Pucci Scafidi presenta “Eolie – tra venti e silenzi”: il nuovo viaggio fotografico

Quando Pucci Scafidi racconta un luogo, lo fa sempre con la calma di chi non sta solo fotografando un paesaggio, ma un respiro. Il suo nuovo libro, “Eolie – tra venti e silenzi”, 23ª pubblicazione dell’autore, è esattamente questo: un ritorno che diventa nuova partenza. Un secondo viaggio dentro l’arcipelago eoliano, che riscrive, ascolta, illumina un sentiero già battuto da un altro punto di vista.

Scafidi presenta l’opera in anteprima assoluta, cercando il punto in cui il silenzio incontra il vento, e da lì ricostruisce una narrazione visiva fatta di attese, di distanza, di occhi che imparano a guardare di nuovo. La prefazione è firmata da Antonio Calabrò, Presidente di Museimpresa, che individua con precisione il cuore del progetto: Le sue foto “ci aiutano a vedersi. E rivedersi. Nello sguardo dell’altro. Nella distanza ironica e critica che scongiura i guasti del narcisismo”. Una frase che apre un varco interpretativo interessante: il viaggio alle Eolie è anche un viaggio interno, un movimento che permette di guardare un luogo, e se stessi, da un’altra prospettiva. Un libro che attraversa miti, geografie e memorie

L’opera si inserisce in quel filone visivo che Scafidi porta avanti da anni: l’idea che ogni luogo abbia un ritmo, e che la fotografia sia un modo per mettersi in ascolto. Le Eolie, con i loro vulcani, la loro luce liquida, la loro storia modellata dal vento, diventano un teatro naturale dove convivono il Mediterraneo più selvaggio e quello più intimo. Il libro racconta persone, gesti minimi, frammenti di vita quotidiana intrappolati tra mare e roccia. Un mosaico che rimanda alla tradizione dei grandi racconti mediterranei – un richiamo che riecheggia anche nella prefazione, dove si passa naturalmente da Saramago a Proust, da Tomasi di Lampedusa a Matvejevic. È un volume che lavora sulla distanza: avvicina i dettagli, si allontana dalle sagome delle isole, si tuffa nei contrasti. Il vento è movimento, il silenzio è memoria. E tutti e due diventano immagine.