Monologo - Vanda in Lacci

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~ LA REDAZIONE DI RC

INTRODUZIONE AL MONOLOGO

Al centro del film "Lacci" di Daniele Luchetti, basato sull'omonimo romanzo di Domenico Starnone, si trova un monologo potente e carico di emozioni pronunciato da Vanda. Questo monologo espone la complessità dei legami familiari e coniugali e serve anche come un chiaro riflesso dei temi di tradimento, lealtà e dolore che percorrono l'intera narrazione. Attraverso l'analisi di questo monologo, possiamo comprendere più profondamente come il tradimento influenzi la persona direttamente coinvolta e l'intero tessuto familiare.

TORNA A CASA


MINUTAGGIO:

RUOLO: Vanda

ATTRICE: Alba Rohrwacher

DOVE: Amazon Prime Video



ITALIANO


Se te lo sei scordato, te lo ricordo io. Sono tua moglie. Sandro mi chiede sempre di te. E Anna non si vuole mai lavare i capelli perché dice che glieli sai asciugare bene soltanto tu. Tu non ti sei ancora accorto di quello che mi hai fatto. È come se mi avessi messo una mano in gola e tirato, tirato, fino a strapparmi tutto quello che ho nel petto. Tutto. Aldo, quello che ti è successo, può succedere, non vivo in un altro mondo, va bene? Però tu devi tornare. Noi abbiamo fatto un patto quando abbiamo deciso di andare a vivere insieme, te lo ricordi o no che abbiamo fatto un patto? Se non lo avessimo fatto, avrei vissuto volentieri anch’io un’altra vita ma ce lo siamo detti a suo tempo: se ci fossimo sposati, sarebbe stato un gesto definitivo. Io ti ho seguito a Napoli, sono rimasta senza famiglia, senza amici, ma l’ho fatto in nome di quel patto. E quindi tu ora devi tornare a casa. E non è solo una questione di amore. È una questione di lealtà. Se ti sei innamorato, cambia tutto. E allora dimmelo. Se dici ora la verità, tu salvi la vita a tutti. E io ho il diritto di sapere la verità, per orientarmi, per sapere se faccio bene o male a riportarti a casa. Ti sei innamorato?

LACCI

"Lacci" è un film italiano uscito nel 2020, diretto da Daniele Luchetti. Il film è tratto dall'omonimo romanzo di Domenico Starnone, pubblicato nel 2014, ed è stato il film d'apertura della 77ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, segnando la prima volta in 11 anni che un film italiano ha aperto il festival. La trama di "Lacci" si sviluppa a Napoli negli anni '80 e racconta la storia di un matrimonio turbolento tra Aldo e Vanda.


Dopo che Aldo confessa una relazione extraconiugale a Vanda, la coppia affronta un difficile percorso di gelosia, rancore e recriminazione, che non solo colpisce loro ma anche i loro due figli, Anna e Sandro. Il film esplora i temi dell'amore, del tradimento e delle complessità delle relazioni familiari. "Lacci" è ricco di dettagli che evocano l'epoca in cui è ambientato, con una particolare attenzione alla scenografia e ai costumi che aiutano a creare un'atmosfera autentica e coinvolgente.

ANALISI DEL MONOLOGO

Il monologo di Vanda in "Lacci" evidenzia la disperazione e il conflitto interiore di un personaggio tradito e ferito profondamente. Questo discorso funge da culmine emotivo della tensione accumulata tra Vanda e suo marito Aldo, esponendo il dolore e la complessità emotiva che il tradimento ha scatenato nella loro vita coniugale. Vanda inizia con una dichiarazione di identità e appartenenza ("Sono tua moglie"), che stabilisce immediatamente il suo ruolo e la sua importanza nella vita di Aldo. Questa apertura rafforza la sua posizione come partner e come pilastro fondamentale della famiglia, chi mantiene unito il nucleo familiare nonostante le difficoltà. Il riferimento ai figli, Sandro e Anna, serve a mostrare le ripercussioni del comportamento di Aldo sulla famiglia. Questi dettagli personali e domestici ("Anna non si vuole mai lavare i capelli") sottolineano la disconnessione fisica di Aldo dalla famiglia, e l'impatto emotivo del suo allontanamento, evidenziando come le piccole routine quotidiane siano state interrotte e siano diventate fonte di dolore.


L'immagine della mano che "mette una mano in gola e tira" è particolarmente potente. Questa metafora visiva rappresenta il dolore fisico e emotivo che Vanda sente, quasi come se Aldo le avesse strappato via qualcosa di essenziale e vitale, non solo metaforicamente ma quasi fisicamente. Questa descrizione intensifica la gravità del tradimento di Aldo e la profonda ferita emotiva che ha inflitto a Vanda. Vanda richiama un "patto" che hanno fatto, un impegno che va oltre il semplice amore romantico, indicando un accordo di lealtà e supporto reciproco. Il patto rappresenta il fondamento morale e etico del loro matrimonio, che Vanda percepisce essere stato infranto da Aldo. La sua richiesta perché Aldo "torni a casa" non è solo un desiderio di riunire la famiglia, ma un appello alla responsabilità e agli obblighi che Aldo ha verso di loro.


Vanda chiede ad Aldo se si è innamorato, che è una richiesta di verità che potrebbe cambiare definitivamente il corso delle loro vite. La sua affermazione che la verità "salva la vita a tutti" sottolinea come la sincerità possa potenzialmente portare guarigione o almeno chiarezza alla situazione caotica che vivono.

Conclusioni

Il monologo di Vanda mette in luce le tensioni nascoste e le ferite aperte all'interno della dinamica familiare. Il film esplora la complessità dei rapporti umani e il peso delle promesse non mantenute. La richiesta di verità e di lealtà di Vanda diventa un richiamo al senso di onestà e responsabilità nelle relazioni più intime.

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