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~ LA REDAZIONE DI RC
Nobody Wants This torna con la sua seconda stagione, e l’episodio 1 — “La Prima Cena” — si apre con un equilibrio delicato tra amore, identità e differenze culturali. Joanne e Noah sembrano essere felici, ma il confronto con la realtà — amici, famiglia, aspettative religiose — mette subito in discussione la tenuta della loro relazione. Una cena di gruppo che doveva unire diventa lo specchio di tutte le crepe che rischiano di aprirsi.

Tutto inizia con un podcast. Joanne racconta al suo podcast con Morgan la sua storia d’amore con Noah, un rabbino con cui ha una relazione apparentemente perfetta. Ma già dai primi minuti capiamo che questa perfezione è fragile. Morgan le ricorda che la vera prova di una relazione è affrontare i dettagli quotidiani, i parenti, gli amici, i piccoli attriti. E infatti stanno organizzando una cena di gruppo.
Nel frattempo, Noah incontra il rabbino Cohen, che lo mette in guardia: ci sono chiacchiere in comunità sulla sua relazione con Joanne. Noah assicura che lei intende convertirsi, ma non subito. Proprio durante questo colloquio entra una ragazza che cita un dettaglio intimo raccontato da Joanne nel podcast: le caraffe d’acqua che Noah tiene in camera. È la prima crepa.
Alla cena arrivano i primi ospiti: Esther e Sasha, una coppia con tensioni latenti, soprattutto per il rapporto che si è scatenato tra Sasha e Morgan. Poi arriva Ryann, in tuta, depressa per la fine della sua relazione con Spencer, e l’antipasto manca, perché toccava a loro. Joanne, tesa, cerca di mantenere il controllo, ma la situazione degenera.
Morgan entra in scena come una miccia pronta ad accendersi. Il triangolo con Sasha ed Esther esplode in una discussione: Esther è ferita, non per i messaggi tra Sasha e Morgan, ma perché si è sentita messa da parte, non vista. La cena inizia ufficialmente, ma con un’atmosfera tesa.
Tra i commensali c’è anche Lenny, amico di Noah, che vorrebbe “combinare” con Morgan. Ma mentre le conversazioni scorrono tra sport e chiacchiere varie, emerge un tema delicato: la conversione religiosa di Joanne. Noah la dà per scontata, ma Joanne si irrigidisce: era convinta che avrebbero trovato una via più moderna, interreligiosa.
Morgan la trascina in bagno per parlare. Joanne teme che sia l’inizio della fine, Morgan pensa che sia solo l’inizio vero. Un passaggio obbligato. Ma la tensione resta. Tornate a tavola, Joanne e Noah affrontano la questione apertamente: lui è disposto ad aspettare, ma forse non ad accettare un “no”. Se lei non si converte, per lui sarà un problema serio, anche per il suo ruolo pubblico. Joanne non vuole decidere sotto pressione. Ma poi, un gesto piccolo e sincero ( Noah le ha comprato un comodino per il suo lato del letto) ricorda loro che l’amore c’è. Solo, non basta per risolvere tutto. Non ancora.
Il giorno dopo, la doccia fredda. Il rabbino Cohen comunica a Noah che sta andando in pensione. Il nuovo capo spirituale di Temple High sarà Noah Field, il “Big Noah”. Il nostro Noah è stato scavalcato. E l’idea di aspettare la conversione di Joanne non è più un’opzione. Ora c’è di mezzo anche la reputazione.
Il finale dell’episodio 1 segna un cambio netto nella traiettoria narrativa: fino a questo momento, il conflitto tra amore e religione era personale e gestibile. Con l’arrivo di Noah Field, però, entra in gioco la pressione sociale e comunitaria. Il nostro Noah non ha più tempo per aspettare, e la scelta di Joanne sulla conversione diventa urgente, quasi obbligata.
Questa accelerazione forzata, scomoda, destabilizza completamente la coppia. E pone una domanda chiave che guiderà tutta la stagione: può una relazione sopravvivere quando i compromessi toccano l’identità personale e spirituale?

Joanne – Idealista, ironica, ma schiacciata da aspettative religiose che non sente sue. Il dubbio sulla conversione è il suo nodo centrale.
Noah – Rabbino sincero e innamorato, ma sempre più intrappolato tra l’amore e il dovere religioso.
Morgan – Sorella-pungolo, provocatrice ma anche lucida. Tiene un podcast, ama smascherare le ipocrisie.
Sasha – Fratello di Noah. Emotivamente coinvolto da Morgan, ma legato a Esther.
Esther – Vulnerabile ma determinata. Non vuole perdere Sasha, ma ha bisogno di essere vista.
Ryann – Il simbolo del caos imprevisto. Porta con sé rotture, fallimenti, e un passato che rovina l’ordine della cena.
Lenny – Pedina di raccordo tra i personaggi. Non sappiamo ancora se è solo un amico, o se avrà un ruolo più incisivo.
Questo primo episodio di Nobody Wants This 2 è una dichiarazione d’intenti: i conflitti saranno sempre più profondi, e spesso senza un colpevole chiaro. È il tipo di racconto che non cerca soluzioni facili, ma mette i personaggi (e gli spettatori) davanti a scelte che non hanno una risposta giusta. Una cena può sembrare un evento banale, ma qui diventa uno spartiacque. Ed è solo l’inizio.

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