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~ LA REDAZIONE DI RC
Nel terzo episodio di Nobody Wants This 2, intitolato “Un terapeuta senza etica”, le tensioni familiari e i ruoli affettivi si mescolano a una domanda scomoda: cosa succede quando chi dovrebbe aiutarti a capirti diventa parte del problema? Noah e Joanne cercano di affrontare una giornata in apparenza semplice — il compleanno della madre di lei — ma si trovano al centro di un vortice emotivo in cui emerge anche un personaggio nuovo: Andy, il misterioso "ragazzo" di Morgan, che in realtà è… il suo terapeuta.

L’episodio si apre durante lo Shabbat, in un clima di disagio per Joanne, che continua a sentirsi esclusa e fuori posto nella famiglia di Noah. Ma i pensieri corrono subito altrove: si avvicina il compleanno di Lynn, la madre di Joanne e Morgan, con la quale non hanno mai avuto un rapporto davvero stretto. Da anni, la celebrazione consiste in una semplice telefonata. Ma Noah propone qualcosa di più: riprendere una vecchia tradizione e portare le sue donut preferite a colazione. Joanne accetta, più per far sentire Noah partecipe che per reale entusiasmo.
Morgan, come sempre tagliente, trova ridicola l’idea di riesumare una tradizione dimenticata da vent’anni, ma Joanne è determinata: vuole costruire qualcosa di concreto con Noah, anche ora che lui si sente messo da parte nella comunità, dopo essere stato scavalcato da "Big Noah". Nel frattempo, i tre riprendono a registrare il podcast, e Noah si lascia coinvolgere, dando consigli con il suo tono da rabbino-consigliere. Un tono che inizia a sembrare un po’ troppo invadente.
Intanto, a casa di Sasha e Esther, piomba Bina (la madre di Noah). Vuole parlare con Sasha da solo. Il motivo? Secondo lei, la coppia dovrebbe fare un altro figlio, per tenere viva la relazione, e perché da Noah, probabilmente, non arriverà nulla a breve. È un discorso freddo, che mostra quanto Bina sia legata a una visione conservatrice dei legami familiari.
Arriva il giorno del compleanno di Lynn. Joanne e Noah portano le donut, e trovano la madre e il padre Henry (che è gay e separato da tempo). Ma il colpo di scena arriva quando entra Morgan… accompagnata da Andy. Nessuno l’ha mai sentito nominare, e il suo atteggiamento è tutto fuorché naturale. Joanne è perplessa, e invia Noah in “missione” per cercare di scoprire qualcosa.
La verità emerge durante la cena: Andy è il terapeuta di Morgan, non il suo compagno. Il disagio esplode: Morgan insiste sul fatto che anche lei merita una “relazione adulta e consapevole”, ma è evidente che sta cercando di dimostrare qualcosa a se stessa e alla famiglia. Joanne, turbata, litiga con la sorella e Andy se ne va. La cena è un disastro.
Joanne si sfoga con Noah: si sente giudicante, ma anche ferita. Lui, pazientemente, le suggerisce di trovare un modo per supportare Morgan, nonostante tutto. Perché anche se il comportamento della sorella è assurdo, forse la loro dinamica familiare ha bisogno proprio di un gesto di apertura.
A fine episodio, le sorelle trovano un momento per chiarirsi. Morgan si apre e Joanne fa un passo indietro, ammettendo che il modo migliore per aiutare è non giudicare. Intanto, il rabbino Cohen parla con Noah: adesso che ha perso il suo ruolo nella comunità, può finalmente conoscere se stesso. Questo spinge Noah a una decisione importante: lascia definitivamente il Tempio, pronunciando un ultimo, sentito sermone.
Il finale dell’episodio segna una svolta importante per Noah. Dopo aver cercato per due episodi di rimanere aggrappato al suo ruolo nella comunità, prende finalmente coscienza di ciò che gli serve: tempo, spazio e autenticità. Il gesto di lasciare il Tempio al quale è legato è un atto identitario. È un uomo che decide di smettere di fingere di essere a suo agio.
Anche Joanne fa un piccolo passo in avanti. Nonostante il caos, riesce a mettere da parte il bisogno di avere ragione con Morgan, e prova a essere più sorella che giudice. Un episodio fatto di rotture piccole ma decisive, che preparano il terreno a nuove fratture (e forse a nuovi legami).

Noah – Finalmente prende in mano la sua identità e si libera del ruolo che lo stava soffocando.
Joanne – Prova a essere più accogliente, ma continua a essere mossa da un senso di dovere più che da convinzione.
Morgan – Confusa, forse in fuga da sé stessa, coinvolta in una “relazione” terapeutica poco chiara.
Andy – Psicologo o partner? Il confine è sfumato, e questa ambiguità è il cuore del suo mistero.
Bina – Sempre più manipolatrice, continua a proiettare le sue frustrazioni sulle vite altrui.
Sasha ed Esther – Ancora in bilico tra una famiglia allargata e una coppia che sembra vivere in sospensione.
Lynn e Henry – Rappresentano un modello familiare destrutturato, ma con un certo equilibrio silenzioso.
“Un terapeuta senza etica” è l’episodio che mette a nudo i ruoli imposti e quelli scelti. Il fatto che sia proprio Noah a lasciare il tempio, e non l’istituzione a escluderlo, cambia tutto. È una dichiarazione d’intenti. Mentre Morgan si rifugia in una relazione discutibile e Joanne prova a essere più flessibile, la serie mostra come ogni personaggio stia cercando — spesso goffamente — di costruire qualcosa che abbia senso nel caos delle proprie relazioni.

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