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~ LA REDAZIONE DI RC
Il monologo di Lord Voldemort in Harry Potter e il calice di fuoco rappresenta uno dei momenti più intensi e significativi dell’intera saga. Non è solo un discorso, ma un vero e proprio scontro di ideologie, una finestra sulla psicologia del personaggio e sul rapporto tra Harry e il suo nemico più letale. In questa scena, Voldemort, finalmente tornato al suo pieno potere, sfrutta il momento per riaffermare il suo dominio e cercare di spezzare psicologicamente Harry.
MINUTAGGIO: 2:05:16-2:07:12
RUOLO: Lord Voldemort
ATTORE: Ralph Fiennes
DOVE: Netflix
INGLESE
Harry. l'd almost forgotten you were here. Standing on the bones of my father. Yeah. l'd introduce you. . . but word has it you're almost as famous as me these days. The boy who lived. How lies have fed your legend, Harry. Shall l reveal what really happened that night 1 3 years ago? Shall l divulge how l truly lost my powers? Yes, shall l? lt was love. You see, when dear, sweet Lily Potter gave her life for her only son. . . . she provided the ultimate protection. l could not touch him. lt was old magic. Something l should have foreseen. But no matter, no matter. Things have changed. l can touch you. . . . now. Yeah. Astonishing what a few drops of your blood will do, eh, Harry? Pick up your wand, Potter. l said, pick it up! Get up! Get up! You've been taught how to duel, l presume, yes? First, we bow to each other. Come on, now, Harry. The niceties must be observed. Dumbledore wouldn't want you to forget your manners, would he? l said, bow.
ITALIANO
Harry. Oh, mi ero quasi dimenticato che tu eri qui. Qui, sulle ossa di mio padre. Ti presenterei agli altri, ma dicono che tu sei famoso quasi quanto me, di questi tempi. Il ragazzo che è sopravvissuto. Quante bugie hanno alimentato la tua leggenda, Harry. Rivelerò quello che accadde veramente quella notte di 13 anni fa? Divulgherò come ho effettivamente perso i miei poteri? E’ stato l’amore. Vedi, quando la cara, dolce Lily Potter diede la vita per il suo unico figlio fornì la massima protezione. Ah, io non potevo toccarlo. Era… magia antica, una cosa che avrei dovuto prevedere. Non importa, non importa. Io posso toccarti, adesso! Straordinario quello che poche gocce del tuo sangue riescono a fare, è? Raccogli la tua bacchetta, Potter. Ho detto raccoglila, in piedi, in piedi! Ti hanno insegnato a duellare, presumo, si? Prima ci si fa l’inchino, l’un l’altro. Suvvia, Harry, le carinerie vanno osservate, Silente non vorrebbe che tu dimenticassi le buone maniere, no? Ho detto… inchino!
"Harry Potter e il calice di fuoco" è il quarto capitolo della saga cinematografica basata sui romanzi di J.K. Rowling. Il film, diretto da Mike Newell, si distingue per il tono più cupo e per l’introduzione di tematiche più mature rispetto ai capitoli precedenti, segnando un passaggio cruciale nella crescita del protagonista e dei suoi amici. La storia si apre con Harry che, assieme ai Weasley e a Hermione, partecipa alla Coppa del Mondo di Quidditch, un evento spettacolare che però viene interrotto dall'attacco dei Mangiamorte, i seguaci di Lord Voldemort. Questo segna un inquietante preludio al ritorno del Signore Oscuro. La trama principale ruota attorno al Torneo Tremaghi, una competizione magica internazionale che coinvolge tre scuole di magia: Hogwarts, Beauxbatons e Durmstrang. Ogni scuola è rappresentata da un campione selezionato dal magico Calice di Fuoco. Nonostante non abbia l'età minima richiesta per partecipare, Harry viene misteriosamente scelto come quarto concorrente, cosa che lo pone al centro di sospetti e tensioni, persino tra i suoi amici.
Il Torneo si compone di tre prove pericolose, progettate per mettere alla prova il coraggio, l’intelligenza e l’abilità magica dei concorrenti:
La prima prova: i campioni devono sottrarre un uovo d’oro a un drago, simbolo di forza e coraggio. Harry, grazie alla sua abilità nel volo, riesce a superare questa sfida utilizzando la sua Firebolt.
La seconda prova: i partecipanti devono salvare qualcuno a loro caro che è stato imprigionato sott’acqua in un lago. Harry, dimostrando altruismo, si preoccupa non solo di salvare il suo obiettivo, Ron, ma anche di aiutare gli altri.
La terza prova: un labirinto pieno di incantesimi e creature magiche. Qui, la natura dell’uomo viene messa alla prova più della magia, con il labirinto che influenza le menti dei concorrenti.
Il vero fulcro del film si raggiunge alla fine del Torneo, quando Harry e Cedric Diggory, toccando contemporaneamente la Coppa Tremaghi, vengono trasportati in un cimitero. Qui si consuma il ritorno di Voldemort, riportato alla sua forma corporea grazie a un oscuro rituale. In un duello drammatico, Harry assiste impotente alla morte di Cedric, un evento che segna il tono tetro del finale. Riesce a scappare grazie al legame delle bacchette magiche, ma il suo ritorno a Hogwarts è segnato dal trauma e dalla consapevolezza che Voldemort è tornato.
Questo monologo di Lord Voldemort, interpretato da Ralph Fiennes in Harry Potter e il calice di fuoco, è un momento cruciale che definisce il tono della battaglia tra il bene e il male nella saga. È un dialogo costruito con cura per rivelare la personalità del personaggio, il suo senso di superiorità e la natura manipolatoria del Signore Oscuro. Siamo nel climax del film, nel cimitero dove Voldemort è appena tornato alla sua forma corporea grazie al rituale oscuro condotto da Peter Minus. La tensione è altissima: Harry è intrappolato e vulnerabile, mentre Voldemort è al massimo della sua arroganza e potenza. Questo è il primo incontro diretto tra i due, faccia a faccia, da quando Harry è sopravvissuto alla maledizione omicida.
"Oh, mi ero quasi dimenticato che tu eri qui." Questo tono sarcastico introduce la scena, mostrando come Voldemort voglia ridurre Harry a un’inezia. È un’apertura che denota controllo e superiorità, un tratto distintivo del suo carattere. "Ti presenterei agli altri, ma dicono che tu sei famoso quasi quanto me." Qui emerge la sua gelosia verso la notorietà di Harry. Voldemort percepisce la fama di Harry come una minaccia alla sua figura dominante, sebbene cerchi di mascherarla con disprezzo.
"Quante bugie hanno alimentato la tua leggenda." Voldemort è ossessionato dall'idea di smascherare Harry, di distruggere la narrazione che lo ha reso un simbolo. È un modo per riaffermare la propria narrativa, in cui lui è invincibile e Harry solo un errore fortuito. "Era… magia antica, una cosa che avrei dovuto prevedere." Questo è un momento raro in cui Voldemort mostra consapevolezza dei propri limiti. Ma, invece di accettare la potenza dell’amore, lo riduce a un elemento magico antico e superato, qualcosa che può essere aggirato. La linea "Io posso toccarti, adesso!" simboleggia il tentativo di Voldemort di sfidare e vincere l’amore stesso, un tema ricorrente nella sua ossessione per il potere assoluto.
"Raccogli la tua bacchetta, Potter. Ho detto raccoglila!" Voldemort non vuole solo uccidere Harry, ma umiliarlo. Insiste affinché segua le regole del duello, non per rispetto, ma per dimostrare che è lui a dettare le condizioni. "Silente non vorrebbe che tu dimenticassi le buone maniere, no?" L'invocazione del nome di Silente è un colpo basso, un tentativo di destabilizzare Harry facendogli percepire l’assenza della sua guida morale in quel momento cruciale.
Questo monologo è una dimostrazione di potere da parte di Voldemort, ma anche una sottile illustrazione del contrasto tra i suoi valori e quelli rappresentati da Harry. Da un lato, l’arroganza e il dominio spietato; dall’altro, l’amore e il sacrificio. La scena non si limita a preparare il terreno per lo scontro finale, ma getta una luce sul vero cuore del conflitto della saga: una battaglia tra egoismo e altruismo, tra paura e speranza, incarnata perfettamente in queste parole cariche di tensione e minaccia.
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