Suono diegetico Vs suono extradiegetico

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~ LA REDAZIONE DI RC

Definizione e Contesto Narrativo

Il suono, nel cinema, non è mai un elemento neutro. Ogni scelta sonora, anche la più impercettibile, contribuisce a costruire la narrazione e il mondo del film. Per comprendere appieno la differenza tra suono diegetico ed extradiegetico, bisogna partire dalla definizione di "diegesi": è il termine che indica tutto ciò che appartiene al mondo narrativo della storia, cioè quello percepibile dai personaggi. Il suono diegetico, quindi, è tutto ciò che esiste all'interno del mondo rappresentato. È udibile non solo dal pubblico, ma anche dai personaggi del film. Un dialogo tra due personaggi, i passi di qualcuno che cammina su un pavimento di legno, una radio accesa in una stanza, il vento che soffia tra gli alberi: tutti questi esempi rientrano nella sfera diegetica. Questi suoni non solo arricchiscono l’immersione del pubblico nel mondo del film, ma forniscono anche informazioni essenziali sulla realtà vissuta dai personaggi. Un suono diegetico può essere inoltre "on-screen" (la fonte è visibile, come una macchina che sfreccia in strada) o "off-screen" (la fonte non è visibile, come un telefono che squilla in un’altra stanza).


Dall’altra parte c’è il suono extradiegetico, che non fa parte del mondo percepito dai personaggi, ma è un elemento aggiunto per lo spettatore. È uno strumento narrativo usato per amplificare emozioni, sottolineare passaggi tematici o guidare l’interpretazione della scena. Il classico esempio è la colonna sonora: una musica orchestrale che accompagna una sequenza drammatica non è qualcosa che i personaggi possono sentire, ma è fondamentale per lo spettatore per entrare nello stato emotivo desiderato dal regista. Un altro caso comune sono i voice-over, in cui una voce narrante commenta gli eventi ma non interagisce direttamente con il mondo del film. Questo dualismo tra suono diegetico ed extradiegetico è centrale nella costruzione del linguaggio cinematografico. Ogni regista lo utilizza per orchestrare il coinvolgimento del pubblico, scegliendo quando rispettare il confine della diegesi e quando, invece, infrangerlo per ottenere un effetto specifico. Ad esempio, l’uso del silenzio extradiegetico in una scena particolarmente intensa può creare un vuoto emotivo che il suono diegetico, da solo, non sarebbe in grado di trasmettere.

Funzione Drammatica e Interpretativa

Il suono nel cinema non si limita a creare atmosfera; è uno strumento narrativo in grado di plasmare l’esperienza emotiva dello spettatore e orientare la sua interpretazione degli eventi. La distinzione tra suono diegetico ed extradiegetico è fondamentale per comprendere come il regista manipoli l’audio per comunicare emozioni, sottotesti e persino messaggi subliminali. Il suono diegetico è essenziale per radicare il pubblico nel mondo del film. Immagina una scena di un bar affollato: il brusio delle conversazioni, il tintinnio dei bicchieri, il rumore di una porta che si apre e si chiude.


Questi suoni creano una sensazione di autenticità, rendendo credibile l’ambiente narrativo. Ma il suono diegetico non si limita a "riempire" lo spazio: spesso diventa uno strumento drammatico. Per esempio, un telefono che squilla insistentemente in una stanza vuota può creare suspense o tensione, enfatizzando l'assenza di un personaggio o anticipando un evento importante. Al contrario, il silenzio diegetico può avere un impatto altrettanto forte. In una scena di dialogo, il rumore di fondo può gradualmente scomparire per isolare le voci dei personaggi e concentrare l’attenzione su un momento cruciale. È una tecnica sottile ma efficace che rafforza il coinvolgimento emotivo dello spettatore.

Il suono extradiegetico, invece, opera su un livello completamente diverso.


È un ponte tra il mondo del film e le emozioni dello spettatore. La musica, in particolare, è lo strumento più usato per influenzare la percezione emotiva di una scena. Una sequenza d’azione può sembrare adrenalinica grazie a una colonna sonora veloce e ritmata, mentre una scena di separazione o perdita può essere resa straziante da un tema musicale lento e malinconico. L’uso del suono extradiegetico non si limita alla musica. Anche gli effetti sonori possono essere usati per amplificare il significato di una scena. Ad esempio, in un film horror, un rumore stridente che aumenta di intensità può non appartenere al mondo diegetico, ma serve a generare ansia e preannunciare un evento spaventoso. Un aspetto interessante è quando il regista crea una tensione tra i due tipi di suono, giocando sulle aspettative dello spettatore. Ad esempio, una scena di violenza può essere accompagnata da una musica extradiegetica dolce e delicata, creando un contrasto stridente che amplifica il senso di disagio. Questo tipo di scelta non solo aggiunge profondità alla narrazione, ma invita il pubblico a riflettere su ciò che sta guardando.

Esempi Iconici nel Cinema

L'uso del suono diegetico ed extradiegetico ha prodotto alcune delle sequenze più memorabili nella storia del cinema. Analizzare esempi specifici aiuta a comprendere come i registi abbiano sfruttato queste due dimensioni sonore per costruire atmosfere, sviluppare personaggi e comunicare messaggi impliciti.


Un esempio emblematico dell’uso del suono diegetico è Dunkirk di Christopher Nolan. Il regista utilizza prevalentemente suoni diegetici – motori di aerei, spari, il rumore delle onde – per immergere lo spettatore nell’esperienza della guerra. La colonna sonora di Hans Zimmer si fonde spesso con questi suoni, creando un confine sfumato tra ciò che è percepibile dai personaggi e ciò che esiste solo per il pubblico. L’effetto è quello di un realismo quasi claustrofobico, che amplifica la tensione e la sensazione di pericolo. Allo stesso modo, in A Quiet Place, il silenzio diegetico diventa parte integrante della narrazione. I personaggi vivono in un mondo in cui ogni suono può attirare creature letali, quindi il film sfrutta il suono diegetico (o la sua assenza) per costruire suspense. Il contrasto tra momenti di silenzio assoluto e suoni improvvisi diventa una metafora della vulnerabilità umana.


L’uso del suono extradiegetico è spesso associato alla musica, ma può includere anche effetti sonori creati per sottolineare il significato emotivo o tematico di una scena. Un esempio indimenticabile è Il Gladiatore di Ridley Scott, in cui la colonna sonora di Hans Zimmer e Lisa Gerrard amplifica il dramma epico e la malinconia delle scene. Quando Massimo cammina nei campi elisi nella sequenza finale, la musica extradiegetica sottolinea il suo viaggio spirituale, trasmettendo un senso di pace e compimento.

Un esempio più sperimentale è Birdman di Alejandro González Iñárritu. In questo caso, il regista sfuma il confine tra diegesi ed extradiegesi. La colonna sonora è composta principalmente da un tamburo solista che sembra essere extradiegetico, ma occasionalmente si rivela diegetico quando il batterista appare in scena. Questo gioco crea un effetto straniante che riflette la psiche frammentata del protagonista.


Alcuni registi giocano intenzionalmente con la distinzione tra suono diegetico ed extradiegetico per destabilizzare lo spettatore o creare significati più profondi. In Apocalypse Now di Francis Ford Coppola, ad esempio, la celebre scena degli elicotteri che attaccano un villaggio vietnamita al suono della Cavalcata delle Valchirie di Wagner combina i due livelli: la musica è diegetica, riprodotta dagli altoparlanti degli elicotteri, ma assume anche una funzione extradiegetica, trasformandosi in una colonna sonora epica che commenta l’assurdità della guerra.

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