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~ LA REDAZIONE DI RC
Il settimo episodio di The Witcher 4, intitolato “Quello che amo, non lo porto con me”, riporta finalmente Geralt e Yennefer sulla stessa strada, mentre Ciri si allontana sempre di più da ciò che era. Tra paludi stregate, indovinelli mistici e vecchie ferite che riemergono, il racconto rallenta, ma si fa più intimo e riflessivo. La tensione resta altissima, e ogni personaggio è costretto a scegliere chi essere, chi seguire e chi sacrificare. Qui trovi la trama completa, la spiegazione del finale e l’analisi sintetica dei personaggi e dei misteri che si avvicinano alla resa dei conti.

Yennefer arriva a Nilfgaard con una certezza: trovare Ciri. Ma la verità si rivela subito amara. La ragazza che tutti credono la Leoncina di Cintra è un’impostora, e Yennefer lo capisce all’istante. Ciri non è lì. Ma allora, dov’è? Nel frattempo, Geralt, Milva, Ranuncolo, Cahir, Zoltan e il resto del gruppo decidono di prendere la via più rischiosa ma veloce: attraversare le paludi per raggiungere Nilfgaard. Prima di partire, Milva rivela di essere incinta, ma nonostante tutto decide di continuare il viaggio. Nelle paludi, qualcosa inizia a muoversi nell’ombra. Una voce femminile guida Geralt e costringe il gruppo a seguire un sentiero che si apre magicamente tra gli alberi. Più avanti, alcuni membri del gruppo spariscono misteriosamente. Le paludi sembrano vive. Geralt comincia ad avere visioni: Yennefer, Ciri… immagini che confondono i sensi. Ma non sono reali.
Nel covo dei Ratti, intanto, arriva Hotspurn, incaricato di pagare il riscatto per il bambino rapito. Porta anche delle notizie: Leo Bonhart è a Gelosia, in una locanda chiamata Testa di Chimera, ed Emhyr sta per sposare Ciri. Le parole lo confermano: i Ratti lavorano da tempo per Hotspurn e, indirettamente, per l’Impero. Ciri è sconvolta. Nessuno dei suoi compagni sembra cogliere il peso di ciò che sta accadendo, e la ragazza si allontana, delusa. Mistle la insegue. Le rivela che sa chi è davvero: Cirilla di Cintra. Cerca di convincerla a restare e combattere insieme. Ma Ciri ha deciso: non può più scappare. Deve agire. Deve fermare tutto. Se ne va da sola. Nella palude, Geralt viene finalmente trascinato davanti a due creature fatte di radici ed erba, le Rusalka. Spiriti che infestano le acque.
Gli pongono un enigma:
“Quello che amo non lo porto con me.
 Quello che nutro non lo alimento.
 Quello per cui vivo e muoio non è mio soltanto.”
Geralt le colpisce e poi, prima di essere risucchiato dalle radici e in preda alle visioni, urla la risposta: “Sono un padre”. Le creature svaniscono, l’incantesimo si spezza. Il gruppo viene liberato. Ce l’ha fatta. Usciti dalle paludi, Zoltan dona a Geralt una spada: lo nomina difensore dei nani. Yarpen, invece, decide di tornare a Mahakam, la sua terra. Di notte, Milva e Geralt parlano sotto le stelle. Lei rivela il suo vero nome, Maria, e i dubbi sul destino che la attende. Geralt ammette che Yennefer e Ciri lo hanno cambiato. “L’unica scelta che abbiamo,” le dice, “è gestire quello che ci viene dato”.
Quella stessa notte, Geralt sente un portale aprirsi. Yennefer è davanti a lui. Si rivedono, si abbracciano, e finalmente si amano, lontani da tutto. Lei gli rivela che Ciri non è con Emhyr, ma il tempo stringe. Hanno solo loro stessi. Almeno per ora. A Nilfgaard, Emhyr stringe Skellen con un pugnale alla gola: l’uomo è responsabile dell’inganno che sta per scoprire il mondo, e ha tramato contro di lui. L’uomo confessa: il problema non è solo la falsa Ciri, ma che più persone hanno un destino legato a lei, tra cui Geralt. Emhyr capisce che per avere Ciri, dovrà uccidere il witcher.
Il gruppo di Geralt è diretto ora verso i druidi, in grado di localizzare Ciri grazie all’equinozio imminente. Yennefer si congeda e torna a Montecalvo. Intanto, Ciri assale la carovana di Hotspurn per liberare il bambino. Lui le dice che il nome di Leo e la locanda non erano un avvertimento. Era un’esca. Leo Bonhart li aspetta lì. Vuole ucciderli. E sarà colpa sua.
Il titolo “Quello che amo, non lo porto con me” diventa chiave nella scena dell’enigma. L’enigma è un test, ma anche uno specchio: Geralt si riconosce finalmente come padre. Non solo di Ciri, ma della sua stessa identità. Nonostante l’assenza, nonostante il dolore, ama è parte di lui, anche se non può portarlo sempre con sé. Il ritorno di Yennefer è un momento sospeso: è pace prima della guerra. Ma intanto Emhyr ha scoperto tutto, e la minaccia è chiara: per reclamare Ciri, dovrà abbattere Geralt. Dall’altra parte, Ciri è pronta a tutto pur di proteggere chi ama, ma la sua furia potrebbe portare alla rovina chi le sta accanto. L’equilibrio è saltato. Ognuno ha scelto da che parte stare. E la prossima mossa, ormai, è guerra.

Geralt – Riconosce se stesso come padre. Ha ritrovato Yennefer. Ma il tempo stringe.
Yennefer – Smonta la menzogna della falsa Ciri. Riparte per cercare risposte.
Ciri/Falka – Fugge dai Ratti e si prepara a combattere. La sua identità è una bomba pronta a esplodere.
Mistle – Leale ma rassegnata. Non può fermare Ciri.
Milva – Incinta, ma determinata. Svela la sua umanità sotto la corazza.
Emhyr – Pronto a eliminare Geralt pur di avere Ciri.
Skellen – Traditore fino all’ultimo.
Leo Bonhart – È già in attesa. Ha scelto il luogo del massacro.
Hotspurn – Subdolo e ambiguo, rivela che i Ratti sono pedine dell’Impero.
Le Rusalka – Creature spirituali, legate alla morte, ma in grado di offrire redenzione.
The Witcher 4 – Episodio 7 è l’episodio della svolta emotiva. Tutto rallenta per fare spazio a ciò che conta: chi sei quando ti tolgono tutto? Geralt si definisce padre. Ciri sceglie la solitudine. Yennefer abbraccia il presente, sapendo che il futuro è già in corsa. E da Gelosia, il nome della locanda, si alza l’ombra di Leo Bonhart. La stagione è a un passo dal suo finale. E nessuno è al sicuro.

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