Il parrucchiere nel cinema di genere: Dall'horror alla fantascienza, tra estetica e simbolismo

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~ LA REDAZIONE DI RC

Nel cinema di genere, l'acconciatura non è mai solo un dettaglio estetico. In film horror, thriller, fantascientifici e noir, i capelli possono trasformarsi in un simbolo visivo potente: incarnano il terrore, la follia, il potere o la ribellione. Un taglio, un colore o una particolare acconciatura possono diventare il segno distintivo di un personaggio, contribuendo a rendere memorabile un’iconografia cinematografica.

Horror: I capelli come simbolo di paura e trasformazione

L'horror è probabilmente il genere che più di tutti ha sfruttato l’acconciatura per generare inquietudine. In alcuni film, i capelli diventano essi stessi strumenti del terrore, mentre in altri riflettono la progressiva perdita di umanità di un personaggio.

"The Ring" (2002) e i capelli come elemento di terrore

Uno degli esempi più emblematici è The Ring. Samara, la bambina maledetta, è diventata un’icona dell’horror moderno grazie al suo look terrificante: capelli lunghi, neri e bagnati che le coprono completamente il volto. Questo elemento è essenziale per creare suspense e mistero: lo spettatore non riesce mai a vedere chiaramente il suo viso, aumentando il senso di disagio e paura. I capelli in The Ring hanno anche un significato simbolico: rappresentano la corruzione e il rancore che avvolge Samara, ma evocano anche il concetto del "fantasma giapponese", ripreso dalle tradizioni del J-Horror.

"Suspiria" (1977, 2018): L’horror estetico e le chiome fiammanti

Nel classico di Dario Argento, Suspiria, i capelli sono un elemento fondamentale per caratterizzare l’estetica onirica del film. La protagonista Suzy Bannion (Jessica Harper) ha una chioma castana, naturale e morbida, che contrasta con le onde rosse e perfette di alcune delle altre ballerine, come Olga e Sarah. Questa differenza aiuta a evidenziare il contrasto tra innocenza e corruzione, tra chi è ancora puro e chi è già stato assorbito dall’oscura setta della scuola di danza. Nel remake di Luca Guadagnino, la protagonista (interpretata da Dakota Johnson) ha capelli rossi intensi, che simboleggiano il fuoco, la trasformazione e la sua vera natura, legata a poteri occulti.

"L'esorcista" (1973): La corruzione dell'innocenza

In L'esorcista, il mutamento fisico di Regan passa anche attraverso i suoi capelli. All’inizio, la ragazzina ha una chioma pulita e ben curata, che esprime dolcezza e innocenza. Con l’avanzare della possessione, i suoi capelli diventano sporchi, arruffati, quasi selvaggi, a simboleggiare la perdita del controllo e l’influenza demoniaca.

Fantascienza: Capelli futuristici e sperimentazione visiva

Nella fantascienza, l’hairstyling gioca spesso un ruolo chiave nel definire la tecnologia, l’epoca e la società immaginaria del film. Molti look futuristici sono diventati iconici proprio grazie alle scelte audaci dei parrucchieri.

"Blade Runner" (1982): Il futuro noir e l’eleganza dei replicanti

In Blade Runner, i capelli sono un elemento centrale nella costruzione dell’estetica cyberpunk del film. Rachael (Sean Young) sfoggia un caschetto rigoroso con frangia, ispirato al cinema noir degli anni ’40, che esprime freddezza e sofisticazione. D’altra parte, Pris (Daryl Hannah) ha un taglio corto e spettinato, con capelli biondo platino, che riflette il suo lato selvaggio e imprevedibile. I due look aiutano a differenziare le personalità dei replicanti, creando un contrasto tra chi cerca di mimetizzarsi nel mondo umano e chi abbraccia la propria natura artificiale.

"Il quinto elemento" (1997): L’audacia del futuro

Il look di Leeloo (Milla Jovovich) è diventato un simbolo del cinema fantascientifico grazie ai suoi capelli arancioni e scomposti. Il colore acceso e il taglio asimmetrico trasmettono energia, ribellione e unicità, elementi fondamentali del personaggio. Il parrucchiere del film, Jean-Paul Gaultier, ha contribuito a creare un look visivamente indimenticabile, che è entrato nell’immaginario collettivo della fantascienza.

"Dune" (1984, 2021): Le acconciature come status symbol

Le versioni cinematografiche di Dune hanno sempre dedicato grande attenzione ai capelli, usando le acconciature per differenziare le varie casate nobiliari e le culture del pianeta Arrakis. Nel film del 1984, i capelli lunghi e fluenti degli Atreides suggeriscono nobiltà e raffinatezza, mentre nel film di Denis Villeneuve del 2021, le trecce elaborate e i raccolti sofisticati della corte Harkonnen trasmettono disciplina e potere.

Il noir e il thriller: I capelli come arma di seduzione e pericolo

Il genere noir ha sempre attribuito grande importanza alle acconciature, soprattutto nel delineare le femme fatale. Capelli perfetti, onde impeccabili e look sofisticati sono parte integrante della loro aura di mistero e pericolo.

"Vertigo" (1958): L’ossessione passa dai capelli

In Vertigo di Alfred Hitchcock, i capelli sono un elemento narrativo essenziale. Il protagonista, Scottie, sviluppa un'ossessione malata per il look di Madeleine (Kim Novak), tanto da costringere un’altra donna a imitarla, replicando il suo stesso colore di capelli e la sua celebre pettinatura raccolta a spirale. Il film usa l’acconciatura per parlare di identità, manipolazione e desiderio, dimostrando come i capelli possano diventare un simbolo di controllo e metamorfosi.

"Basic Instinct" (1992): Il biondo glaciale come arma letale

Catherine Tramell (Sharon Stone) è l’emblema della femme fatale moderna. I suoi capelli biondo platino, sempre perfetti e impeccabili, la rendono ancora più enigmatica e pericolosa. Il suo look richiama le grandi dive del noir classico, ma con un tocco di freddezza che aumenta il senso di minaccia.

Conclusione: Quando i capelli raccontano il genere cinematografico

Nel cinema di genere, i parrucchieri non si limitano a creare look accattivanti: plasmano identità, contribuiscono all’atmosfera e rafforzano la narrazione visiva. Dai capelli spettinati e selvaggi dell’horror ai tagli audaci della fantascienza, fino alla perfezione glaciale del noir, ogni scelta di hairstyling ha una sua ragione d’essere.

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