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~ LA REDAZIONE DI RC
“Fight Club” di David Fincher è un viaggio all’interno di una mente che crolla sotto il peso dell’alienazione moderna. È un film che parte con un colpo in bocca – letteralmente – e poi si espande in un mosaico di violenza, ironia e identità spezzate.
La storia inizia con il protagonista (Edward Norton), il “Narratore”, che si ritrova con una pistola infilata tra i denti. Davanti a lui c’è Tyler Durden (Brad Pitt), un uomo misterioso che ha fatto saltare in aria il centro della città. E mentre tutto intorno è pronto a esplodere, il pensiero del Narratore corre a Marla Singer (Helena Bonham Carter). In un flashback torniamo al momento in cui la sua vita era apparentemente normale, fatta di insonnia e noiose routine consumistiche.
Il Narratore lavora come consulente, è ossessionato dal catalogo Ikea e ha trasformato il suo appartamento in un tempio del minimalismo. Non dorme da mesi e il medico, per schernirlo, gli suggerisce di frequentare gruppi di supporto per persone con malattie terminali: “Lì vedrà la vera sofferenza”. Così l’uomo finisce in un incontro per uomini con cancro ai testicoli, dove conosce Bob (Meat Loaf), ex bodybuilder ora segnato da un corpo deformato dagli steroidi. È un ambiente che gli permette di piangere, sfogarsi e – finalmente – dormire.
Presto però arriva l’intruso: Marla Singer, una donna che frequenta i gruppi di supporto per puro opportunismo, esattamente come lui. La sua presenza lo turba al punto da costringerlo a dividere con lei gli incontri settimanali. Inizia così una nuova fase della sua vita, fatta di viaggi di lavoro, valigie perse e disorientamento esistenziale.
Durante uno di questi viaggi in aereo incontra Tyler Durden, un carismatico produttore di sapone che ha un’aria da filosofo nichilista. È l’inizio di una relazione destinata a stravolgerlo. Tornato a casa, scopre che il suo appartamento è esploso in un misterioso incidente. Senza sapere dove andare, prova a chiamare Marla ma riattacca. Poi compone il numero di Tyler.
I due si incontrano in un bar. Il Narratore, disperato per aver perso tutto, confessa a Tyler di sentirsi “quasi completo” con le sue cose. Tyler lo corregge: “Le cose che possiedi, alla fine ti possiedono”. Poi gli propone una sfida: colpirlo più forte che può. Nasce così il Fight Club, un rituale clandestino dove uomini frustrati si picchiano per sentirsi vivi.
Il Narratore si trasferisce nella fatiscente villa di Tyler, un luogo senza acqua calda, senza regole e senza mobili. Ogni notte, i due combattono e presto altri uomini li imitano. Il Fight Club diventa un fenomeno sotterraneo, con regole precise (“La prima regola del Fight Club è: non parlate del Fight Club”). Il Narratore, pieno di lividi ma finalmente sereno, continua la sua vita tra ufficio e risse notturne.
Marla intanto ricompare. Tyler la “salva” da un tentativo di suicidio e inizia una relazione con lei. La donna entra ed esce dalla villa, ma il Narratore non capisce mai del tutto cosa stia succedendo. Al lavoro il suo comportamento diventa sempre più aggressivo; quando il capo scopre il Fight Club, il Narratore inscena un’autolesione e lo ricatta, ottenendo soldi per finanziare il gruppo.
Nel frattempo, Tyler trasforma il Fight Club in qualcosa di più grande: “Project Mayhem”, un’organizzazione che compie atti di vandalismo e sabotaggio contro simboli del consumismo. La loro vita diventa un crescendo di rituali, discorsi incendiari e missioni clandestine. Ma qualcosa comincia a sfuggire di mano.
Quando Bob muore durante una missione, il Narratore è distrutto. Tyler sparisce e lui comincia a viaggiare per cercarlo, scoprendo che in ogni città c’è un Fight Club e che tutti lo riconoscono come… Tyler Durden. Anche Marla gli conferma che loro due sono la stessa persona.
Il colpo di scena è devastante: Tyler non esiste. È un alter ego creato dal Narratore per sfogare la propria rabbia repressa. Tutti i piani, gli attentati, i discorsi rivoluzionari erano suoi. L’uomo cerca di fermare il progetto Mayhem, ma la macchina ormai è lanciata: gli edifici delle società di credito stanno per esplodere.
Riesce a far evacuare Marla su un autobus per metterla al sicuro, poi si consegna alla polizia, ma anche gli agenti fanno parte del Project Mayhem e cercano di castrarlo, seguendo gli ordini del “vero” Tyler. Il Narratore riesce a scappare e raggiunge il palazzo dove si trovano gli esplosivi.
Qui combatte con Tyler in una scena surreale: da un lato c’è l’alter ego, dall’altro lui stesso che si colpisce davanti alle telecamere di sicurezza. Capisce che l’unico modo per fermare tutto è eliminare Tyler dalla sua mente. Si punta la pistola alla bocca e spara: Tyler svanisce.
Marla arriva scortata dagli uomini del Project Mayhem. Il Narratore, ferito ma vivo, la prende per mano mentre fuori gli edifici crollano uno dopo l’altro. L’ultima frase è un colpo di genio: “Mi hai conosciuto in un momento molto strano della mia vita”.
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