Monologhi cinema: \"The Hours\"

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Senza di te le emozioni di oggi sarebbero la pelle morta delle emozioni passate!


~HIPOLITO

LEI NON HA LE OSSA DI VETRO!


Ciao a tutti, sono Amélie, e oggi vi accompagnerò in un viaggio attraverso uno dei monologhi femminili più intensi e significativi della storia del cinema, tratto dal film "The Hours". Questo monologo esplora la profondità dell'animo umano, le scelte difficili e il senso di colpa che a volte ci accompagna nelle decisioni più drastiche della nostra vita. In "The Hours", ci imbattiamo in un monologo che tocca le corde più profonde dell'anima. Una delle protagoniste, Laura, in un momento di estrema introspezione, si confronta con la scelta di abbandonare la propria famiglia per cercare una nuova vita. È una scena che parla di desiderio, di vuoto interiore, e della lotta tra la vita e la morte.


IL MONOLOGO SULLA VITA IN "THE HOURS"


MINUTAGGIO: 1:39:35 - 1:42:00

RUOLO: Laura Brown

ATTRICE: Julianne Moore

DOVE VEDERLO: Amazon Prime Video


INGLESE


You have a daughter. You so wanted a child. There are times when you don’t belong and you think you’re going to kill yourself. Once I went to a hotel. That night…later that night, I made a plan. Plan was, I would leave my family when my second child was born. And that’s what I did. Got up one morning, made breakfast, went to the bus stop, got on a bus. I’d left a note. I got a job in a library in Canada. It would be wonderful to say you regretted it. It would be easy. But what does it mean? What does it mean to regret when you have no choice? It’s what you can bear. There it is. No one is going to forgive me. It was death. I chose life.


ITALIANO


Ha una figlia...? La desiderava così tanto? E’ una donna fortunata. Ci sono momenti in cui ti senti vuota, e ti convinci che vuoi farla finita. Sono andata in un albergo, un giorno, e lì ho deciso di fare un passo. Il passo era di lasciare la mia famiglia, dopo la nascita del mio secondo bambino. E ho fatto così. Una mattina mi sono alzata, ho preparato la colazione, sono andata alla fermata dell’autobus e sono partita. Ho lasciato due righe. Ho lavorato in una biblioteca, in Canada. Sarebbe bello poter dire che ho dei rimorsi, sarebbe un aiuto. Ma che senso può avere, provare rimorso di qualcosa quando uno non ha scelta? E quanto riesci a sopportare? E’ tutto qui, nessuno riuscirà a perdonarmi. Lì c’era la morte; io ho scelto la vita.


SE IL DITO INDICA IL CIELO, L'IMBECILLE GUARDA IL DITO!


Cari attori e attrici, oggi, attraverso il mio sguardo, esploreremo più a fondo questo monologo di "The Hours", un film che intreccia le vite di tre donne in epoche diverse, tutte legate dal romanzo "Mrs. Dalloway" di Virginia Woolf. Questo film, diretto da Stephen Daldry, vede protagoniste Meryl Streep, Julianne Moore e Nicole Kidman, e ci offre un viaggio emotivo attraverso temi come la depressione, la lotta interiore e la ricerca di significato nella vita. Il monologo che analizziamo oggi è di Laura, una casalinga degli anni '50 che vive una vita apparentemente ideale ma, in realtà, profondamente infelice.


Laura si ritrova intrappolata in un'esistenza che non sente sua, una vita che la soffoca e dalla quale desidera disperatamente fuggire. Immaginatevi in un momento di completa solitudine, dove il peso delle vostre scelte sembra schiacciarvi. Laura descrive il suo desiderio di fuggire, di lasciarsi alle spalle una vita che non sente più sua. È come se si trovasse su un precipizio, dove da un lato c'è la morte, dall'altro la vita. E lei sceglie la vita, ma a un costo molto alto.


La sua decisione di lasciare la famiglia non è presa alla leggera; è un passo doloroso, ma necessario per ritrovare se stessa. Questo monologo ci parla di libertà, ma anche del senso di colpa che spesso accompagna le nostre scelte più difficili. Laura ci rivela la sua lotta interiore e la sua decisione di scegliere la vita, nonostante il dolore che questa scelta comporta. È una scelta che parla di coraggio, di disperazione e di un profondo desiderio di autenticità.


Come attori, possiamo immedesimarci in questo conflitto interiore, comprendendo la complessità delle emozioni umane e la difficoltà di vivere una vita che non rispecchia chi siamo veramente. Questo monologo è un'esplorazione profonda del desiderio di fuggire da una realtà soffocante, un grido di libertà che risuona in ognuno di noi.


Laura ci mostra che, a volte, le decisioni più difficili sono quelle che ci portano verso la nostra vera essenza, anche se questo significa lasciare tutto ciò che conosciamo. In "The Hours", la storia di Laura è un potente promemoria del fatto che la ricerca della felicità e dell'autenticità è un viaggio complesso e spesso doloroso. Ma è anche un viaggio necessario per chiunque desideri vivere una vita piena e significativa.



PERFINO UN CARCIOFO HA UN CUORE!


Cari colleghi, riflettiamo su questo: quante volte ci siamo trovati di fronte a scelte difficili, desiderando una vita diversa? Quanto coraggio richiede prendere decisioni che possono cambiare tutto? E come possiamo usare queste emozioni nelle nostre interpretazioni per rendere i personaggi più veri, più umani e più toccanti? Concludo con un pensiero: la vita è una serie di scelte, alcune più difficili di altre, ma è proprio attraverso queste scelte che scopriamo chi siamo veramente. Grazie per avermi accompagnato in questa analisi più profonda del monologo di "The Hours". Alla prossima, con un altro monologo che tocca l'anima.


Au revoir,


Amélie


C'è qualche monologo femminile che vorresti leggere su questo blog con la mia lente di ingrandimento? Scrivici!


Amélie Poulain, voce e anima di "Monologhi con Amélie", vi invita a esplorare il quotidiano attraverso il suo sguardo incantato. Residente nel cuore pulsante di Montmartre, ogni suo pensiero è un viaggio che trasfigura il comune in un caleidoscopio di meraviglie. Con delicatezza e una malinconica allegria, Amélie tesse racconti che celebrano la poesia nascosta nelle piccole cose, spingendo i lettori a riscoprire l'incanto spesso dimenticato della vita di ogni giorno. Accompagnatela in questo percorso di scoperta, dove ogni monologo è una finestra aperta sull'eccezionale che risiede nell'ordinario.

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