Monologo di Zoltan il nano in The Witcher 4: analisi

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~ LA REDAZIONE DI RC

Analisi del monologo di Zoltan in "The Witcher 4"

Il monologo di Zortan in The Witcher 4 è una potente esplosione di verità e frustrazione, perfetta per audizioni e prove attoriali. Un testo che unisce dolore personale e ingiustizia storica, ideale per allenare intensità e controllo emotivo. 

  • Scheda del monologo

  • Contesto del film

  • Testo del monologo (estratto+note)

  • Analisi: temi, sottotesto e funzione narrativa

  • Come prepararlo per un'audizione

  • Finale del film (con spoiler)

  • FAQ

  • Credits e dove trovarlo

Scheda del monologo

Serie: The Witcher 4 (2025)
Personaggio: Zoltan
Attore: Danny Woodburn
Minutaggio: 8:50 -10:18 (Ep 5)

Durata: 1 minuto 20 secondi

Difficoltà: Media-Alta  L’attore deve mantenere energia costante, con crescita emotiva e un punto di rottura controllato. 

Emozioni chiave: Tradimento, rabbia compressa, dolore sommerso, bisogno di giustizia

Contesto ideale per l’interpretazione:Scene in cui un personaggio rivendica la propria verità dopo essere stato diffamato o dimenticato. Training sul controllo della rabbia e del dolore in scena.

Dove vederlo: Netflix

Contesto della serie "The Witcher 4"

Dopo una terza stagione in cui le relazioni tra Geralt, Ciri e Yennefer venivano messe a dura prova da tradimenti, separazioni e battaglie sempre più epiche, The Witcher 4 rappresenta un punto di svolta. È la stagione dove le illusioni si rompono, le alleanze si frantumano e ogni personaggio viene costretto a fare i conti con il proprio destino. Il mondo è cambiato. Nilfgaard avanza, i regni del Nord sono divisi, e la magia è stata compromessa da un nemico che lavora nell’ombra: Vilgefortz, un mago che mira a utilizzare Ciri per scopi ben più grandi della conquista politica. Ma la ragazza non è dove dovrebbe essere. Dopo essere scappata alla fine della stagione precedente, Ciri si nasconde tra un gruppo di criminali, sotto un nuovo nome, mentre tutti – Geralt, Yennefer, Emhyr, Vilgefortz – la cercano per motivi diversi.

A cambiare è anche il tono. La stagione abbandona la struttura classica da “viaggio fantasy” per diventare un road drama crudo, disperato e profondo, dove ogni personaggio affronta qualcosa che non può combattere con la spada o con la magia: la perdita, il rimpianto, l’identità, il peso del sangue. Geralt non è più l’eroe invincibile. Yennefer non è più solo una maga potente. Ciri non è più solo la ragazza da proteggere. 

Testo del monologo + note

Stupidaggini! Tu non sai cosa è successo quel giorno! Ho dedicato la mia vita a lavorare per il clan. Finché non ho scoperto che Brouver vendeva le mie armi agli umani, che uccidevano i nani. Non avrei tradito i miei, così ho detto che non si sarebbe preso le nostre armi. Scommetto che non sai che Brouver è venuto a farmi visita. La colpa gli si leggeva in faccia: se l’è presa con me, e con voi, ha puntato il dito contro chiunque tranne che contro sé stesso. ha appiccato il fuoco sperando di seppellirmi insieme al suo segreto! La fucina è esplosa, sono rimasto intrappolato. Ci ho messo ore a liberarmi dalle macerie, e intanto Brouver ha sparso la voce che io avevo tradito Mahakam. Ha mentito a entrambi, e tu hai creduto a lui e non a me. Ho perso tutto quel giorno. La mia casa, la mia fucina. I miei amici. 

“Stupidaggini! Tu non sai cosa è successo quel giorno!” Inizio acceso, attacco immediato. Voce alta, carica.

“Ho dedicato la mia vita a lavorare per il clan.” Voce più ferma, ma carica di orgoglio ferito. Sottolineare “la mia vita” con un tono denso, lento.

“Finché non ho scoperto che Brouver vendeva le mie armi agli umani, che uccidevano i nani.” Tensione crescente nella voce. Fare una pausa netta prima di “che uccidevano i nani”.  “Le mie armi” va marcato, come se fosse un colpo allo stomaco.

“Non avrei tradito i miei, così ho detto che non si sarebbe preso le nostre armi.” Toni più controllati ma decisi. Mantenere dignità nella frase, quasi a difendersi davanti a un tribunale invisibile.“Le nostre armi” va detto guardando dritto in faccia l’interlocutore.

“Scommetto che non sai che Brouver è venuto a farmi visita.” Sguardo diretto, tono accusatorio ma non urlato. Pausa dopo “scommetto”.

“La colpa gli si leggeva in faccia: se l’è presa con me, e con voi, ha puntato il dito contro chiunque tranne che contro sé stesso.”  “La colpa gli si leggeva in faccia”: amaro, voce tagliente. “E con voi” deve essere un’accusa personale e dolente. Piccolo rallentamento su “tranne che contro sé stesso”.

“Ha appiccato il fuoco sperando di seppellirmi insieme al suo segreto!” Esplosione vocale controllata. Non gridare, ma lasciare vibrare la rabbia. “Il suo segreto” deve sembrare veleno in bocca.

“La fucina è esplosa, sono rimasto intrappolato.”  Voce più cupa, descrittiva. Abbassare leggermente lo sguardo, rievocazione dolorosa. “Intrappolato” va marcato con amarezza.

“Ci ho messo ore a liberarmi dalle macerie, e intanto Brouver ha sparso la voce che io avevo tradito Mahakam.” Qui entra la delusione profonda. “Tradito Mahakam” deve suonare come la ferita più grande. Pausa dopo “macerie”, con sguardo lontano.

“Ha mentito a entrambi, e tu hai creduto a lui e non a me.” “E tu hai creduto a lui” va detto con dolore sincero. Non esasperare il tono, ma colpisci con la verità. Sguardo diretto, senza odio, solo tristezza.

“Ho perso tutto quel giorno. La mia casa, la mia fucina. I miei amici.” Abbassare il tono e rallentare. Micro-pausa tra ogni elemento perso. “I miei amici” è la chiusa più fragile: lasciar emergere il dolore più umano, senza melodramma.

Analisi del monologo di Zoltan in "The Witcher 4"

Il monologo di Zortan in The Witcher 4 è un’esplosione di rabbia compressa, dolore mai espresso e bisogno di verità. In poco più di un minuto, il personaggio rivendica la sua integrità, svela un segreto taciuto per anni e affronta una ferita profonda: essere stato tradito dalla propria comunità. Zortan non cerca pietà. Vuole giustizia. Il suo sfogo parte da un’accusa ("Stupidaggini!") e si trasforma subito in una confessione dolorosa. Racconta come abbia servito il suo clan con dedizione, finché non ha scoperto che le sue armi venivano vendute agli umani per massacrare i suoi stessi fratelli nani. Di fronte a questa rivelazione, ha scelto la strada più difficile: opporsi.

Da lì, la vendetta di Brouver ha distrutto la sua vita. La forza del monologo sta nella costruzione della rabbia: non è mai isterica, ma guidata da una lucidità amara. Il personaggio ci fa vivere la fucina che esplode, le macerie che lo seppelliscono, la voce che si sparge come veleno. Ogni frase è un mattone nella ricostruzione della verità. Inizio reattivo: si parte con rabbia e frustrazione (“Stupidaggini! Tu non sai cosa è successo quel giorno!”), ma è una rabbia guidata dal bisogno di spiegare, non di aggredire. Parte centrale rivelatoria: il cuore del monologo è la scoperta del tradimento e l’attacco subdolo del rivale. Il fuoco, le macerie, la falsa accusa — tutto è raccontato con immagini forti e verbali diretti. Chiusura tragica: il finale (“Ho perso tutto quel giorno…”) è quasi sottovoce. È qui che l’energia cambia. Non c’è più rabbia, ma dolore e perdita. Zortan ha già urlato: ora si lascia sprofondare nel vuoto che gli è rimasto.

Come preparare il monologo di Zoltan in "The Witcher 4"

STEP PRATICI PER IL MONOLOGO ED ERRORI DA EVITARE

Obiettivo del monologo: Ristabilire la verità. Zortan vuole scrollarsi di dosso l’etichetta del traditore e raccontare finalmente cosa è accaduto davvero. È il momento in cui l’uomo smette di subire e decide di parlare. Il suo obiettivo è farsi credere.

Sottotesto: “Mi avete condannato senza ascoltarmi.”

Azione minima: Tieni tutto sul filo del controllo. Usa poche azioni, molto precise. Una sedia su cui ti siedi solo nel finale. Uno sguardo che si abbassa quando dice “Ho perso tutto quel giorno”.

Dinamica vocale:

Inizio: Tensione rabbiosa, ma contenuta. Non urlare “Stupidaggini!”, ma falla vibrare nel petto.
Parte centrale: Accusa e disillusione — scandisci con chiarezza, respira bene, non correre.
Finale: Cedimento emotivo asciutto. Abbassa leggermente il volume e lavora sul ritmo, come se ogni parola pesasse di più.

Chiusa: “La mia casa, la mia fucina. I miei amici.” Scomponila. Pausa netta dopo ogni elemento. Lascia scendere la voce su “i miei amici”, come se fosse un nodo alla gola che non riesce a sciogliersi.

Errori comuni:

Urlare tutto: il monologo non è una sfuriata, è una confessione sotto pressione.
Essere vittimisti: Zortan non cerca compassione, ma giustizia.
Correre il finale: è proprio lì che serve rallentare, respirare, accettare il peso di ciò che è stato perso.

Il finale di "The Witcher 4" (Spoiler alert)

Dopo otto episodi, The Witcher 4 ci lascia con una serie di eventi che cambiano radicalmente il futuro dei protagonisti. I fili della trama si stringono attorno a tre grandi momenti che segnano il finale. L’episodio 8 si chiude con una delle sequenze più violente e dolorose dell’intera saga: Leo Bonhart, il cacciatore di witcher, massacra brutalmente tutti i Ratti, il gruppo di ladri e reietti con cui Ciri aveva stretto un legame. Lei arriva troppo tardi e viene catturata. Qui non si parla più di “discesa nell’oscurità”. Ciri è dentro. Costretta a guardare i corpi dei suoi amici, legata e impotente, urla il nome di Geralt, come se fosse un richiamo ancestrale. Ma non è solo un grido d’aiuto: è la rottura definitiva dell’illusione di poter avere una vita normale.

Nel frattempo, Geralt combatte una battaglia al fianco della Regina Meve e riceve il titolo di Cavaliere di Rivia. Una scena solenne, piena di onore e riconoscenza. Ma nel volto di Geralt c’è solo silenzio. Il suo sguardo è vuoto. È un’onorificenza che non cercava, e che non colma il senso di fallimento che lo accompagna. Ha capito che non ha protetto Ciri, che qualcosa di irreparabile è accaduto, e che il suo viaggio è appena diventato una guerra. L’ultima scena mostra Emhyr che, dopo aver scoperto la verità sulla falsa Ciri, attiva una caccia al Witcher con una creatura misteriosa capace di fiutare l’odore del Lupo Bianco. Siamo ben oltre la rivalità politica o militare: Geralt ora è il bersaglio diretto dell’Imperatore. Emhyr vuole sua figlia. Vilgefortz la vuole per dominarla. E Ciri… è sola.

FAQ sul monologo di Zoltan in "The Witcher 4"

  • Quanto dura il monologo di Zortan? Il monologo ha una durata media di 1 minuto e 30 secondi.

  • Che temi tratta il monologo? Il monologo di Zortan affronta i temi di tradimento e verità negata, onore e identità, solitudine e ingiustizia, rivendicazione personale.

  • Qual è la difficoltà principale nell’interpretarlo? Gestire la transizione emotiva: dalla rabbia contenuta all’amarezza lucida, fino alla dolorosa confessione finale. Richiede controllo vocale e grande autenticità.

  • Come si costruisce la tensione narrativa? Attraverso la progressiva esposizione della verità. All’inizio si accusa, al centro si chiarisce, alla fine si cede alla ferita.

Credits e dove vederlo

Registi: Sergio Mimica-Gezzan

Sceneggiatura: Lauren Schmidt Hissrich
Produttore: Mike Ostrowski

Cast: Liam Hemsworth (Geralt), Freya Allan (Ciri), Anya Chalotra (Yennefer), Mahesh Jadu (Vilgefortz), Laurence Fishburne (Regis)

Dove vederlo: Netflix

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