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~ LA REDAZIONE DI RC
Nel film "The Martian" di Ridley Scott, tratto dal romanzo omonimo di Andy Weir, assistiamo a una straordinaria storia di sopravvivenza ambientata sulla desolata superficie di Marte. Attraverso il personaggio di Mark Watney, il film esplora temi di isolamento, ingegnosità e la resilienza umana di fronte a circostanze quasi insormontabili. Uno degli aspetti più significativi del film è il modo in cui Watney comunica la sua esperienza: il monologo iniziale, che funge da introduzione al suo carattere e alla sua situazione, è una finestra aperta sulla sua psiche e sulle sue strategie di sopravvivenza.
MINUTAGGIO: 15:45-17:32
RUOLO: Mark Watney
ATTORE: Matt Damon
DOVE: Netflix
INGLESE
Ok, Ok. This is... Mark Watney. Astronaut. I am entering this log for the record, in case I... don't make it. It's... oh-six-fifty-three on Sol 19. And... I'm still alive. Obviously. But I'm guessing this is going to be a surprise to my crewmates. And NASA. And... the world. So... surprise. I didn't die on Sol 18. Best I can tell this length of our primary communications antenna tore through my bio-monitor. And ripped a hole in me as well. It was horrible thank you for asking. But the antenna... and the blood... managed to seal the breach in my suit. Which kept me alive. Even though the team must have thought I was dead. Commander Lewis... If you ever hear this... Listen. It wasn't your fault. Just bad luck. You did what you had to do, and if I had been in your position I would have done the same. I'm glad you guys made it. All right, though. That's where we're at. Mark Watney, stranded on Mars. I have no way to contact NASA because our communications antenna broke and stuck into my stomach. Which we've covered. And even if I could, it will take... four years before the next manned mission gets here. And I'm in a Hab designed to last thirty-one days. If the oxygenator breaks, I'll suffocate. If the water reclaimer breaks, I'll die of thirst. If the Hab breaches, I'll just sort of... implode. And if, by some miracle, none of that happens... eventually I'm going to run out of food. So... yeah.
ITALIANO
Ok, ok... Salve, io sono Mark Watney, un astronauta. Sto tenendo questo diario come testimonianza, nel caso non ce la faccia. Qui sono le... 6:53, di Sol 19 e sono ancora vivo. Beh... Evidentemente. Ma.. credo che questa sarà una bella sorpresa per i miei compagni e per la NASA. E per il mondo intero, davvero, quindi... Sorpresa!... Non sono morto a Sol 18, e quello che posso immaginare è che questo pezzo dell'antenna delle comunicazioni primarie si sia conficcato dentro il mio biomonitor, e anche dentro la mia pancia. Però l'antenna e il mio sangue, per fortuna, sono riusciti a sigillare la tuta. Cosa che mi ha tenuto in vita, anche se il mio equipaggio mi avrà creduto modo. non ho modo di contattare la NASA, ma anche se potessi ci vorrebbero 4 anni prima che una nuova missione mi raggiungesse. E sono in un hub progettato per durare 31 giorni; se l'ossigenatore si rompe; se il rigeneratore si rompe muoio di sete, se si apre una falla nell'Hub muoio per esplosione. E se per miracolo non succede niente di tutto questo a un certo punto non avrò più cibo. Dunque... Si. Si…
THE MARTIAN
"The Martian" è un film di fantascienza del 2015 diretto da Ridley Scott e basato sul romanzo del 2011 "L'uomo di Marte" di Andy Weir. Il film racconta la storia di Mark Watney, un astronauta interpretato da Matt Damon, che viene accidentalmente lasciato su Marte dopo che la sua squadra lo crede morto durante una tempesta. Con scorte limitate, Watney deve affidarsi al suo ingegno, spirito di sopravvivenza e formazione scientifica per prolungare la sua sopravvivenza in attesa di un possibile soccorso. Il film è noto per il suo approccio realistico alla scienza spaziale e per l'attenzione ai dettagli tecnici, tanto che è stato lodato dalla NASA per la sua accurata rappresentazione della tecnologia spaziale e delle procedure di sopravvivenza su un pianeta alieno. La sceneggiatura, scritta da Drew Goddard, viaggia in equilibrio tra tensione drammatica e umorismo leggero, contribuendo a rendere la storia accattivante e al tempo stesso educativa.
Dal punto di vista cinematografico, "The Martian" fa uso di effetti visivi spettacolari per ricreare il paesaggio marziano e le condizioni estreme a cui Watney deve adattarsi. La regia di Ridley Scott utilizza queste tecniche visive per amplificare il senso di isolamento del protagonista e la grandiosità dell'ambiente alieno. Il film ha ottenuto un grande successo di critica e pubblico, ricevendo elogi per la performance di Matt Damon, la regia di Scott, gli effetti visivi, e il solido adattamento del materiale originale. È stato anche un successo commerciale, e ha ricevuto diverse nomination agli Oscar, tra cui quelle per il miglior film e il miglior attore protagonista.
ANALISI MONOLOGO
Il monologo di Mark Watney, come spesso accade in “The Martian”, mescola tensione drammatica con umorismo e realismo scientifico. Ecco una disamina dei diversi aspetti del monologo. Il monologo serve come introduzione efficace al contesto di Watney, isolato su Marte. Inizia presentando se stesso e lo scopo del suo diario, che è una testimonianza nel caso non sopravviva. Questo stabilisce immediatamente la gravità della sua situazione.
Watney descrive come un pezzo dell'antenna, che ha distrutto il suo biomonitor, sia accidentalmente riuscito a sigillare la sua tuta spaziale, salvandogli la vita. Questo dettaglio evidenzia la fragilità della sua esistenza su Marte e introduce il tema dell'ingegnosità umana e della sopravvivenza contro le probabilità. Il protagonista sottolinea la sua incapacità di comunicare con la Terra, evidenziando il suo isolamento. Questo solleva questioni sulla solitudine e sulla resilienza psicologica necessarie per sopravvivere in condizioni così estreme.
Watney elenca le sfide immediate che deve affrontare: la possibilità che l'ossigenatore si rompa, la minaccia di morire di sete se il rigeneratore d'acqua si guasta, o la morte per decompressione esplosiva se l'habitat si danneggia. Questi dettagli dimostrano anche la sua comprensione approfondita dei sistemi di sopravvivenza e la gravità della sua situazione.
Nonostante la gravità della sua situazione, Watney inserisce un elemento di umorismo con il suo "Sorpresa!... Non sono morto a Sol 18". Questo umorismo è un tratto caratteristico del personaggio, mostrando la sua resilienza psicologica e la capacità di mantenere uno spirito positivo, il che è vitale per la sua sopravvivenza psicologica e fisica.
Verso la fine del monologo, Watney accetta la possibilità molto reale della morte, ma lo fa con una sorta di rassegnazione calma e pragmatica, sottolineando il suo atteggiamento determinato e il desiderio di lottare nonostante le probabilità.
Il monologo di Mark Watney si rivela un profondo esame del carattere umano sotto pressione estrema. Attraverso le parole di Watney, Ridley Scott ci offre un ritratto vivido dell'ingegnosità e della tenacia necessarie per affrontare e superare ostacoli apparentemente insuperabili. Il modo in cui Watney affronta la sua solitudine e le sfide logistiche mette in luce la capacità umana di adattamento e sopravvivenza. Questo serve anche come ispirazione per la perseveranza e l'ottimismo, ricordandoci che l'umorismo e l'intelligenza sono strumenti potentissimi contro le avversità più dure.
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