Monologo - Sterling K. Brown in \"Paradise\"

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Articolo a cura di...


~ LA REDAZIONE DI RC

Introduzione al monologo

Il monologo di Xavier Collins in "Paradise" è il culmine emotivo di un rapporto segnato da tensione, lealtà e risentimento. La scena si svolge in un contesto intimo e carico di sottotesto: il Presidente Cal Bradford è solo, in camera sua, turbato da qualcosa che il pubblico ancora non conosce. Xavier è lì, pronto ad andarsene, ma il Presidente lo trattiene con una domanda diretta, quasi disarmante: "Riuscirai mai a perdonarmi per quello che è successo?"


Fino a questo momento, la serie ha costruito il legame tra i due uomini su un equilibrio precario tra rispetto e rancore. Xavier ha servito Bradford come agente della sua sicurezza personale, ma tra loro c'è qualcosa di irrisolto, un nodo che non è mai stato sciolto apertamente. La risposta di Xavier non è un semplice “no” o “sì”, ma un racconto che sembra inizialmente scollegato dalla domanda. Parla di sua moglie, dei nomi dei loro figli, di un libro per bambini. Solo alla fine, il peso reale del suo discorso emerge con una forza devastante: perdonerà il Presidente solo quando lui morirà.

Dormirò quando morirai

STAGIONE 1 EPISODIO 1
MINUTAGGIO
: 40:44-43:44

RUOLO: Xavier Collins
ATTORE:
Sterling K. Brown
DOVE: Disney+



INGLESE


Will I ever be able to forgive you for what happened? Our kids' names were a big deal to my wife. Presley was pretty much set in stone from go. But for our second kid, our son... every night of that pregnancy, she would try out a different name. And then one day, she was about eight months pregnant, could hardly walk anymore. We were in this bookstore together, and she saw it. James and the Giant Peach. And that was it. She had found our boy's name. She read the book to her belly every night for the rest of her pregnancy. She became obsessed with that damn book. And then... you know, after she... Well, I guess I became obsessed with it, too. Yeah, I'm pretty much an expert on James and the Giant Peach right now. It was written by Roald Dahl. And originally, it wasn't gonna be about a peach. It was gonna be about a cherry. But Dahl changed it because he thought that peaches were squishier. Strange, isn't it? Book could have been called James and the Giant Cherry. Sometimes I lie in bed staring at the ceiling, wondering if my wife would've wanted to name our son James if the book were about a giant cherry and not a giant peach. But I'll never know. Obviously, I can't ask her. Stop. You want to know if I'll forgive you. I'll forgive you when I can sleep again. And I'll sleep again when you're dead.



ITALIANO


“Riuscirai mai a perdonarmi per quello che è successo?” I nomi dei bambini per mia moglie erano un problema. Presley è sempre stato scolpito nella pietra, ma per il secondo figlio, il maschio… Ogni notte di quella gravidanza provava un nome diverso. Un giorno però, era in cinta di otto mesi, e camminava a fatica. Siamo passati davanti a un negozio di libri, e lei lo ha visto: James e la pesca gigante. E’ andata così. Aveva trovato il nome per il bambino. Ha letto il suo nome alla pancia, ogni notte per il resto di quella gravidanza. Era come ossessionata, da quel libro. E poi… si, dopo che… ha iniziato a ossessionare anche me. Si, sono… praticamente sono diventato un esperto di James e la pesca gigante. Lo ha scritto Roald Dahl. E all’inizio non doveva parlare di una pesca, doveva parlare di una ciliegia. Ma Dahl ci ha ripensato perché credeva che le pesche fossero più morbide. Strano, vero? Avrebbe potuto intitolarsi James e la ciliegia gigante. A volte resto nel letto fissando il soffitto chiedendomi se nostra moglie avrebbe chiamato nostro figlio James se il libro avesse parlato di una ciliegia, e non di una pesca. Ma non lo saprò mai. Ovviamente, non glielo posso chiedere. Chiudi la bocca. Vuoi sapere se riuscirò a perdonarti? Ti perdonerò, quando dormirò di nuovo. E dormirò di nuovo quando morirai.

Paradise

Paradise è una serie che prende il thriller politico e lo fonde con la fantascienza distopica, creando un racconto che esplora il potere, la manipolazione e la sopravvivenza in un mondo in cui le regole del passato non valgono più. Ideata da Dan Fogelman, autore di This Is Us, la serie ha debuttato su Disney+ e ha subito catturato l’attenzione per il suo mix di tensione, mistero e critica sociale. La storia ruota attorno a Xavier Collins (Sterling K. Brown), un agente speciale che un tempo era la guardia del corpo del Presidente degli Stati Uniti, Cal Bradford (James Marsden). Quando il Presidente viene assassinato in circostanze misteriose all’interno di una comunità d’élite, Collins si trova invischiato in un’indagine che lo porta a scoprire segreti inquietanti. Ma c’è un elemento che complica tutto: il mondo non è più quello di prima.


Una catastrofe – inizialmente poco chiara – ha sconvolto il pianeta, lasciando in piedi solo questa comunità chiusa, abitata dai più potenti esponenti del mondo politico ed economico.


A prendere il controllo dopo la morte di Bradford è una donna enigmatica conosciuta come “Sinatra”, un’oligarca senza scrupoli che governa con pugno di ferro e con una visione chiara: proteggere la sua comunità a ogni costo. Mentre Collins cerca la verità sulla morte del Presidente, inizia a rendersi conto che la vera domanda non è solo chi l’abbia ucciso, ma cosa stia accadendo fuori da quella comunità e quale sia il reale stato del mondo.

La serie utilizza una struttura che alterna passato e presente, unendo episodi autoconclusivi incentrati su singoli personaggi con una narrazione più ampia che svela, pezzo dopo pezzo, il quadro generale. I flashback sono essenziali per capire le dinamiche tra i protagonisti, ma anche il declino del mondo esterno e il ruolo che la comunità ha giocato nella crisi globale.

Come già fatto in serie come Lost, Paradise costruisce ogni episodio intorno a un personaggio o a un evento specifico, mantenendo però un filo conduttore che si dipana lungo l’intera stagione. Ci sono momenti di tensione altissima, seguiti da lunghe sequenze più riflessive che esplorano il significato del potere e delle scelte morali.


L’ambientazione trasmette il senso di isolamento e oppressione che pervade la serie. La comunità di Paradise è lussuosa, curata nei minimi dettagli, ma trasmette un’inquietudine costante: dietro l’eleganza si nasconde un mondo marcio, dominato da giochi di potere e manipolazioni. La fotografia, dai toni freddi e asettici, amplifica questa sensazione di controllo e sorveglianza costante.


Dal punto di vista tematico, la serie affronta in modo diretto la lotta tra apparenza e sostanza. Il Presidente, che in teoria è il leader della comunità, si rivela presto una figura quasi impotente, simbolo di come il potere vero sia nelle mani di chi controlla le risorse e le informazioni. Allo stesso modo, la presenza di una psicologa incaricata di rendere la transizione alla nuova realtà il meno traumatica possibile mostra come la manipolazione psicologica sia un’arma tanto potente quanto la forza bruta.


I Personaggi Chiave


Xavier Collins (Sterling K. Brown): Agente dei Servizi Segreti con un passato difficile, è il punto di vista dello spettatore all’interno della storia. La sua indagine sulla morte di Bradford lo porta a scoprire verità che mettono in discussione tutto ciò in cui credeva.

Cal Bradford (James Marsden): Presidente degli Stati Uniti, il cui omicidio è il punto di partenza della serie. Nei flashback scopriamo il suo rapporto con Collins e la sua posizione ambigua all’interno della comunità.

Sinatra: La donna che, dopo la morte di Bradford, assume il controllo della comunità. È spietata e calcolatrice, capace di qualsiasi cosa pur di mantenere il suo potere.

La Psicologa: Figura chiave nella costruzione della nuova società, il suo ruolo è quello di assicurarsi che i superstiti accettino la nuova realtà senza troppe domande. Il suo episodio dedicato è uno dei più affascinanti della stagione.


Paradise prende elementi del thriller politico e li innesta in un contesto fantascientifico che riecheggia molte paure del presente. Il riscaldamento globale, la paranoia per un possibile conflitto nucleare e la crescente influenza delle oligarchie economiche sono tutti temi che trovano spazio nella narrazione. La figura di Sinatra richiama il concetto di un’élite che si erge a salvatrice dell’umanità, ma che in realtà persegue solo il proprio interesse, un tema che ha fatto discutere molto negli Stati Uniti, soprattutto in relazione a figure come Elon Musk e Jeff Bezos.

Analisi Monologo

Xavier non risponde subito alla domanda del Presidente. Invece, inizia con un ricordo: il dibattito con sua moglie sui nomi dei loro figli. Il modo in cui racconta questa memoria è quasi nostalgico, pieno di dettagli personali: "Presley è sempre stato scolpito nella pietra, ma per il secondo figlio, il maschio…". È un aneddoto che sembra lontano dal contesto della scena, ma che in realtà getta le basi emotive per ciò che verrà dopo. Il riferimento al libro James e la pesca gigante di Roald Dahl è fondamentale.


Xavier racconta di come sua moglie, incinta di otto mesi, abbia trovato il nome per il loro bambino in quel libro. Il legame tra la storia e la loro famiglia diventa fortissimo: ogni notte, lei leggeva il nome alla pancia, come se fosse già un rituale, un modo per connettersi al figlio prima ancora che nascesse.

Dopo la tragedia, Xavier stesso diventa ossessionato dal libro. "E poi… sì, dopo che… ha iniziato a ossessionare anche me."


La frase spezzata suggerisce il dolore che prova nel parlarne. Il trauma della perdita è così profondo che anche un semplice dettaglio – un libro per bambini – diventa una ferita aperta. Il fatto che si sia documentato persino sulle scelte stilistiche di Roald Dahl mostra quanto questa ossessione sia diventata parte della sua elaborazione del lutto. Dahl aveva inizialmente pensato a una ciliegia gigante, ma poi ha scelto una pesca perché “più morbida”. Questo dettaglio sembra irrilevante, ma Xavier lo usa per esprimere una delle idee centrali del monologo: quanto siano fragili e casuali le scelte che determinano la nostra vita.


Se il libro si fosse chiamato James e la ciliegia gigante, sua moglie avrebbe comunque scelto quel nome per il bambino? Probabilmente no. Ed è proprio questo il punto: alcune cose avvengono per una serie di coincidenze fuori dal nostro controllo. Eppure, per Xavier, queste piccole scelte hanno avuto conseguenze enormi, perché lo hanno portato a legare un semplice libro al ricordo della sua famiglia distrutta.


L’apice del monologo arriva con una frase che gela il pubblico:

"A volte resto nel letto fissando il soffitto chiedendomi se mia moglie avrebbe chiamato nostro figlio James se il libro avesse parlato di una ciliegia, e non di una pesca. Ma non lo saprò mai. Ovviamente, non glielo posso chiedere."

Qui Xavier smette di parlare in astratto e affronta direttamente la perdita della moglie. La chiusura della frase, con quell’“ovviamente”, è un pugno nello stomaco. Come a dire: non serve neanche spiegarlo, è chiaro che è morta. E non c’è più nulla da fare. A questo punto, la scena potrebbe anche concludersi. Ma Xavier non ha ancora risposto alla domanda del Presidente.


E lo fa con una sentenza brutale:

"Vuoi sapere se riuscirò a perdonarti? Ti perdonerò, quando dormirò di nuovo. E dormirò di nuovo quando morirai."

La frase è tagliente, definitiva. Xavier non ha mai dormito davvero dalla morte della moglie, e l’unico modo per trovare pace sarà la morte di Bradford. Non è solo rabbia, è una condanna. Il Presidente ha chiesto se c’è speranza di redenzione, e Xavier gli ha risposto con una promessa di vendetta silenziosa: la sua vita è l’unica moneta di scambio per il perdono.

Conclusione

La vera forza di questa scena sta nel contrasto tra il tono iniziale e quello finale. Xavier parte raccontando qualcosa di intimo e familiare, ma la sua voce nasconde un dolore irrisolto che diventa sempre più evidente. La chiusura del monologo è la conferma di quello che il pubblico probabilmente sospettava: Xavier odia il Presidente. Lo ritiene responsabile della morte della moglie e non ha nessuna intenzione di concedergli il perdono. Il modo in cui la serie ha costruito questa scena è perfetto per il personaggio di Xavier. Non è un uomo che esplode in rabbia, non alza la voce. Non accusa direttamente Bradford. Ma usa un racconto apparentemente innocente per condannarlo in modo definitivo. Il Presidente cercava un sollievo dalla colpa. Xavier gli ha dato una sentenza di morte.

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