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La tua felicità e soddisfazione sono la nostra priorità assoluta. Vogliamo che tu ti senta ascoltato, capito e supportato in ogni fase del tuo percorso. FMA ha creato un ambiente in cui potrai non solo imparare e crescere come attore, ma anche sviluppare una rete di contatti vasta e preziosa.
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Come affrontare i personaggi troppo vicini a noi?
C’è un momento in cui succede qualcosa di strano. Magari sei in sala prove, o durante una ripresa in cui non ti aspettavi nulla di particolarmente impegnativo, e invece eccola lì. Una frase, un gesto, uno sguardo del personaggio che interpreti… che è esattamente tuo. Ti tocca nel punto in cui non sei più solo attore: sei anche te stesso. E lì, per un istante, i confini si sfumano.
Benvenuti in uno degli spazi più intensi (e delicati) della recitazione: quello in cui il personaggio ti assomiglia troppo.
Questa situazione è molto più comune di quanto si pensi, soprattutto nel lavoro di formazione attoriale. All’interno dei percorsi di recitazione della Focus Movie Academy, ad esempio, capita spesso che studenti e docenti si trovino a discutere proprio di questo: cosa succede quando il ruolo che interpreti parla di te più di quanto vorresti?
Ma affrontiamo il tema con ordine.
La recitazione è, da sempre, un gioco di identità. Si presta la propria voce, il corpo, l’intenzione a qualcun altro. Ma cosa accade quando quel qualcun altro parla di un trauma che conosci, di un amore che hai vissuto, di una ferita che non hai ancora chiuso?
I ruoli più impegnativi non sono sempre quelli drammatici o tecnici, ma quelli che ti guardano come uno specchio. Non servono grandi scene o momenti epici. A volte basta una battuta che senti troppo vera: “Io non volevo lasciarlo, ma non avevo scelta”. Una frase che potresti aver detto tu, anni prima.
Ecco il punto: riconoscersi nel ruolo è interessante, e rischioso. Ti mette in una zona dove l’emotività personale si intreccia con la struttura del personaggio.Stai attingendo a te stesso, e se non hai gli strumenti per farlo con consapevolezza, può diventare faticoso.
Attingere senza annegare
Una delle prime cose che si impara nei corsi di recitazione di FMA è la distinzione tra “verità scenica” e “verità biografica”. La tua verità, diciamo...
La verità scenica è quella che si costruisce a partire dal testo, dall’analisi del personaggio, dalla coerenza narrativa. La verità biografica, invece, è la tua: è fatta delle tue esperienze, dei tuoi vissuti. Il problema è che spesso i due livelli si sovrappongono. L’attore può attingere alla propria vita, certo, ma deve sapere come farlo. È un po’ come entrare in acqua: puoi bagnarti, puoi anche immergerti… ma senza perdere il senso della riva.
Nelle aule di Focus Movie Academy, il lavoro attoriale è strutturato proprio per accompagnare l’attore in questo percorso: dall’analisi del personaggio alla gestione emotiva, dal controllo tecnico della voce al respiro consapevole. La formazione qui non si limita alla scena, ma aiuta ogni studente a capire che il proprio bagaglio personale è uno strumento, non un rifugio.
Un errore molto comune per chi è alle prime armi è confondere l’efficacia della recitazione con il coinvolgimento emotivo personale. Quante volte si pensa: “Se mi commuovo davvero, allora sto recitando bene”? In realtà, non sempre è così. Il pubblico non vuole sapere cosa provi tu, ma vuole credere a quello che sta provando il tuo personaggio. E questa distinzione è fondamentale. Quando interpreti un ruolo troppo simile alla tua storia, rischi di lasciare che il tuo dolore (o la tua gioia, o il tuo rancore) prenda il posto del personaggio. Ma la recitazione non è autobiografia. È costruzione. È trasformazione.
Per questo a FMA si lavora molto su tecniche di sottrazione e osservazione. Per esempio, si esplorano esercizi che portano l’attore a osservare sé stesso da fuori, come se fosse un regista. Questo permette di non cadere nella trappola dell’identificazione totale. L’idea è semplice: devi essere in scena, ma anche un po’ fuori. Devi sentire, ma sapere sempre da dove viene quell’emozione e dove va. Uno dei metodi più efficaci per affrontare personaggi troppo vicini a sé è quello di lavorare prima del lavoro. Significa prendersi del tempo per analizzare il testo, costruire una scheda del personaggio, identificare le differenze tra te e lui/lei. Non solo ciò che vi accomuna. Questo lavoro si fa con il supporto dei docenti e dei compagni, in un ambiente che a Focus Movie Academy è sempre orientato alla condivisione ma anche alla protezione dello spazio individuale.
Molti studenti si sorprendono, a distanza di mesi, nel rendersi conto che un ruolo che inizialmente sembrava “il loro” in realtà era molto più distante. Oppure viceversa: un personaggio che sembrava lontanissimo, improvvisamente ti costringe a fare i conti con qualcosa che non pensavi di dover affrontare. In entrambi i casi, la chiave è la preparazione consapevole. Non si arriva sul set o in scena “nudi”. Si arriva con un lavoro dietro, con tecniche interiorizzate, con un corpo allenato e una mente lucida.
Capita, ogni tanto, che un attore si senta “travolto” da un ruolo. Succede anche a scuola, in una scena tra due ragazzi che parlano di un padre assente o di un amore finito male. Per questo è importante saper riconoscere i segnali di allarme: senti di non riuscire a “staccarti” dal personaggio anche fuori dalla sala; provi disagio fisico o emotivo che non riesci a spiegare; temi di essere giudicato per ciò che il personaggio fa o dice; senti di perdere il controllo della scena o del tuo corpo.
In questi casi, fermarsi è professionale. A FMA viene sempre sottolineato che saper riconoscere un proprio limite non è una debolezza, ma un segno di crescita. Ci sono spazi per parlarne, per elaborare, per riformulare il lavoro. Perché la recitazione è un lavoro su di sé, ma non contro di sé.
Alla fine, il lavoro dell’attore si gioca sempre sull’equilibrio. L’equilibrio tra il lasciarsi attraversare e il tenere la rotta. Tra verità e finzione. Tra sé e l’altro. Quando un ruolo ti parla da vicino, è un’occasione: ti mette alla prova, ti sfida, ti chiede coraggio. Ma è anche un compito tecnico, strutturato. Non è l’occasione per “sfogarsi”, ma per agire con consapevolezza.
A Focus Movie Academy, questi percorsi vengono affrontati in un ambiente che unisce tecnica, gruppo, e lavoro individuale. Perché sapere dove finisce il personaggio e dove cominci tu… è il primo passo per poterli abitare entrambi.
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