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~ LA REDAZIONE DI RC
Se c’è un aspetto che distingue un grande produttore da un semplice finanziatore, è la capacità di vedere il potenziale di un film prima ancora che esista. Alcuni produttori hanno creduto in progetti che sembravano destinati al fallimento, altri hanno combattuto per proteggere una visione artistica in cui nessun altro credeva. Alcuni hanno saputo costruire interi imperi cinematografici partendo da un’idea.
Negli anni ‘50, i romanzi di Ian Fleming su James Bond erano popolari, ma nessuno credeva che un agente segreto britannico potesse funzionare sul grande schermo. Albert R. Broccoli, insieme al socio Harry Saltzman, la pensava diversamente. Nel 1961 riuscirono a ottenere i diritti cinematografici e fondarono la EON Productions, con l’intenzione di trasformare James Bond in una saga cinematografica. Tuttavia, nessuno studio di Hollywood voleva finanziare il progetto: gli agenti segreti non erano considerati un genere redditizio.
Broccoli e Saltzman trovarono un compromesso con la United Artists, che accettò di produrre il primo film, Licenza di uccidere (1962), ma con un budget ridotto. Anche la scelta dell’attore protagonista fu complicata: la produzione voleva una star affermata, mentre Broccoli spinse per un volto nuovo, Sean Connery, allora poco conosciuto. Il film fu un successo clamoroso, dando il via alla saga più longeva della storia del cinema. Broccoli continuò a produrre i film di Bond fino alla sua morte nel 1996, e la sua famiglia ancora oggi gestisce la serie. Senza la sua determinazione, probabilmente James Bond sarebbe rimasto solo un personaggio di carta.
Negli anni ‘90, il cinema indipendente ricevette una spinta decisiva grazie alla Miramax, la casa di produzione fondata da Harvey e Bob Weinstein. Seppur oggi il nome di Harvey Weinstein sia inevitabilmente legato agli scandali che lo hanno travolto, il suo impatto sull’industria cinematografica è stato enorme.
Weinstein era rinomato per la sua aggressività nella promozione e nella distribuzione dei film, ed è grazie a lui se opere di registi come Quentin Tarantino, Steven Soderbergh e Kevin Smith hanno avuto successo. Un esempio perfetto è Pulp Fiction (1994): Tarantino aveva realizzato solo un film (Le iene), e nessuno studio tradizionale era disposto a dargli il controllo totale sul suo progetto successivo. Weinstein, invece, accettò di produrre il film e di distribuirlo con una strategia innovativa, facendolo debuttare a Cannes prima ancora che uscisse nei cinema.
Il risultato? Pulp Fiction vinse la Palma d’Oro, incassò oltre 200 milioni di dollari e rivoluzionò il cinema americano. Miramax divenne sinonimo di film indipendenti di qualità, contribuendo anche al successo di Shakespeare in Love (1998), che vinse l’Oscar come Miglior Film, battendo Salvate il soldato Ryan.
Quando nel 2008 uscì Iron Man, il Marvel Cinematic Universe non esisteva ancora. I diritti cinematografici dei personaggi Marvel erano sparsi tra diversi studi: Spider-Man era alla Sony, gli X-Men alla Fox. Ma Kevin Feige, produttore e presidente dei Marvel Studios, aveva una visione ben precisa: creare un universo condiviso, in cui i personaggi interagissero tra loro come nei fumetti. La scommessa era rischiosa. Per finanziare il primo ciclo di film, la Marvel ipotecò i diritti dei suoi stessi personaggi: se il progetto fosse fallito, lo studio avrebbe perso tutto. Il successo di Iron Man e la scelta di costruire un intreccio narrativo a lungo termine ripagarono il rischio.
Feige fu il primo produttore a trattare un franchise cinematografico come una serie TV a lungo termine, pianificando trame che si sarebbero sviluppate nel corso di più film. Il risultato fu un successo senza precedenti: il MCU divenne il franchise più redditizio della storia, culminando in Avengers: Endgame (2019), che incassò oltre 2,7 miliardi di dollari.
Dino De Laurentiis è stato uno dei produttori più importanti della storia del cinema, un uomo che ha portato il cinema italiano sulla scena internazionale e ha contribuito a realizzare alcuni dei film più iconici di sempre. Negli anni ‘50 e ‘60, De Laurentiis fu uno dei principali promotori del neorealismo italiano, producendo capolavori come La Strada (1954) e Le notti di Cabiria (1957) di Federico Fellini, entrambi vincitori dell’Oscar per il miglior film straniero. Ma la sua ambizione andava oltre. De Laurentiis voleva competere con Hollywood e, negli anni ‘70, si trasferì negli Stati Uniti, dove produsse film spettacolari come il remake di King Kong (1976), Conan il Barbaro (1982) e persino Dune (1984).
Era famoso per la sua mentalità imprenditoriale: per Conan il Barbaro, riuscì a vendere i diritti di distribuzione in diversi paesi prima ancora che il film venisse girato, assicurandosi così il finanziamento. Un modello che ancora oggi molti produttori utilizzano.
Che si tratti di lanciare una saga iconica, far emergere nuovi talenti o rivoluzionare un intero genere, i produttori che hanno cambiato il cinema sono stati spesso coloro che hanno avuto il coraggio di rischiare quando nessun altro lo faceva. Senza di loro, molti dei film che amiamo oggi non sarebbero mai esistiti.
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