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Recensione breve
Leggetelo perché è bello, e perché non dovete conoscere Marcello Mastroianni (quello vero), per comprenderlo.
Recensione Breve Alternativa
Se vi piace il cinema come argomento di interesse, se sapete a memoria l'intro delle Iene di Tarantino e fate citazioni di film su qualunque cosa; se passate le serate (sobri o meno) a parlare di cinema, e rapportate tutto quello che vi accade a dei film, penso che potete leggere questo libro, e che vi piacerà.
Recensione Breve buona la terza
Ao, lo dovete leg... No, ok, basta recensioni brevi.
Due parole semiserie (non è una recensione)
E' la seconda serata di Sanremo, è circa l'una del mattino e ho ancora in testa l'immagine dei Cugini di Campagna che entrano in scena come se fossero un pacco regalo, uno di quelli nascosti, piccoli, che escono fuori durante il classico smontaggio dell'albero. Mio fratello gira per casa e continua a ripetere: "La SAAAEEEDD!", per qualunque cosa fa, dal lavarsi i denti a sistemare una cosa nell'armadio; mia nonna cerca di comprendere cosa sta dicendo in italiano uno a caso degli artisti; e io sono rifugiato in camera, a finire di leggere: "Mi chiamo Marcello Mastroianni (Ma non sono lui)", primo romanzo di Armando Festa, già sceneggiatore, pubblicitario, e con una carriera variegata tanto davanti, quanto dietro. Ho un'intervista con lui tra qualche giorno, e sto finendo la prima lettura del libro che sarà uno degli inevitabili punti focali di questa intervista. Sono un lettore avido, di quelli che divorano un libro in due ore, specie se è preso, e specie se la lettura è scorrevole, come in questo caso.
Data l'esistenza di questo articolo, e dell'intervista che lo accompagna, evito di sperticarmi in applausi o complimenti per romanzo e autore, lo trovo ridondante. Se siete arrivati fino a qua voglio solo parlarvi "del finale". Non farò spoiler, ho evitato con cura di parlare di alcune cose del libro ed eviterò di parlarne qui, quindi non aspettatevi da me una frase del tipo: "No, bello questo nuovo Star Wars, ma alla fine Han Solo muore", che ho intercettato salendo su un autobus qualche anno fa, e per la quale sono stato a tanto così dal dover poi condividere questo dramma con un giudice.
No, io vi voglio parlare del "finale", inteso come con: "Ok, ma finito un libro, finito un film, finito un concerto, cosa mi resta?".
Alla fine di questo libro, ve lo garantisco io, vi resta qualcosa. E qualcosa anche di variabile. Ho letto integralmente il libro per tre volte, per piacere e per dovere di studio. E la consapevolezza che nella mia testa ci siano almeno 3 "modi" nei quali per me questo libro ti accompagna al THE END è un valore meraviglioso, del quale ho parlato anche con il mio diretto intervistato, qualche giorno fa.
Se amate il cinema e la cultura pop che fa parte del nostro lessico, leggetelo, perché in almeno una circostanza o due, si dirà qualcosa che avete detto voi;
Se vi sentite persone comuni, al confronto con visioni idealistiche di voi, o degli altri (e magari condividete anche una disperata omonimia, come nel caso del protagonista di questo libro), leggetelo;
Se avete un desiderio inespresso, che sia quello della paternità, come nel caso del protagonista, ma che sia di un qualunque tipo, un vostro sogno nel cassetto, leggetelo. Si parla di irrisolti, di "mai nati", di sogni proibiti e delle strade per darli alla luce. Vi sconsiglio di seguire le orme del protagonista, perché... perché... il perché penso che possa dirlo lo stesso Armando Festa, e riporto la frase che da esperto autore e copywwriter ha indicato per raccontare la sua opera (mi perdonerà, ma cito la fonte, il suo IG):
"Di cosa parla? Dunque... avete presente quelle scene nei film in cui il buono sta facendo un inseguimento in macchina e, per acciuffare il cattivo, sale sui marciapiedi, distrugge le bancarelle, sfonda le vetrine, fa scontrare le altre auto, per poco non ammazza i pedoni? Insomma, fa un sacco di danni ma lui quasi se ne frega perché pensa di stare facendo qualcosa di giusto? Ecco, questa, in sintesi, potrebbe essere la metafora di ciò che compie il protagonista del libro per soddisfare la sua voglia di paternità e per dare una svolta alla sua vita."
- ARMANDO FESTA -
Aggiungo solo che se vi piace l'ironia di fondo della vita, quella cosa per la quale: "Ti stai dichiarando alla tua futura compagna e un piccione ti lascia un ricordo", questo libro fa per voi. Perché la vita sa essere curiosa, soprattutto se la filtriamo con i nostri occhi.
Insomma. Leggetelo perché fa ridere, e perché le cose che vi rimangono impresse non sono solo le risate. Nel mio caso cosa rimane? La voglia di leggere ancora di questo autore, magari, qualora lo desideri, in un suo secondo romanzo.
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Buona lettura!
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