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~ LA REDAZIONE DI RC
Nella serie "La regina degli scacchi", troviamo momenti di pura tensione emotiva e strategica che definiscono il percorso professionale e personale della protagonista, Beth Harmon. Tra questi, un monologo svela la complessità del suo carattere e la profondità del suo rapporto con il gioco degli scacchi. Mentre Beth si confronta con uno dei suoi avversari più formidabili, Benny, le sue parole ci offrono una finestra sulla sua psiche turbata, la sua indomabile volontà di vincere e la sua acuta consapevolezza delle sfide poste dalla competizione al più alto livello. Questo monologo, magistralmente interpretato da Anya Taylor-Joy, diventa un'esplorazione di cosa significhi confrontarsi con i propri limiti e superarli.
STAGIONE 1 EP 3
MINUTAGGIO: 38:50-40:57
RUOLO: Elizabeth Haemon
ATTRICE: Anya Taylor-Joy
DOVE: Netflix
INGLESE
I thought he could hear my beating and know how panicked I was. He still had time to get out of it. But he took the piece just as I planned. I went into that game with a perfect score. Benny had two draws, so a draw would give me the title. I wanted to win. I wanted to hammer his weaknesses. I wanted to show that pirate that I could beat him, even though I didn’t play the way he thought I should. Then, he captured my center pawn, my protected pawn, the pawn that had help his queen to her corner for most of the game. He forced an exchange of queens. Couldn’t believe it. And then I saw what it meant. With the pawn gone, I was open to a rook-bishop mate, because of the bishop on the open diagonal. I could protect my retreating knight by moving one of the rooks over, but the protection wouldn’t last, because his fucking, innocent-looking knight would block my king’s escape. The more I looked, the worse it all became. Caught me completely off guard. It was brutal. It’s the kind of thing I did other people. Kind of thing that Morphy did, and I missed it. I’d been thinking about doubled pawns. I needed a counterthreat. A move that would stop him in his tracks, but there wasn’t any. I spent half an hour studying the board and decided that Benny’s move was even sounder than I thought. I thought maybe I could trade my way out of it if he attacked too fast, but… I was carful. I had to retreat, bud he kept coming. I wanted to scream.
ITALIANO
Credevo che sentisse il mio battito e sapesse quanto avevo paura. Aveva tempo per ragionare ma ha preso il pezzo come avevo pianificato. Ero arrivata con un punteggio perfetto, Benny aveva due patte quindi una patta per me valeva il titolo. Io volevo vincere. Volevo infierire su di lui. Volevo mostrare a quel cazzo di pirata che potevo batterlo anche giocando di testa mia. Quando ha preso il mio pedone centrale, il mio protetto, colui che ha tenuto la donna in un angolo per tutta la partita. Ha forzato il cambio delle donne. Non credevo ai miei occhi. Ma poi ho capito cosa significasse. Senza il pedone ero in difesa contro uno scacco matto di torre e alfiere perché l’alfiere aveva la diagonale aperta. Potevo difendere il mio cavallo muovendo in avanti una delle due torri ma non sarebbe durata a lungo. Perché il suo cazzo di cavallo dall’area innocente avrebbe bloccato la fuga del mio re. Più guardavo, peggio mi sembrava. Mi ha presa completamente alla sprovvista. È stato orribile. È il tipo di cose che faccio io agli altri. È una cosa che faceva Morphy ma io non l’ho vista, stavo lì a pensare ai pedoni doppiati. Mi serviva una contro minaccia, una mossa che lo costringesse a fermarsi ma non c’era. Sono stata mezz’ora a studiare la scacchiera e ho capito che la mossa di Benny era inappuntabile. Ho pensato di potermela cavare con dei cambi ma lui è stato troppo attento. Io ritiravo e lui attaccava. Volevo gridare.
"La regina degli scacchi" è una miniserie televisiva basata sull'omonimo romanzo del 1983 scritto da Walter Tevis. La serie, rilasciata su Netflix nel 2020, ha rapidamente guadagnato popolarità e apprezzamento sia dal pubblico che dalla critica, diventando un fenomeno culturale. La storia segue la vita di Elizabeth Harmon, detta Beth, una ragazza orfana con un talento prodigioso per gli scacchi, in un viaggio che la porta dal Kentucky degli anni '50 a competere sui palcoscenici degli scacchi più prestigiosi del mondo, mentre lotta contro dipendenze e problemi personali.
Anya Taylor-Joy interpreta la protagonista, Beth Harmon, e la sua performance è stata universalmente lodata. Taylor-Joy è riuscita a catturare l'intensità e la complessità del suo personaggio, mostrando sia la sua vulnerabilità sia la sua straordinaria forza. Attraverso il suo percorso, Beth affronta gli avversari agli scacchi ma anche i pregiudizi di genere e le sfide della dipendenza, trovando nella disciplina degli scacchi non solo una fuga ma anche un modo per affermare se stessa e la sua identità.
La serie, pur essendo ambientata in un'epoca passata, tocca temi universali e senza tempo, come il superamento degli ostacoli personali, l'importanza della resilienza e la ricerca di un senso di appartenenza. "La regina degli scacchi" ha anche avuto un impatto notevole nel mondo reale, incrementando l'interesse verso il gioco degli scacchi e portando a un aumento delle vendite di scacchiere e del numero di giocatori online.
Anya Taylor-Joy, con il suo talento e la sua capacità di immergersi completamente nei personaggi che interpreta, è stata un elemento chiave del successo della serie.
Il monologo di Elizabeth è un momento che rivela l'intensità della competizione agli scacchi e la profondità emotiva e psicologica del personaggio.
Il monologo inizia con una confessione vulnerabile di paura, un sentimento che Beth cerca costantemente di mascherare di fronte ai suoi avversari. Questa apertura mostra la sua umanità e la pressione intensa sotto la quale gioca, ribadendo che, nonostante la sua brillantezza, rimane profondamente umana e soggetta a insicurezze. Beth esprime chiaramente il suo rifiuto di accontentarsi di un pareggio, nonostante ciò le garantirebbe il titolo. La sua ambizione va oltre la vittoria formale; è spinta dal desiderio di dimostrare la sua superiorità e indipendenza strategica, in particolare contro un avversario del calibro di Benny, descritto con disprezzo come "quel cazzo di pirata". Questa determinazione riflette la sua passione per gli scacchi e il suo bisogno di riconoscimento personale e professionale.
Il dettaglio con cui Beth descrive la mossa di Benny evidenzia la sua profonda conoscenza degli scacchi. La sua analisi mostra come il gioco sia uno scontro anche di menti. La sorpresa di Beth di fronte alla mossa di Benny, che ha forzato una serie di scambi vantaggiosi per lui, illustra un momento di vulnerabilità strategica, una rara ammissione che il suo avversario l'ha superata in astuzia.
Menzionando Morphy, Beth stabilisce un legame con la storia degli scacchi, mostrando la sua profonda ammirazione e conoscenza dei grandi maestri del passato. Questo riconoscimento di essere stata superata in una maniera che associa ai grandi del gioco aggiunge un ulteriore strato di complessità al suo carattere, mescolando rispetto per la tradizione con la spinta all'innovazione.
L'ammissione finale di Beth, che riconosce l'inappuntabilità della mossa di Benny e la sua inevitabile sconfitta in quella partita, è un momento di crescita. È il riconoscimento che, nonostante il suo genio, c'è sempre spazio per l'apprendimento e che gli scacchi, come la vita, sono imprevedibili e pieni di lezioni, alcune delle quali possono essere dolorose.
Il monologo di Beth Harmon in "La regina degli scacchi" rappresenta un punto di svolta cruciale nella serie, segnando un momento di profonda introspezione e rivelazione. Attraverso le sue parole, capiamo la complessità degli scacchi come gioco e il viaggio emotivo e personale di Beth. La sua lotta interna, la determinazione e l'accettazione delle proprie vulnerabilità si fondono in una narrazione che va oltre la semplice competizione sportiva, toccando corde universali di crescita, apprendimento e resilienza.
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