Monologo Maschile - chi era il padre di Ted in \"Ted Lasso\"

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Articolo a cura di...


~ LA REDAZIONE DI RC

Introduzione al monologo

Il monologo di Ted Lasso su suo padre è uno dei momenti più intensi e toccanti dell’intera serie. Fino a questo punto, Ted è sempre stato il simbolo dell’ottimismo e della leggerezza, un uomo che affronta tutto con un sorriso, una battuta e un atteggiamento positivo. Ma qui, per la prima volta, si permette di mostrare la sua vulnerabilità più profonda: il dolore per la perdita del padre e l’impatto che questa ha avuto su di lui. Questo discorso è un passaggio chiave per il personaggio perché svela la vera radice del suo comportamento. Ted non è positivo perché è ingenuo o semplicemente felice di natura; lo è perché ha dovuto costruire un meccanismo di difesa contro il dolore e la perdita.

Mio padre era...

STAGIONE 2 EPISODIO 10
MINUTAGGIO
: 25:35-38:40

RUOLO: Ted Lasso
ATTORE:
Jason Sudeikis
DOVE:
Apple TV



INGLESE


When I was in fifth or sixth grade, there was this book called Johnny Tremain, and our homework for, like, a month was to read this book. At the end of the month, I hadn't read a lick of it, you know. And we had a test, big test, like, the next day. And the night before, I was anxious as all heck, and I couldn't sleep, and my dad starts getting after me about that. And I start crying. And he's like, "Whoa, buddy. What's wrong? What's wrong?" And I tell him what's up. And he says, "Hey, don't worry about it, okay. Just go up to your room, lay your head on your pillow and think about something you're looking forward to." So that's what I did. Next morning, I wake up, and he says, "Hey, you ain't gonna ride your bike to school. I'm gonna drive you." And I'm like, "All right." And on the way to school, he talks me through the entire book, like it's a, uh, a bedtime story or something. 'Cause he stayed up all night, the whole night, reading the whole damn thing, 'cause he didn't want his little boy stressed out over some stupid, silly test. And I ended up getting an A. Boom. He was a good dad. And I don't think he knew that. I think if he would've known how good he was at stuff he didn't really care about being good at, he... I don't think he would've done what he... And I wish I would've told him. I wish I would've told him more. I was just so angry at him. 'Cause he was always going to work and just out with friends or something like that, and then he was gone. And I knew right then and there that I was never gonna let anybody get by me without understanding they might be hurting inside, you know. 'Cause life, it's hard. It's real hard. Dr. Fieldstone: Thank you, Ted. Ted: I don't know if this is illegal or something, but can I have a hug?



ITALIANO


Quando ero in quinta elementare c’era un libro intitolato Johnny Tremaine. E come compito dovevamo leggerlo entro un mese. Alla fine del mese non avevo letto una parola. E avevamo una verifica importante il giorno primo. E la sera prima ero molto in ansia, e non riuscivo a dormire, così mio padre cominciò a sgridarmi, per questo, e mi misi a piangere. E mi disse: “Ma cos’hai, che succede?” E gli dissi il mio problema. E lui disse: “Non preoccuparti, ora va in camera tua, sdraiati e pensa a qualcosa che non vedi l’ora di fare”. E così feci. La mattina dopo mi dice: “Oggi niente bicicletta. Ti accompagno io a scuola”. E io: “Va bene”. E mentre andiamo a scuola comincia a raccontarmi tutto il libro come se fosse una favola della buonanotte. Perché era stato sveglio tutta la notte a leggere quel libro, perché non voleva che suo figlio si agitasse per una stupida verifica. E alla fine ho preso una A, boom! Era un bravo papà, io non credo che lo sapesse. Penso che se avesse saputo quanto era bravo nelle cose in cui non gli importava essere bravo… forse non avrebbe fatto… E vorrei averglielo detto. Vorrei avergli detto di più. Era tanto arrabbiato, perché… perché andava sempre a lavoro, usciva con gli amici e poi se ne è andato. E da lì non ho più permesso a nessuno di starmi vicino senza la consapevolezza che avrebbe potuto farmi del male. Perché la vita è difficile, è davvero dura. Non so se è illegale o qualcosa del genere ma posso avere un abbraccio?

Ted Lasso

"Ted Lasso" è una serie che, sotto l'apparenza di una commedia sportiva leggera, si rivela una narrazione stratificata e ricca di sfumature emotive. Creata da Bill Lawrence, Jason Sudeikis, Joe Kelly e Brendan Hunt, la serie ha debuttato su Apple TV+ nel 2020 e si è rapidamente imposta come un prodotto capace di bilanciare umorismo, introspezione e crescita personale.

La storia segue Ted Lasso (Jason Sudeikis), un allenatore di football americano ingaggiato per allenare una squadra di calcio inglese, l’AFC Richmond, nonostante non abbia alcuna esperienza nel calcio europeo.


L’assunzione non è casuale: Rebecca Welton (Hannah Waddingham), la nuova proprietaria del club, vuole distruggere la squadra come vendetta nei confronti del suo ex marito, il precedente proprietario, e pensa che assumere un allenatore incompetente sia il modo migliore per farlo.

Ted arriva in Inghilterra con un atteggiamento genuinamente positivo e un approccio fuori dagli schemi. Nonostante il cinismo iniziale di stampa, tifosi e giocatori, il suo metodo si basa sulla costruzione di fiducia e sul rafforzamento dell’identità della squadra, più che sulla tattica. Nel corso delle tre stagioni, la narrazione si sviluppa non solo attorno alle dinamiche sportive, ma anche ai percorsi di crescita personale dei personaggi.



Prima stagione: accettare il cambiamento


L’inizio è segnato dal contrasto tra l’ottimismo quasi ingenuo di Ted e la freddezza dell’ambiente calcistico britannico. All’interno della squadra, il capitano Roy Kent (Brett Goldstein), un veterano dal carattere burbero, e la giovane star Jamie Tartt (Phil Dunster), arrogante e talentuoso, rappresentano due poli opposti della leadership sportiva. Ted, con il suo metodo poco convenzionale, guadagna gradualmente il rispetto del gruppo, in particolare dell’insicuro Nathan Shelley (Nick Mohammed), inizialmente magazziniere, che Ted promuove a vice-allenatore.

Parallelamente, Rebecca, inizialmente intenzionata a sabotare Ted, si ritrova a cambiare idea, grazie anche all’amicizia con Keeley Jones (Juno Temple), influencer e fidanzata di Jamie, che evolve da semplice presenza mondana a figura chiave nella gestione del club. La stagione si conclude con il Richmond che retrocede, ma con una squadra più coesa e un’idea chiara su come ripartire.



Seconda stagione: affrontare i demoni interiori


Se la prima stagione esplora l’adattamento di Ted a un nuovo mondo, la seconda va più in profondità nel lato emotivo dei personaggi. Ted, nonostante la sua positività, inizia a mostrare segni di attacchi di panico, rivelando un lato più vulnerabile. Il tema della salute mentale prende il centro della scena con l’introduzione della psicologa dello sport Dr. Sharon Fieldstone (Sarah Niles), che sfida Ted a confrontarsi con il dolore irrisolto del suo passato, in particolare la morte del padre.

Nathan, da umile assistente insicuro, diventa sempre più ambizioso e rancoroso, sentendosi trascurato da Ted e sviluppando un’invidia crescente. Il suo arco narrativo culmina con il tradimento, quando lascia il Richmond per unirsi al West Ham, ora di proprietà dell’ex marito di Rebecca.

Intanto, Roy Kent, ritiratosi dal calcio giocato, trova una nuova dimensione come allenatore e partner di Keeley, mentre Jamie, dopo un periodo di crisi, cerca di maturare e diventare un giocatore meno egocentrico. La stagione chiude con tensioni irrisolte e un Richmond pronto a tornare in Premier League.



Terza stagione: chi siamo veramente?


La stagione finale affronta le questioni identitarie di ogni personaggio. Ted deve decidere se restare o tornare negli Stati Uniti per stare con il figlio. Nathan, dopo aver raggiunto il successo al West Ham, si rende conto di aver perso il senso di sé nel suo desiderio di affermazione. Rebecca riflette sul suo ruolo nel club, mentre Roy e Keeley affrontano le difficoltà di una relazione in continua evoluzione.

Sul piano sportivo, l’AFC Richmond, dato per sfavorito, diventa una squadra competitiva grazie a un calcio innovativo ispirato al Total Football, simbolo del superamento dei vecchi schemi e della ricerca di un’identità collettiva. La stagione si conclude con Ted che sceglie di lasciare il club per tornare a casa, Nathan che trova un equilibrio e Rebecca che, anziché vendere il Richmond, lo trasforma in qualcosa di ancora più grande.



Tematiche: più di una serie sportiva


Ted Lasso ribalta il concetto tradizionale di leadership. Il suo metodo non è basato sull’autorità o sulla conoscenza tecnica, ma sulla capacità di comprendere e valorizzare gli altri. Il messaggio è chiaro: vincere non significa solo alzare trofei, ma creare qualcosa di duraturo e significativo.


Salute mentale e vulnerabilità maschile


Uno degli aspetti più innovativi della serie è come affronta la salute mentale, specialmente tra gli uomini. Ted, che all’inizio sembra un ottimista incrollabile, si scopre fragile, segnato da traumi irrisolti. Nathan rappresenta il pericolo dell’insicurezza trasformata in rabbia repressa. Roy Kent, apparentemente duro e inscalfibile, impara a esprimere le proprie emozioni.


Trovare una famiglia fuori dalla famiglia biologica


L’AFC Richmond non è solo una squadra, ma una comunità. Ogni personaggio trova nel club un senso di appartenenza che va oltre il calcio: Rebecca si libera dall’ombra del suo ex-marito, Keeley costruisce una carriera indipendente, Jamie supera il trauma di un padre tossico.


Il concetto di successo


La serie decostruisce l’idea classica di successo. Ted vince senza vincere trofei, Jamie diventa un leader quando smette di pensare solo a sé stesso, Nathan capisce che l’ambizione fine a sé stessa non porta alla felicità.

"Ted Lasso" è una serie che parte da un’idea semplice – un allenatore di football americano nel mondo del calcio inglese – per raccontare qualcosa di molto più profondo: il valore dell’empatia, il peso delle aspettative, la necessità di affrontare i propri demoni. Lo fa con un tono leggero ma mai superficiale, costruendo personaggi credibili e situazioni che parlano a tutti, che si sia tifosi di calcio o meno.

Analisi Monologo

Il monologo si apre con un ricordo d’infanzia, un momento che, apparentemente, sembra dolce e rassicurante: "Quando ero in quinta elementare c’era un libro intitolato Johnny Tremaine. E come compito dovevamo leggerlo entro un mese. Alla fine del mese non avevo letto una parola." Questa introduzione è tipica dello stile di Ted. Parte da un aneddoto quotidiano, quasi banale, che inizialmente sembra portare a una storia leggera.


Ma ben presto il racconto assume un significato più profondo:

"E la sera prima ero molto in ansia, e non riuscivo a dormire, così mio padre cominciò a sgridarmi, per questo, e mi misi a piangere. E mi disse: ‘Ma cos’hai, che succede?’ E gli dissi il mio problema. E lui disse: ‘Non preoccuparti, ora va in camera tua, sdraiati e pensa a qualcosa che non vedi l’ora di fare’." Qui vediamo un primo elemento importante: Ted ha sempre avuto ansia, anche da bambino. Questo dettaglio è fondamentale perché suggerisce che il suo carattere ottimista e rilassato non è qualcosa di naturale, ma piuttosto il risultato di un lungo lavoro su sé stesso.


La scena che segue è uno dei ricordi più belli che ha di suo padre: "La mattina dopo mi dice: ‘Oggi niente bicicletta. Ti accompagno io a scuola’. E io: ‘Va bene’. E mentre andiamo a scuola comincia a raccontarmi tutto il libro come se fosse una favola della buonanotte. Perché era stato sveglio tutta la notte a leggere quel libro, perché non voleva che suo figlio si agitasse per una stupida verifica." Qui si percepisce l’amore profondo di suo padre. Il gesto di leggere tutta la notte per poter aiutare il figlio è un segno di dedizione sincera, un modo per dirgli: qualsiasi cosa accada, ci sarò per te. Questo momento è un ricordo prezioso per Ted, perché mostra un lato del padre che lui stesso teme di aver dimenticato con il tempo.


Poi arriva la frase che cambia il tono del monologo: "Era un bravo papà, io non credo che lo sapesse. Penso che se avesse saputo quanto era bravo nelle cose in cui non gli importava essere bravo… forse non avrebbe fatto…" Qui Ted si ferma. Non completa la frase, ma il sottinteso è chiaro: suo padre si è tolto la vita. Questa interruzione è potentissima, perché mostra quanto sia ancora difficile per lui affrontare quel dolore.

Subito dopo, Ted esprime il suo rimpianto più grande: "E vorrei averglielo detto. Vorrei avergli detto di più." Questa frase colpisce profondamente perché riflette il peso del non detto, il dolore di non aver potuto far capire a suo padre quanto fosse importante per lui. È una tematica universale: il rimpianto di non aver espresso i propri sentimenti quando si aveva ancora tempo. Poi arriva la rivelazione più dolorosa: "Era tanto arrabbiato, perché… perché andava sempre a lavoro, usciva con gli amici e poi se ne è andato. E da lì non ho più permesso a nessuno di starmi vicino senza la consapevolezza che avrebbe potuto farmi del male." Qui Ted confessa l’effetto devastante che la morte del padre ha avuto su di lui. La sua filosofia di vita – essere sempre gentile, mettere gli altri al primo posto, evitare il conflitto – nasce da una paura radicata dell’abbandono. Se lasci entrare qualcuno nella tua vita, quella persona può farti del male. E la strategia di Ted è stata quella di proteggersi costruendo una barriera di positività, per evitare di affrontare davvero il suo dolore.


Il monologo si chiude con una frase disarmante: "Perché la vita è difficile, è davvero dura. Non so se è illegale o qualcosa del genere ma posso avere un abbraccio?" Questa richiesta è uno dei momenti più umani e vulnerabili di Ted. È la prima volta che chiede apertamente aiuto, che esprime il bisogno di conforto. Per un uomo come lui, che ha sempre cercato di essere un punto di riferimento per gli altri, ammettere di aver bisogno di un abbraccio è un passo enorme.

Conclusione

Questo monologo è un punto di svolta per il personaggio di Ted. Fino a questo momento, il suo atteggiamento ottimista sembrava quasi una caratteristica innata, ma qui scopriamo che è il frutto di un meccanismo di difesa costruito nel tempo. La perdita del padre lo ha segnato profondamente, e il suo modo di affrontare la vita – sempre positivo, sempre pronto ad aiutare gli altri – è in realtà un modo per non permettere mai più a nessuno di fargli del male. Ma in questa scena, Ted capisce che ha bisogno di affrontare il dolore, di permettere agli altri di aiutarlo.

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