda incapacità di Voldemort di comprendere l’amore e la moralità. Crede che il desiderio di potere o il dolore possano sopraffare i valori di Harry, ignorando completamente ciò che lo rende diverso da lui.
"Perché andare incontro a una morte orripilante, quando puoi unirti a me, e vivere?" Voldemort si presenta come un’opzione razionale, una via di fuga dalla sofferenza e dalla paura. La sua retorica, però, si basa su una logica distorta: la vita, nella visione di Voldemort, è solo accettabile se vissuta nel dominio del potere. Harry, al contrario, sceglierà di vivere una vita che trova significato nei legami umani, anche a costo del sacrificio. In questo monologo, Voldemort rivela non solo il suo pragmatismo oscuro, ma anche la sua tragedia personale. Il bisogno di potere lo ha ridotto a una creatura senza forma, incapace di vivere senza parassitare altri esseri. È il prezzo della sua stessa filosofia, che si ritorce contro di lui. Paradossalmente, cerca di convincere Harry a seguirlo in un cammino che, nei fatti, lo ha portato alla rovina.
Il monologo di Voldemort è un manifesto della sua filosofia, che nega il valore del bene e del male in favore di una visione basata sul dominio e la forza. E’ anche una rivelazione della sua tragedia: la ricerca ossessiva del potere lo ha ridotto a una creatura debole e dipendente. In questo momento, il contrasto tra Voldemort e Harry diventa evidente: dove Voldemort vede potere e controllo come fine ultimo, Harry dimostra che il vero coraggio risiede nel rifiutare il potere quando è privo di moralità. Questo scontro ideologico non solo definisce i due personaggi, ma pone le basi per la lotta tra luce e oscurità che caratterizza l’intera saga.
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