Monologo - Diana in Quinto Potere

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Articolo a cura di...


~ LA REDAZIONE DI RC

INTRODUZIONE AL MONOLOGO

"Quinto Potere" (1976), diretto da Sidney Lumet e scritto da Paddy Chayefsky, è un film che ha lasciato un'impronta indelebile nel panorama cinematografico grazie alla sua critica pungente e penetrante dell'industria dei media. Ambientato nel tumultuoso contesto mediatico degli anni '70, il film si avventura oltre la semplice narrazione per esplorare le complesse dinamiche tra potere, etica e intrattenimento nel mondo dei network televisivi. Attraverso personaggi come Howard Beale, l'anchorman al centro della trama, e Diana Christensen, una dirigente televisiva ambiziosa e calcolatrice, "Quinto Potere" offre uno spaccato di una società ossessionata dai media e di come questi ultimi modellino la percezione pubblica..

OK, PARLIAMO DI TV

MINUTAGGIO: 24:21-24:57

RUOLO: Diana

ATTRICE: Faye Dunaway

DOVE: Amazon Prime Video



INGLESE


You know, Barbara... ...the Arabs have decided to jack up the price of oil another 20 percent. Uh, the CIA has been caught opening Senator Humphrey's mail. There's a civil war in Angola, another one in Beirut. The-- New York City's still facing default. They finally caught up with Patricia Hearst. And the whole front page of the Daily News is Howard Beale. There's also a two-column story on Page 1 of the Times. Helen, call Mr. Hackett's office. See if he can give me a few minutes this morning.



ITALIANO


Lo sai, Barbara? Gli Arabi hanno deciso di aumentare il prezzo del petrolio di un altro 20%. La CIA è stata denunciata da un senatore a cui apriva la posta. C’è una guerra civile in Angola e un’altra a Beirut. Il comune di New York rischia ancora il fallimento. Hanno finalmente arrestato Patricia Hearst. E tutta la prima pagina del Daily News è Howard Beale. C’è anche un servizio su due colonne della prima pagina del Times. Helen, chiama l’ufficio del signor Hackett e senti se può dedicarmi qualche minuto.

QUINTO POTERE

"Quinto Potere" (Network in inglese), diretto da Sidney Lumet e scritto da Paddy Chayefsky, è un acuto e critico sguardo sull'industria televisiva, particolarmente sulla spietatezza dei network televisivi americani negli anni '70. Il film è stato rilasciato nel 1976 e ha vinto numerosi premi, tra cui quattro premi Oscar.


La trama si concentra su Howard Beale, un giornalista di lungo corso che lavora come anchorman per la UBS, una rete televisiva in difficoltà. Dopo aver ricevuto la notizia del suo imminente licenziamento a causa di bassi indici di ascolto, Beale annuncia in diretta che si suiciderà durante uno dei suoi prossimi telegiornali. Questa dichiarazione scatena un'immensa reazione del pubblico e, invece di essere licenziato, i dirigenti della rete decidono di sfruttare l'instabilità mentale di Beale per incrementare gli ascolti.


Beale si trasforma in un "profeta arrabbiato", denunciando i mali della società moderna e diventando un eroe popolare. Il suo grido di battaglia, "Sono arrabbiato come l'inferno e non accetterò più questa situazione!", diventa un simbolo di resistenza. Nel frattempo, la trama si allarga per includere varie figure chiave della UBS, come Diana Christensen, una spregiudicata dirigente del dipartimento di programmazione, e Max Schumacher, il capo della divisione notizie, che entra in una relazione con Diana nonostante sia sposato.


Mentre Beale continua a denunciare la corruzione e la manipolazione mediatica, diventa chiaro che le sue prediche sono anch'esse manipolate dai dirigenti della rete per servire i loro scopi commerciali. Il film culmina in una conclusione tragica e disturbante, che mette in luce la disumanizzazione e l'immoralità dell'industria mediatica, che tratta le persone come meri strumenti per il profitto.

ANALISI MONOLOGO

Il monologo di Diana rivela diversi aspetti cruciali del personaggio e del tema centrale del film: la mercificazione delle notizie e l'influenza dei media. Analizziamo il monologo più da vicino: Diana inizia il suo monologo elencando una serie di eventi globali significativi: l'aumento del prezzo del petrolio, scandali della CIA, guerre civili, il rischio di fallimento del comune di New York, e l'arresto di Patricia Hearst. Questa rapidità nell'elencare eventi gravi e complessi senza apparente emozione o coinvolgimento personale illustra la natura distaccata con cui i media possono trattare notizie di grande impatto. Diana sembra vedere questi eventi più come opportunità di programmazione che non come crisi umane o politiche.


Diana sottolinea come, nonostante la gravità e la varietà degli eventi mondiali, le prime pagine dei giornali siano dominate dalla figura di Howard Beale. Questo evidenzia una critica al sensazionalismo e alla celebrità nei media, dove le personalità carismatiche possono oscurare notizie di fondamentale importanza. Il fatto che Beale, un anchorman in crisi mentale che si è trasformato in un fenomeno mediatico, domini le notizie è una metafora della perversione dei valori giornalistici. Il tono di Diana, che passa rapidamente da un argomento all'altro e la sua immediata preoccupazione per il proprio lavoro ("Helen, chiama l’ufficio del signor Hackett") anziché per l'impatto delle notizie, riflette l'indifferenza e la spietatezza dei dirigenti televisivi. Attraverso Diana, il film satirizza il modo in cui i media possono distorcere e ridurre la realtà a mero intrattenimento o a oggetti di consumo. Il suo personaggio, concentrato esclusivamente sugli ascolti e sulla programmazione, incarna la critica di Chayefsky all'industria dei media di allora, che è sorprendentemente profetica anche per i media odierni.

Conclusioni

Attraverso il monologo di Diana Christensen, il film esemplifica il modus operandi di un'industria che spesso predilige il sensazionalismo al giornalismo responsabile, sottolineando una realtà in cui le notizie diventano merce e lo spettacolo prevale sulla sostanza.

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