In loving memory - Robin Williams

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Analisi a cura di...


~ ANGELICA ATTANASI

Per una volta voglio discostarmi dal solito taglio delle mie elucubrazioni mentali, ma c’è un motivo ben preciso. Qualche sera fa mi sono imbattuta nel film "Patch Adams" con l’immenso Robin Williams ed ho provato un forte senso di nostalgia e di vuoto.

Una nostalgia ed un vuoto che ormai mi accompagna da dieci anni, tempo trascorso dalla notizia della sua scomparsa.


Di attori bravi, di mostri sacri il cinema è pieno; eppure, solo con lui ho provato la sensazione di aver perso un amico, un compagno di strada. Poi scrivendo l’articolo su Val Kilmer, mi sono resa conto di aver bisogno di scrivere di lui… di scrivere di Mork, di Patch, di Capitano o mio capitano.


Sin dalla sua comparsa sul piccolo schermo prima e sul grande dopo, Robin ha illuminato ogni personaggio con una luce speciale, qualcosa che viene da dentro e non si circoscrive solo con la buona interpretazione di un copione o una indiscussa capacità attoriale, stiamo parlando di umanità oltre che talento.


Ricordo come attendessi le puntate di Mork e Mindy quando ero poco più che una ragazzina, la sua capacità di far ridere semplicemente comparendo sullo schermo, ma dietro ogni risata c’era la sua capacità innata di far riflettere e portare lo spettatore ad un altro livello, basti pensare all’Attimo Fuggente piuttosto che Mrs Doubtfire o l’uomo bicentenario di cui ho già parlato in altra sede.


Iniziamo dalla fine:


l’allora presidente degli stati uniti, Barack Obama diramò il seguente comunicato circa la morte di Williams:

Robin Williams è stato un aviatore, un dottore, un genio, una tata, un presidente, un professore, Peter Pan e molto altro ancora. Ma era unico nel suo genere. È arrivato nelle nostre vite come un alieno, ma ha finito per toccare ogni elemento dello spirito umano. Ci ha fatto ridere. Ci ha fatto piangere. Ha dato il suo incommensurabile talento liberamente e generosamente a coloro che ne avevano più bisogno, dalle nostre truppe di stanza all'estero agli emarginati nelle nostre strade. La famiglia Obama offre le proprie condoglianze alla famiglia di Robin, ai suoi amici e a tutti coloro che hanno trovato la propria voce grazie a Robin Williams.

Robin ebbe una formazione teatrale e ottenne popolarità televisiva tra la fine degli anni Settanta e l'inizio degli anni Ottanta, interpretando l'alieno Mork in Mork e Mindy (1978-1982). In seguito, tra la fine degli anni Ottanta e l'inizio degli anni duemila, raggiunse l'apice del successo quale protagonista con ruoli brillanti in numerose pellicole che lo portarono a essere definito «interprete dalla comicità debordante e fulminante», ma anche «attore intenso e misurato in ruoli meno divertenti»


Candidato all’Oscar per le sue interpretazioni di Adrian Cronauer in Good Morning Vietnam (1987) di Barry Levison, del professor John Keating ne L’attimo fuggente (1989) di Peter Weir e di Henry Parry Sagan ne La leggenda del Re pescatore (1991) di Terry Gilliam, si aggiudicò infine la statuetta nel 1998 per il ruolo dello psicologo Sean McGuire in Will Hunting - Genio ribelle, girato l'anno precedente accanto a Matt Damon e Ben Affleck, con la regia di Gus Van Sant.


Williams fu protagonista specialmente di film per famiglie, dagli avventurosi Hook - Capitan Uncino (1991) e Jumanji (1995) alle commedie ironiche ma anche drammatiche Mrs. Doubtfire - Mammo per sempre (1993) e Patch Adams (1998); ma anche dei thriller One Hour Photo e Insomnia, entrambi del 2002.


Pur mantenendo intatte le sue capacità di adattarsi a molti ruoli, negli ultimi anni visse la difficoltà di essere in parte dimenticato dal pubblico e di non ricevere l'appoggio della critica, ritornando caro al grande pubblico incarnando la statua di cera del presidente Theodore Roosevelt al fianco di Ben Stiller nella trilogia di Una notte al museo. Dopo alcuni problemi di salute superati negli anni, Williams morì suicida l'11 agosto 2014 all'età di 63 anni; tempo dopo l'autopsia rivelò che l'attore soffriva di demenza a corpi di Lewy, una grave malattia degenerativa, che i medici non avevano saputo diagnosticargli correttamente, parlando invece di depressione. Quest'ultima, infatti, può apparire simile ad alcune neuropatie degenerative: tra l'altro, la specifica demenza di Robin Williams è diagnosticabile solo in fase autoptica e la diagnosi empirica può essere eseguita solo in fase avanzata.


Ha attraversato le nostre vite dando voce a personaggi di cui probabilmente non avremmo mai saputo di più di quello letto in un trafiletto.


Ha raccontato il senso collettivo di appartenenza valicando gli stereotipi e raccontando la realtà con la profonda leggerezza che solo un pensiero libero può avere.

Non ha interpretato, ha vissuto trasmettendo sullo schermo sia la grandezza che la miseria dell’essere umano e di questo gliene saremo sempre grati e mai sazi.


Ciao Robin

Cogli l'attimo, cogli la rosa quand'è il momento"... Perché il poeta usa questi versi? ... perché siamo cibo per i vermi, ragazzi. Adesso avvicinatevi tutti, e guardate questi visi del passato. Li avrete visti mille volte, ma non credo che li abbiate mai guardati. Non sono molto diversi da voi, vero?


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