I migliori film italiani - anni '60

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~HERMIONE

SEMBRA STRANO TORNARE A CASA, NON TI PARE?


Come un viaggio attraverso il tempo e l'arte, questa raccolta di articoli ci porta nel cuore pulsante della storia del cinema italiano, un universo ricco di magia, emozioni e storie profondamente umane. Ogni film è un incantesimo, ogni regista un mago che con la sua bacchetta - la cinepresa - ha saputo catturare un pezzo di realtà, trasformandolo in un'opera d'arte. Dal neorealismo in poi il cinema italiano ha avuto spesso la capacità di trasformare il quotidiano in straordinario, spesso in una maniera unica.


IL CINEMA ITALIANO ATTRAVERSO I FILM E REGISTI SIGNIFICATIVI: DAGLI ANNI '50 AGLI ANNI '60



Nato negli anni’40, il Neorealismo ha visto il suo sviluppo in questo decennio. Abbiamo parlato in maniera ampia di questo fenomeno nell’articolo precedente attraverso i suoi film (qui il link).


NOTA A MARGINE: I film dei seguenti registi avranno leggermente meno spazio, perché ognuno di loro ha un articolo dedicato già in programma in queste settimane: VISCONTI, DE SICA, FELLINI, ROSSELLINI.


Il conteggio dei film significativi non parte da uno perché consideriamo tutti gli articoli di questa rassegna facenti parte di una sola raccolta magica.




15. "Miracolo a Milano", di Vittorio De Sica (1951)


È una storia che unisce realismo e fantasia come le lezioni di Trasfigurazione a Hogwarts. Protagonista Totò, un giovane orfano con un cuore puro. Dopo essere cresciuto in un orfanotrofio, Totò si ritrova in un campo di baracche a Milano, dove vivono i poveri e i diseredati della città. La vita nel campo è dura, ma Totò porta con sé un senso di speranza e di comunità, quasi come se avesse addosso della polvere di stelle. Il "miracolo" arriva quando Totò scopre una colomba magica che concede desideri…



16. "Guardie e ladri", di Mario Mario Monicelli e Steno (1951)


Mario Monicelli: conosciuto per il suo apporto alla commedia all'italiana, aveva la capacità di trasformare frammenti di quotidianità in storie profonde e ricche di umorismo. Monicelli era bravissimo a rivelare le contraddizioni della società italiana, esplorando i temi dell'individualismo, della resistenza e della tragedia umana, il tutto con un tocco di leggerezza e genialità in grado di rendere i suoi film divertenti e significativi.


Steno (Stefano Vanzina): era un altro mago del cinema, noto per la sua versatilità e per il suo contributo fondamentale al genere della commedia all'italiana. La sua grandezza risiedeva nella capacità di unire umorismo e critica sociale in modo leggero ed incisivo. Attraverso il cinema creava storie in grado di rispecchiare la vita e le aspirazioni del popolo italiano.



Questa loro opera rappresenta una fusione perfetta delle loro caratteristiche. Il film segue le vicende di Ferdinando Esposito, un piccolo truffatore interpretato dal leggendario Totò, un personaggio furbo e ingegnoso, che riesce continuamente a sfuggire alla cattura da parte del brigadiere Bottoni (Aldo Fabrizi), un poliziotto onesto e un po' maldestro, determinato ad inseguire e catturare Esposito. Attraverso questo susseguirsi di inseguimenti e scappatoie, "Gardie e Ladri" tratta temi più profondi, come la giustizia, l'etica e la morale.



17. "Bellissima", di Luchino Visconti (1951)


Il racconto è incentrato su Maddalena (Anna Magnani), una madre determinata e passionale, che sogna di vedere la figlia Maria diventare una stella del cinema. Maddalena cerca di realizzare questo sogno, ma il suo percorso è costellato di ostacoli e disillusioni. Il film ci porta dietro le quinte dell'industria cinematografica italiana, trattando dei temi che vanno oltre la semplice esplorazione del mondo del cinema.



18. "Processo alla città", di Luigi Zampa (1952)


Un incantesimo rivelatore in un mondo oscuro e corrotto che ruota attorno ad un processo giudiziario ambientato in una Napoli post-bellica, che si immerge nelle profondità della corruzione e della criminalità che avvolgono la città.

Qui, un giovane pubblico ministero, si scontra come un paladino con un sistema profondamente radicato nella corruzione, cercando di portare alla luce la verità in un mondo dove questa è spesso nascosta o distorta. Il film utilizza il processo come metafora, in cui la lotta del protagonista contro la corruzione è un richiamo alla lotta per la giustizia e l'equità.



19. "Umberto D.", di Vittorio De Sica (1952)


La storia segue le vicende di Umberto Domenico Ferrari, un anziano pensionato, la cui vita è segnata dalla solitudine e dalle difficoltà economiche. I giorni di gloria sono ormai lontani e ora deve affrontare la dura realtà di una vita ai margini della società. Con la sola compagnia del suo fedele cane Flike, che gli offre sostegno nei momenti di bisogno.



20. "Don Camillo", di Julien Duvivier (1952)


La storia si svolge in un piccolo paese italiano, di cui racconta il conflitto tra Don Camillo, un parroco dal cuore grande ma dal temperamento focoso ed il sindaco comunista del paese, Peppone. Il loro conflitto è ricco d'astuzia, umorismo e, a volte malintesi, come in una partita di scacchi magica. Nonostante le loro differenze ideologiche, entrambi i personaggi sono fermamente radicati nel loro amore per la comunità. Don Camillo, (Fernandel), è un personaggio saggio e passionale con la tendenza a lasciarsi trasportare dalle emozioni. Peppone, (Gino Cervi), è un leader robusto e determinato, che, in fondo, condivide con lui un comune amore per il loro paese, facendo emergere rispetto e amiciza nonostante le differenze.



21. "Due soldi di speranza", di Renato Castellani (1952)


Renato Castellani è stato una figura chiave nel mondo del cinema italiano, in grado di infodere sagezza, calore e sensibilità, trasformando semplici storie in racconti profondi, con una crudezza emotivamente poetica.

La storia di “Due soldi di speranza” si svolge in un piccolo paese vicino Napoli, in cui Antonio, un giovane postino disoccupato innamorato di Carmela, viene ostacolato dal ricco rivale in amore, Nicolino, in quello che diventa un triangolo amoroso.



22. "Europa '51", di Roberto Rossellini (1952)


La storia ruota attorno a Irene, una donna appartenente all'alta società (Ingrid Bergman). La sua vita subisce una svolta tragica quando suo figlio si suicida, un evento che agisce da catalizzatore per la sua profonda trasformazione personale. Questo tragico incidente porta Irene a interrogarsi sul significato della sua esistenza e sulle ingiustizie sociali che la circondano. Irene inizia a dedicarsi agli altri, ai poveri e ai diseredati, cercando di trovare un senso di redenzione e uno scopo nella solidarietà. "Europa '51" è un film che, come una lezione di Albus Silente, ci pone di fronte a questioni fondamentali sull'essenza dell'umanità.



23. "La provinciale", di Mario Soldati (1953)


Nato nel 1906, Soldati era un uomo di lettere, un regista e uno scrittore, in grado di spaziare tra cinema e letteratura con fluidità e profondità. Si caratterizzava per la sua sensibilità letteraria, l'occhio attento ai dettagli e per le sfumature dei suoi personaggi. Soldati aveva la capacità di catturare l'essenza delle storie e dei luoghi, dando vita a film che erano come racconti visivi ricchi di atmosfera e di significato.

"La provinciale", uno dei suoi film più noti, è una storia che tratta il tema dell'innocenza perduta e della disillusione in una realtà cupa e complessa. Gesuina (Gina Lollobrigida) è una giovane donna ingenua e piena di speranze che lascia la sua campagna per cercare una vita migliore in città. Questo passaggio da un ambiente rurale a uno urbano, è come un passaggio da un mondo all'altro, carico di aspettative e di sogni, ma anche di pericoli e disillusioni.



E' UN TANTINO SUSCETTIBILE


24. "I vitelloni", di Federico Fellini (1953)


Un incanto che svela le complessità e le incertezze di questo momento cruciale della vita.

Il termine "vitelloni”, descrive perfettamente i protagonisti del film: un gruppo di giovani uomini nella piccola Rimini, che passano le loro giornate tra sogni, illusioni, e noia. Il film si sviluppa attraverso una serie di episodi che mettono in luce la vita di questi giovani uomini, le loro relazioni, i loro sogni infranti e le loro speranze. Fellini ci porta in un viaggio attraverso il loro mondo, un mondo sospeso tra l'infanzia e l'età adulta, tra il desiderio di evadere e la necessità di assumersi delle responsabilità.



25. "Carosello napoletano", di Ettore Giannini (1954)


Nato nel 1912, Ettore Giannini era un regista, sceneggiatore e autore teatrale, noto per la sua capacità di fondere insieme elementi di teatro, musica e cinema. Il suo stile era caratterizzato da una ricca teatralità e da una profonda passione per la cultura e la musica napoletana. Giannini aveva l'abilità di trasformare le tradizioni e le storie in spettacoli visivi e sonori che catturavano l'essenza dell'anima napoletana.

"Carosello napoletano” è un viaggio musicale e visivo attraverso la cultura di Napoli, in cui la musica e le immagini si fondono per dare vita ad un racconto sulla storia di un popolo e di una città, dalla dominazione spagnola fino al dopoguerra. Ogni epoca è un quadro, un mondo a sé, come un mosaico di incatesimi che insieme formano un potente rituale.



26. “La strada”, di Federico Fellini (1954)


La giovane e ingenua Gelsomina (Giulietta Masina) viene venduta dalla sua famiglia a Zampanò, un artista di strada rude e brutale (Anthony Quinn). Gelsomina, con la sua purezza e la sua semplicità, rappresenta una luce in un mondo spesso oscuro e difficile. La sua relazione con Zampanò è complessa e tumultuosa, un intreccio di dipendenza, abuso e in qualche modo, di amore. Gelsomina,cerca di trovare il suo posto nel mondo e di dare un senso alla sua vita anche nelle circostanze più complesse.



27. “L’oro di Napoli”, di Vittorio De Sica (1954)


Un film sulla vita e sulle storie di diversi personaggi nella città di Napoli, strutturato come una serie di sei episodi, ciascuno dei quali ci racconta una storia diversa, ognuna con i suoi personaggi, le sue atmosfere e i suoi insegnamenti. Ogni episodio mostra la varietà e la ricchezza di questa città e dei suoi abitanti. Uno degli episodi più noti vede come protagonista Sophia Loren, una venditrice di pizza che perde il suo anello di fidanzamento in una delle sue pizze. Questa storia, come le altre, è un mix di umorismo, dramma e poesia, attraverso temi come l'amore, la fortuna, il destino e la dignità.



28. “Un americano a Roma”, di Steno (1954)


Un viaggio umorstico e satirico, sulle sfaccettature dell'identità e della cultura. Protagonista Nando Moriconi, interpretato dal leggendario Alberto Sordi, un giovane romano ossessionato dalla cultura americana. Nando, nel suo tentativo di emulare tutto ciò che è americano, trasforma se stesso e la sua vita in un'imitazione caricaturale degli Stati Uniti. Il film, con il suo umorismo e la sua satira, mette in luce le questioni di identità culturale e l'influenza del sogno americano nel dopoguerra italiano. La performance di Alberto Sordi è memorabile, ed attraverso l'ammirazione per gli Stati Uniti di Nando cattura perfettamente il disperato bisogno di adattarsi ad un ideale che non appartiene realmente al proprio mondo.



29. “Senso”, di Luchino Visconti (1954)


Un film che ci immerge in una storia d'amore intensa e tragica, ambientata nel contesto storico della lotta italiana per l'indipendenza. Durante la Terza Guerra d'Indipendenza Italiana la contessa Livia Serpieri (Alida Valli), una donna dell'aristocrazia veneziana, si innamora del tenente austriaco Franz Mahler( Farley Granger). Questa relazione proibita e appassionata si svolge sullo sfondo di un periodo turbolento della storia italiana, dove il patriottismo e le tensioni politiche bollono sotto la superficie.



30. “I soliti ignoti”, di Mario Monicelli (1958)


Un capolavoro della commedia all'italiana che unisce humor, satira sociale e un tocco di melancolia, che rivela le ironie e le complessità della vita.

Monicelli era maestro nel combinare umorismo e critica sociale. "I soliti ignoti" segue le vicende di un gruppo di piccoli criminali romani che tentano di organizzare un colpo grosso. I personaggi (un cast eccezionale che include Vittorio Gassman, Marcello Mastroianni e Totò) sono figure colorate e memorabili, ciascuno con le proprie peculiarità e i propri sogni infranti. Il film è una commedia di rapina, che invece di concentrarsi sulle abilità criminali dei personaggi pone l'accento sui loro fallimenti e sulle loro debolezze umane.



31. “La grande guerra”, di Mario Monicelli (1959)


Un film che unisce umorismo, dramma e un'acuta osservazione sociale per raccontare le vicende di due soldati italiani durante la Prima Guerra Mondiale. Questo film in grado di intrecciare la tragedia della guerra con momenti di leggerezza, ci mostra il contrasto tra l'assurdità e la crudeltà del conflitto e la resilienza dello spirito umano. Monicelli crea un film che è sia una riflessione profonda sulla guerra sia una celebrazione dell'amicizia, del coraggio e della tenacia umana. I protagonisti, interpretati da Alberto Sordi e Vittorio Gassman, sono due soldati lontani dall'essere eroi. Il loro viaggio attraverso le diverse fasi del conflitto è un mix di avventure tragicomiche.



32. “La dolce vita”, di Federico Fellini (1960)


Un’opera che è una pozione complessa, ricca di ingredienti vari e contrastanti. Il film è un viaggio attraverso la vita di Marcello Rubini, un giornalista interpretato da Marcello Mastroianni, che si muove tra le feste sfarzose, le celebrità e le notti romane alla ricerca di storie. Marcello è come un esploratore in un mondo effimero, un mondo che promette felicità e soddisfazione, ma che spesso si rivela vuoto e insoddisfacente. "La dolce vita" è strutturato in una serie di vicende che esplorano diversi aspetti della vita romana, dalle feste sontuose agli incontri casuali, passando da momenti di riflessione solitaria a momenti di rivelazioni improvvise. Il film svela la vacuità e l'insoddisfazione dietro la facciata lussuosa della società del boom economico italiano.



33. “Il bell’Antonio”, di Mauro Bolognini (1960)


Bolognini era un esteta e narratore raffinato, con la capacità di esplorare profondamente le complessità psicologiche e le sfumature dei suoi personaggi. Nato nel 1922, Bolognini aveva un occhio particolarmente attento per lo stile e l'ambientazione, doti che rendevano i suoi film un po' come un incantesimo visivo che cattura la bellezza e il tormento dell'esistenza umana.

"Il bell'Antonio" racconta la storia di Antonio Magnano (Marcello Mastroianni) un giovane uomo siciliano che è l'incarnazione dell'ideale di virilità e fascino. Ma dietro questa facciata si nasconde una profonda insicurezza e un'impotenza sessuale, che diventano il fulcro del dramma e del conflitto del film. La sua incapacità di consumare il matrimonio con la sua bella moglie, Barbara (Claudia Cardinale) lo porta a un conflitto interiore e ad uno scandalo sociale.



34. “Rocco e i suoi fratelli”, di Luchino Visconti (1960)


"Rocco e i suoi fratelli" segue la vita dei cinque fratelli Parondi e della loro madre, Rosaria, che provano ad adattarsi alla vita in un grande città del Nord. Ogni fratello rappresenta un diverso percorso e una diversa reazione alle sfide della vita urbana e dell'integrazione sociale. Il personaggio di Rocco, interpretato da Alain Delon, emerge come figura centrale, ed incarna i valori di bontà, sacrificio e idealismo. Il film tratta i temi della lotta di classe, dell'ambizione, del sacrificio, dell'amore e della violenza, intrecciando le storie individuali per dar vita ad un affresco emotivo e complesso.



35. “La ciociara”, di Vittorio De Sica (1960)


Un film toccante e potente che racconta la storia di sopravvivenza di una madre e di sua figlia durante la Seconda Guerra Mondiale, offrendoci un ritratto intenso e commovente di due donne che lottano per la loro sopravvivenza in un tempo di grande tumulto. Cesira ( Sophia Loren) è una madre che cerca di proteggere la sua giovane figlia Rosetta ( Eleonora Brown) dagli orrori della guerra fuggendo dalla loro casa a Roma per trovare rifugio nella campagna italiana, madre e figlia affrontano insieme le sfide e i pericoli di un paese dilaniato dalla guerra.



MI SONO SFOGATA!


In questa nostra seconda esplorazione della storia del cinema italiano, abbiamo viaggiato attraverso decenni di storie che, come le più potenti magie, hanno il potere di toccare, insegnare e trasformare. Ogni film che abbiamo scoperto è una tassello di un puzzle che nella sua interezza ci mostra un ritratto vivido di un'intera nazione e della sua cultura. Questa raccolta di articoli non è solo un tributo ai film e ai loro creatori, ma anche un invito a riflettere sulla potenza del cinema come strumento di narrazione e di esplorazione dell'anima umana. Come in ogni buona storia letta nelle aule di Hogwarts, ogni film qui raccontato ci lascia qualcosa: una lezione, un'emozione, un ricordo. E proprio come nella magia, in ogni pellicola c'è un incanto che aspetta solo di essere scoperto e amato.


Vostra,


Hermione


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HERMIONE

Un'icona di saggezza e astuzia nel mondo di Harry Potter, si è reinventata come una voce autorevole nel blogging per il sito di Recitazione Cinematografica. Con la sua rubrica, "L'Atelier di Hermione", offre un laboratorio unico dove aspiranti attori e attrici possono imparare e crescere. La sua esperienza magica si fonde con tecniche d'avanguardia per formare talenti brillanti nel campo cinematografico. Attraverso i suoi articoli, Hermione guida i lettori in un viaggio incantato, trasformando le loro ambizioni in realtà tangibili. Con passione e un pizzico di magia, rende l'arte della recitazione accessibile e affascinante per tutti.

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