Street Cinema - City of god

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Articolo a cura di...


~ ALBERTO LUSARDI


La scelta di un film da guardare alla sera o in qualsiasi altro momento spesso è difficile, quasi complessa, sempre indecisi sulla miriade di titoli da recuperare e da aggiungere alla vostra watchlist. Aggiungiamo anche la quantità di abbonamenti attivi sulle varie piattaforme, insomma a vederla così sembra un labirinto di titoli da vedere e quindi in questo caso una “pellicola vale l’altra” per intenderci.

Il genere Hip Hop è ricco di citazioni a libri, personaggi famosi e pubblici, eventi storici e scandali politici, denunce al sistema e paragoni a personaggi di film e serie tv.


L’arte influenza arte, si sà, ed è per questo che vorrei con questa rubrica, farvi scoprire a piccoli passi, quali pellicole, secondo me, hanno influenzato questo genere e l’immaginario collettivo.


In questa rubrica analizzerò un film per volta, dando così la possibilità di studiarlo a fondo onde evitare di mettere troppi titoli e disperdere così l’attenzione.



Partiamo subito con: “City of God” (Titolo originale “ Cidades de Deus”)

Anno: 2002
Durata:128 minuti
Genere: Biografico, Gangster, Thriller

Regia: Fernando Meirelles


Siamo nella Cidade de Deus, favela di Rio de Janeiro ed il racconto è narrato dal giovane Buscapè, che condivide la storia della sua città degradante.

Anni 60’: la favela in quegli anni è già abbandonata a se stessa, polizia violenta, poche risorse e giovani criminali. Tra i delinquenti sono noti tre ragazzi: Cabeleira, Alicate e Marreco (fratello più grande di Buscapè). Famosi per rubare agli imprenditori e dividere i soldi con la comunità, proteggendoli dalla polizia.


Buscapè vuole trovarsi un lavoro onesto mentre Dadinho, suo coetaneo, vuole diventare un criminale e convince il trio a fare un colpo presso un motel, per derubare gli ospiti. I ragazzi però lo escludono, relegandolo così a fare da vedetta. Con tutte le possibilità del caso il colpo va male, gli ospitanti vengono uccisi e i protagonisti sono costretti a fuggire dalla polizia. Alicate si unisce alla chiesa mentre Cabaleira tenta di fuggire con la sua amante ma viene ucciso dalla polizia.


Anni 70’: La favela diventa un vero e proprio far west e vige la legge del più forte. Buscapè cresce, scopre l’amore per la fotografia ed entra nel circolo di hippie, dove si infatua di Angelica. Dadinho diventa noto come Zè Pequeno e si scopre solo dopo che aveva finto di avvertire i compagni dell’arrivo della polizia, uccidendo così le persone nel motel. Inoltre uccide Marreco, che cerca di prendergli i soldi per fuggire dalla favela.


Zè Pequeno insieme a Benè (fratello di Cabaleira) fondano un’impero della droga, sbarazzando la concorrenza. Risparmiano però Sandro Cenoura, spacciatore amico di Benè, che sarà costretto a lavorare per loro.

Con la sua brutalità e violenza, Zè stabilisce una relativa pace nella favela, soprannominata “Città di Dio”. Se da una parte Zè vuole ancora più potere e fama, Benè invece vuole andarsene per rifarsi una vita, insieme ad Angelica.

Durante la festa d’addio di Benè, Zè non vuole che se ne vada e i due cominciano così a litigare.


Neguinho, spacciatore sotto il comando di Sandro, cerca di uccidere Zè ma sbaglia e colpisce Benè, uccidendolo. Quello che succede dopo diventa il putiferio: Zè impazzisce e si dirige verso il suo nascondiglio, nel mentre Sandro punisce Neguinho per l’errore commesso e nella fuga Zè segue e stupra una ragazza che aveva respinto alla festa. Tutto questo davanti agli occhi del suo fidanzato Manè Galinha.


Zè per finire il suo lavoro con Manè si reca a casa sua per finirlo ma viene accoltellato da quest’ultimo, iniziando così una sparatoria di sangue, uccidendo i cari di Manè. Per vendicarsi Manè si unirà a Sandro

Anni 80’: La situazione diventa ingestibile nella favela, Zè continua ad arruolare ragazzini per combattere mentre Buscapè riesce a trovare lavoro presso un giornale.


Per un vecchio incontro per l’acquisto di droga, Buscapè viene incaricato da Zè per farsi scattare delle foto insieme alla sua banda e queste foto accidentalmente vengono pubblicate sul giornale, suscitando paradossalmente la gioia di Zè Pequeno. Preferisco non continuare con la trama perchè è un film che dovete assolutamente vedere, 4 nomination agli Oscar, una fotografia affascinante, diretta da César Charlone, con degli shot che rimarranno nella storia del cinema (vedi le due foto) e con una regia crudissima di Fernando Meirelles insieme alla moglie Kàtia Lund, co -regista.


Il film è tratto dall’omonimo romanzo semi-autobiografico dello scrittore brasialiano Paulo Lins. La pellicola vinse nel 2003 ai BAFTA il premio per il miglior montaggio (Daniel Rezende) ma nessun oscar effettivo. Il film divenne subito un cult nel mondo Hip Hop, in Italia basti pensare che Cosimo Fini in arte “Gue Pequeno” prese il suo nome d’arte da quel personaggio.

Gue non è stato l’unico ad essere influenzato da questo capolavoro, troviamo infatti altri artisti che hanno citato la pellicola nei loro testi, da Emis Killa a Kanye West ed Alicia Keys, da Jake La furia ad Axos e Nerone, da Ernia ai Dsa Commando. Insomma un vero e proprio gangster movie da recuperare assolutamente e noi ci rivedremo con il prossimo articolo di Street Cinema.


Buona Visione


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