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~ LA REDAZIONE DI RC
"L'ultimo bacio" di Gabriele Muccino esplora le sfide emotive e sociali del passaggio alla maturità adulta. Il film, si addentra nei dilemmi interni e nelle decisioni di vita che segnano il confine tra la giovinezza e l'età adulta. Un aspetto particolarmente evocativo di queste tematiche è rappresentato da un monologo chiave del film, in cui il protagonista riflette sulla propria vita e sulle aspettative sociali che lo circondano.
MINUTAGGIO: 1:50:20-1:53:16
RUOLO: Carlo
ATTORE: Stefano Accorsi
DOVE: Disney +
ITALIANO
Eccoti qui, decidi che la fase dell'eterna adolescenza è finita e che è ora di crescere e crescerai. E allora tutto cambia e questa volta cambierà. Avrai una casa più grande, la piscina, il garage col posto auto, il prato sempre curato, il portico fiorito e le porte smaltate… il cane che chiamerai Marx e la barca che chiamerai Giulia, avrai la salute assicurata, la vita assicurata, il frigorifero sempre pieno per non sentirti povero, un tappeto etnico per continuare a sentirti giovane e finestre da cui entra sempre il sole... e allora avrai la tua famiglia felice, i tuoi bambini in salute e lei... avrai lei... che ti ricorda tutte le cose belle che avrai avuto... non è questo quello che hai sempre sognato?
L'ULTIMO BACIO
"L'ultimo bacio - l'amore perfetto" è un film drammatico italiano diretto da Gabriele Muccino, rilasciato nel 2001. Questo film ha ottenuto un notevole successo sia di critica che di pubblico in Italia, diventando un punto di riferimento importante per il cinema italiano del nuovo millennio.
La trama del film si concentra sulla vita di Carlo, un uomo di trent'anni alle prese con le insicurezze e le paure tipiche dell'età adulta. Carlo vive una relazione stabile con Giulia, la quale scopre di essere incinta all'inizio del film. La prospettiva di diventare padre spinge Carlo a riflettere sulla sua vita e sulle opportunità che potrebbe aver perso.
Mentre Carlo è combattuto tra il desiderio di libertà e la responsabilità di un imminente matrimonio e paternità, i suoi amici più stretti affrontano le proprie crisi personali. Marco, Paolo e Adriano, ognuno con le proprie difficoltà, rappresentano differenti aspetti della lotta tra desiderio di stabilità e di evasione, tipica di questa fase della vita.
Il fulcro emotivo del film si intensifica quando Carlo incontra Francesca, una giovane e affascinante ragazza. Questo incontro scatena una serie di eventi che porteranno Carlo a mettere in discussione tutte le sue scelte precedenti. La tentazione di un'avventura con Francesca diventa il simbolo della crisi di Carlo: il desiderio di evadere dalla realtà che si è costruito, contrastato dal senso di colpa e dalla responsabilità verso Giulia.
L'evoluzione dei personaggi e le loro interazioni sono esplorate con grande profondità, offrendo uno spaccato realistico e a tratti crudo della vita di coppia e delle sfide personali. Il film termina lasciando aperte diverse questioni, senza fornire risposte definitive, riflettendo così la complessità e l'incertezza delle scelte di vita.
Il monologo rappresenta un momento cruciale nella narrazione e riflette profondamente il conflitto interiore del protagonista, Carlo. Il monologo inizia con un invito alla crescita personale, suggerendo che il tempo dell'adolescenza eterna è concluso. Questo pone immediatamente il focus sul tema della maturazione e sulle difficoltà che accompagnano il passaggio ad una nuova fase della vita, caratterizzata da maggiori responsabilità e aspettative. Il discorso si evolve descrivendo una serie di status symbol convenzionalmente associati al successo e alla stabilità adulta: una casa grande, una piscina, un garage, un prato curato. Questi elementi materiali sono citati come i pilastri di una vita ideale e ordinata, quasi un cliché della felicità borghese.
L'uso del nome "Marx" per il cane e "Giulia" per la barca introduce un livello di ironia. Il riferimento a Marx potrebbe essere interpretato come una critica sottile al materialismo e al capitalismo, elementi che il protagonista sembra ambire ad acquisire nonostante possano contrastare con ideali più giovanili e idealistici. Il monologo chiude con una visione quasi utopica della felicità familiare e personale, ponendo l'accento sulla sicurezza e sulla salute, ma anche sulla presenza di una partner che funge da memoria vivente delle "cose belle" conquistate. Questo solleva questioni sulla genuinità della felicità quando è costruita attorno ad aspettative socialmente imposte.
Il monologo evidenzia una tensione tra il desiderio di conformarsi a un modello di vita "adulto" e il timore che questa conformità possa portare alla perdita dell'autenticità personale e della gioia di vivere. In questo contesto, il film si interroga se la realizzazione personale possa davvero derivare dal seguire un percorso prestabilito e materialmente ricco, oppure se ci sia spazio per una definizione più personale e meno convenzionale di felicità e successo.
Gabriele Muccino invita lo spettatore a interrogarsi sulla vera essenza della felicità e sulle complesse decisioni che definiscono il nostro percorso di vita. In un'epoca di crescente materialismo e incertezze personali, il film rimane rilevante, stimolando una riflessione critica sulle priorità personali e sulla possibilità di trovare un equilibrio tra i sogni giovanili e le responsabilità adulte.
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