Zendaya è un'attrice o un'icona?

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~ LA REDAZIONE DI RC

Negli ultimi anni, Zendaya è diventata un nome impossibile da ignorare. Che sia per il successo di Euphoria, per i blockbuster in cui ha recitato o per la sua influenza nel mondo della moda e dell’intrattenimento, è chiaro che la sua figura va oltre quella di una semplice attrice. Ma è proprio questo il punto: quanto del suo successo è dovuto alle sue reali capacità interpretative e quanto alla sua immagine pubblica? Zendaya è un’attrice con un talento solido o è soprattutto un’icona pop? Analizziamo la sua evoluzione artistica per rispondere a questa domanda.



Dalle serie Disney al cinema: il primo passo verso la maturità artistica


Come molte giovani star hollywoodiane, Zendaya ha iniziato la sua carriera nel mondo Disney. Il suo debutto avviene con la serie A tutto ritmo (Shake It Up!, 2010-2013), dove interpreta Rocky Blue, una giovane ballerina alle prese con il mondo dello spettacolo.


In questi anni, Zendaya dimostra un naturale carisma davanti alla telecamera e una forte presenza scenica, due qualità che saranno fondamentali per la sua carriera futura. Tuttavia, è ancora legata al tipico stile recitativo Disney: espressioni marcate, ritmo veloce nei dialoghi e un’energia quasi teatrale, più adatta a una sitcom che a un film drammatico.

Dopo A tutto ritmo, lavora in altri progetti Disney, tra cui K.C. Agente Segreto (2015-2018), dove inizia a mostrare una maggiore versatilità, alternando commedia e azione. Ma è evidente che il suo obiettivo è staccarsi dal mondo Disney per dimostrare di poter essere un’attrice adulta.

L’ingresso nel cinema: ‘Spider-Man’ e il passaggio ai blockbuster

Nel 2017, Zendaya ottiene il suo primo ruolo importante al cinema in Spider-Man: Homecoming, interpretando Michelle “MJ” Jones. Il personaggio è una reinterpretazione moderna della storica MJ Watson, con un carattere più sarcastico e introverso rispetto alla versione classica.


La sua performance è sottotono rispetto ai ruoli più esplosivi del film, ma è proprio questa scelta a renderla interessante. Zendaya non cerca di rubare la scena, ma costruisce un personaggio che cresce nel tempo. Nei sequel, Far From Home (2019) e No Way Home (2021), la sua MJ diventa sempre più centrale, mostrando una Zendaya capace di interpretare con naturalezza sia momenti leggeri che scene emotivamente più complesse.


Questa esperienza nei blockbuster le dà una visibilità enorme, ma non è ancora abbastanza per dimostrare il suo valore come attrice drammatica. Per questo, nel 2019 accetta il ruolo che cambierà tutto: Rue in Euphoria.



‘Euphoria’: la consacrazione definitiva


Se c’è un ruolo che ha dimostrato il talento di Zendaya, quello è Rue Bennett, la protagonista di Euphoria, la serie HBO creata da Sam Levinson.

Rue è un personaggio estremamente complesso: una giovane tossicodipendente che lotta con i suoi demoni interiori, tra traumi, dipendenze e relazioni instabili. Interpretare un ruolo del genere richiede un’intensità emotiva e una profondità che vanno ben oltre i suoi lavori precedenti.


Zendaya non si limita a recitare Rue: la vive. Il suo stile recitativo in Euphoria si basa su un realismo crudo, che evita ogni teatralità e si affida a dettagli sottili: il modo in cui si muove, la postura, il tono della voce che cambia a seconda del livello di lucidità del personaggio.


La seconda stagione, in particolare, le permette di dare il massimo: nell’episodio 5, Stand Still Like the Hummingbird, Zendaya offre una delle scene più potenti della televisione recente. La sua Rue, in preda alla crisi d’astinenza, si scontra con la madre e la sorella in una performance devastante. Questo episodio le vale il secondo Emmy come Miglior Attrice in una Serie Drammatica, un riconoscimento che conferma il suo status di interprete di livello.


Con Euphoria, Zendaya dimostra di essere un’attrice a tutti gli effetti, capace di affrontare ruoli psicologicamente impegnativi e di dominare la scena con il solo sguardo.

Tra cinema indipendente e nuovi blockbuster

Dopo Euphoria, Zendaya ha scelto con attenzione i suoi ruoli, alternando film commerciali a produzioni più autoriali.


Nel 2021 recita in Malcolm & Marie, un dramma in bianco e nero diretto da Sam Levinson e girato durante il lockdown. Il film è un esercizio di recitazione pura, in cui Zendaya e John David Washington reggono tutta la narrazione con soli dialoghi e scontri verbali. La sua interpretazione è solida, ma il film divide la critica: alcuni lo vedono come un esperimento riuscito, altri lo considerano eccessivamente costruito.


Ma è nel 2023 che Zendaya torna al cinema in grande stile con Dune: Parte Due, in cui il suo personaggio, Chani, avrà un ruolo più centrale rispetto al primo capitolo. Qui l’attrice dovrà dimostrare di poter reggere il confronto con attori del calibro di Timothée Chalamet, Javier Bardem e Florence Pugh.



Zendaya è un’icona?


Al di là del talento attoriale, Zendaya è diventata un’icona globale. La sua influenza va oltre il cinema: è una figura di riferimento nel mondo della moda, una delle presenze più attese sui red carpet e una voce importante per temi sociali come la diversità e l’inclusione.


La sua collaborazione con il designer Law Roach ha reso i suoi look iconici, trasformandola in una delle star più fotografate e discusse. Ma il punto è: questa immagine di fashion icon toglie credibilità alla sua carriera di attrice?

La risposta è no. Zendaya ha saputo costruire una carriera bilanciata, evitando di rimanere intrappolata nel ruolo di semplice celebrità. Anche quando partecipa a campagne pubblicitarie o eventi mondani, non perde mai il controllo della sua immagine. Sa quando essere un’icona di stile e quando tornare a essere un’interprete seria.

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