Monologo - Il diario di Charlie in \"Heartstopper 3\"

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Articolo a cura di...


~ LA REDAZIONE DI RC

INTRODUZIONE AL MONOLOGO

Il diario di Charlie in Heartstopper 3 rappresenta un momento di profonda introspezione e vulnerabilità, nel quale il protagonista riflette sulla sua esperienza in una clinica per affrontare il suo disturbo alimentare. Le sue parole ci offrono uno sguardo sincero e diretto sulla sofferenza, sul senso di isolamento, ma anche sulla complessa strada verso la guarigione.

IL DIARIO DI CHARLIE

STAGIONE 3 EP 4

MINUTAGGIO: 14:20-29:50
RUOLO: Charlie

ATTORE: Joe Locke
DOVE: Netflix



INGLESE


Coming Soon :)


ITALIANO


Sono successe un sacco di cose, ultimamente. Gli ultimi mesi non sono stati belli. Il mio terapeuta dice che dovrei scrivere tutto su un diario. Ma è difficile parlare di tutto questo. Non credevo di rimanere in clinica per qualche mese. Ma almeno sono fortunato che i miei possano permetterselo, e che vogliano veramente aiutarmi. Ho letto online che qualcuno esce da questi posti peggio di come c'era entrato, perché viene trattato di merda. Io non mi sono trovato male. C'era Susan, ho incontrato Geoff. Continuavo a fare i compiti, ero contento. Almeno una volta uscito non sarei rimasto indietro. E ho incontrato persone carine. Non saranno gli amici della vita ma almeno non ero più solo. Una parte di me non voleva guarire perché sforzarmi di cambiare era troppo difficile. Credevo di poter controllare il cibo. Era il contrario. Potevo chiamare Nick quando volevo, ma stavo ancora uno schifo e non l'ho fatto per non farlo preoccupare. E poi per dirgli cosa: "Non faccio che piangere, non sto bene..." La terapia per i disturbi alimentari non è stata bella. Stare in clinica non mi ha fatto guarire magicamente... ma mi ha salvato dal baratro. Forse non tornerò mai alla normalità, qualunque essa sia, ma va bne così. Non sarà un percorso semplice. Probabilmente è solo l'inizio...

HEARTSTOPPER

"Heartstopper" è una serie TV britannica basata sull'omonima graphic novel di Alice Oseman, disponibile su Netflix. La serie racconta la dolce e delicata storia d'amore adolescenziale tra due ragazzi, Charlie Spring e Nick Nelson, esplorando temi come l'accettazione di sé, la scoperta della propria identità sessuale, l'amicizia e le difficoltà del crescere.


La storia segue Charlie, uno studente di scuola superiore apertamente gay, che ha già subito episodi di bullismo a causa della sua sessualità. Un giorno, viene assegnato al banco con Nick, un popolare giocatore di rugby, che inizialmente sembra essere molto diverso da lui. Tuttavia, tra i due nasce una forte amicizia, che pian piano si trasforma in qualcosa di più profondo.


Nick inizia a esplorare i propri sentimenti, rendendosi conto di provare attrazione per Charlie, pur non avendo mai considerato prima la propria sessualità. Questo porta Nick a confrontarsi con il suo orientamento, vivendo una fase di scoperta di sé e accettazione.Relazioni familiari.

ANALISI MONOLOGO

Questo monologo di Charlie rappresenta un momento di vulnerabilità e consapevolezza nella sua lotta contro il disturbo alimentare. La profondità emotiva che emerge dalle sue parole racconta il peso della sua sofferenza, ma anche il piccolo passo verso la guarigione che ha iniziato a fare. Charlie inizia riflettendo sugli ultimi mesi difficili della sua vita, che lo hanno portato in clinica. La frase "Gli ultimi mesi non sono stati belli" è semplice ma carica di emotività, mostrando un giovane che fa i conti con un'esperienza devastante. La sua iniziale reticenza nell'affrontare ciò che gli è accaduto – "È difficile parlare di tutto questo" – è un indicatore del dolore interno e della complessità delle emozioni che prova.


"Non credevo di rimanere in clinica per qualche mese" rivela la sorpresa e lo smarrimento di Charlie riguardo alla gravità della sua condizione. Ma riconosce la sua fortuna: "sono fortunato che i miei possano permetterselo" – c'è una consapevolezza del privilegio economico e dell'amore dei suoi genitori, che si riflette nella loro volontà di aiutarlo.


La frase "ho letto online che qualcuno esce da questi posti peggio" aggiunge una dimensione più ampia, facendo luce sulle difficoltà che molte persone incontrano durante il trattamento. Charlie sembra aver trovato un ambiente positivo: menziona figure come "Susan" e "Geoff", e l'importanza di continuare a fare i compiti. In un certo senso, queste cose lo tengono ancorato a una normalità di cui ha bisogno per non sentirsi troppo distante dal mondo esterno.


Una delle parti più intense del monologo è quando Charlie parla della sua resistenza al cambiamento: "Una parte di me non voleva guarire perché sforzarmi di cambiare era troppo difficile". Questa ammissione è estremamente umana e veritiera. Spesso, nelle malattie mentali, il cambiamento sembra una sfida insormontabile e il controllo sul cibo diventa un modo per esercitare un potere illusorio sulla propria vita, anche quando si rivela controproducente: "Credevo di poter controllare il cibo. Era il contrario." "Potevo chiamare Nick quando volevo, ma stavo ancora uno schifo e non l'ho fatto per non farlo preoccupare." Questa frase evidenzia il sentimento di isolamento di Charlie, che pur avendo persone che lo amano, sceglie di non gravare su di loro con il proprio dolore. È una dinamica comune nelle persone che soffrono, che tendono a isolarsi per paura di essere un peso per gli altri.


"La terapia per i disturbi alimentari non è stata bella" è una verità cruda che Charlie riconosce. Non edulcora la sua esperienza, non la presenta come una strada facile, ma piuttosto come una battaglia quotidiana. La clinica non è stata una soluzione miracolosa: "Stare in clinica non mi ha fatto guarire magicamente... ma mi ha salvato dal baratro." Questa frase mostra che, pur non essendo guarito completamente, Charlie è consapevole di essere stato salvato da qualcosa di molto peggio.


Il monologo si chiude con una nota di speranza realistica: "Forse non tornerò mai alla normalità, qualunque essa sia, ma va bene così." Charlie accetta che il concetto di "normalità" sia relativo e forse irraggiungibile, ma è disposto ad andare avanti nonostante ciò. La sua accettazione è quasi liberatoria: il percorso sarà lungo e difficile, ma ha già iniziato a muoversi nella direzione giusta.

CONCLUSIONE

In questo monologo, Charlie esprime con grande onestà la difficoltà del processo di guarigione, mostrandoci che la strada verso il miglioramento non è né lineare né immediata. Pur consapevole delle sfide future, accetta il proprio cammino con una maturità che lascia spazio a una speranza realistica.

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