Unisciti alla nostra Community Famiglia! Compila il "FORM" in basso, inserendo il tuo nome e la tua mail, ed entra nell'universo di Recitazione Cinematografica. Ti aspettiamo!
Articolo a cura di...
~ LA REDAZIONE DI RC
Questo monologo iniziale di Anne, che apre il film "Anne+", è una dichiarazione del tono e del linguaggio, ma anche dei temi, di questo film. Non sta semplicemente introducendo la storia, ma ci sta dicendo come guardarla: attraverso la lente del ricordo, della quotidianità, della trasformazione. La prima battuta del film è
"Tutti questi sono ricordi." È come se Anne stesse parlando a sé stessa, o a qualcuno che ha conosciuto profondamente. Non è un racconto oggettivo, ma una selezione emotiva. Ed è importante che apra il film con "ricordi", non con eventi, non con fatti, ma con ciò che rimane: la traccia affettiva delle cose.
MINUTAGGIO: 00:20-3:21
RUOLO: Anne
ATTRICE:Hanna van Vliet
DOVE: Netflix
Tutti questi sono ricordi. Piccoli, stupidi, ma anche bei ricordi. La nostra relazione è piena di ricordi. Di occasioni speciali, o di momenti di vita quotidiana. Fare cose divertenti insieme. Cercare di entusiasmarci a vicenda sulle cose che ci sembravano belle. Lunghe serate con gli amici, nei locali, con… troppa birra. Le domeniche con i postumi da sbornia. Fare grandi annunci sul fatto che avremmo iniziato un progetto insieme. E poi andare avanti, anche se è stressante. Lasciare luoghi familiari, e creare nuovi ricordi. Cambiare fa sempre bene. Comunque, torniamo a ora.
“Anne+” nasce come una webserie olandese del 2018, che poi è diventata una serie vera e propria trasmessa anche da Netflix. La protagonista, Anne, è una giovane donna queer ad Amsterdam, e attraverso la serie si seguono le sue relazioni sentimentali, la sua crescita personale e il suo tentativo di trovare un posto nel mondo adulto. Il film è, in un certo senso, un epilogo o un’estensione naturale della serie: prende Anne in un momento di passaggio, mentre cerca di capire chi vuole essere, sia come persona che come scrittrice. Il film si apre con Anne che ha quasi finito di scrivere il suo primo romanzo. O almeno, così dovrebbe essere. In realtà, è in crisi: quello che ha scritto non la convince, la casa editrice spinge per concludere, ma lei è bloccata. Anne ha lasciato il suo lavoro stabile per inseguire il sogno di vivere di scrittura. Vive in un appartamento condiviso, gira in bici per Amsterdam, passa il tempo tra amici, ex fidanzate e nuove conoscenze, ma c’è qualcosa che non si allinea.
La vera svolta narrativa arriva quando Lola, una persona non binaria, entra nella sua vita. Non è solo una figura romantica o amichevole, ma qualcuno che costringe Anne a guardare sé stessa da una prospettiva più onesta e meno idealizzata. Il rapporto tra Anne e Lola è uno dei motori centrali del film, ma non è costruito come una classica trama amorosa. È un rapporto che mette in discussione. Più che creare, smonta.
In parallelo, Anne si scontra con il mondo editoriale, con le aspettative sociali, con i genitori, con i suoi amici storici. In pratica: con tutto quello che ci si aspetta da una persona di ventinove anni che “dovrebbe” avere le idee chiare, un contratto stabile, e una vita in ordine. Spoiler: Anne non ha nulla di tutto ciò.
Il cuore del film è la ricerca di identità: cosa significa essere queer, cosa significa essere adulti, cosa significa vivere secondo i propri tempi in un mondo che ti chiede di correre.
Questo monologo ha una forza tutta sua nel modo in cui sfugge la drammaticità. Anne non sta rievocando la relazione come fosse un grande amore da romanzare. Sta citando dettagli minimi, "lunghe serate con gli amici, nei locali, con… troppa birra", "le domeniche con i postumi da sbornia", "fare grandi annunci". Sono pezzi di vita, non tappe fondamentali.
Quello che Anne sembra dire, quasi senza dirlo, è che una relazione non è fatta di “grandi momenti”, ma di abitudini condivise, slanci piccoli e routine. Persino quando dice: "Cambiare fa sempre bene." non lo dice con enfasi, come fosse una morale. Lo dice quasi come si direbbe a un'amica, o a sé stessi, per convincersi. C'è anche un aspetto interessante nel modo in cui si mescolano entusiasmo e disillusione: "Fare grandi annunci sul fatto che avremmo iniziato un progetto insieme. E poi andare avanti, anche se è stressante." Non c'è né sarcasmo né romanticismo. C'è accettazione. Di come le cose vanno, anche quando non vanno come le avevi immaginate.
Il monologo si chiude con: "Comunque, torniamo a ora."
È una frase semplice, ma che funziona benissimo come ponte narrativo. Sta dicendo: “abbiamo guardato indietro, ora guardiamo avanti”. Ma allo stesso tempo, ci fa capire che guardare avanti non significa dimenticare, significa portarsi dietro quei ricordi, quelle piccole cose che hanno formato ciò che Anne è adesso.
Le Migliori Classifiche
di Recitazione Cinematografica
Entra nella nostra Community Famiglia!
Recitazione Cinematografica: Scrivi la Tua Storia, Vivi il Tuo Sogno
Scopri 'Recitazione Cinematografica', il tuo rifugio nel mondo del cinema. Una Community gratuita su WhatsApp di Attori e Maestranze del mondo cinematografico. Un blog di Recitazione Cinematografica, dove attori emergenti e affermati si incontrano, si ispirano e crescono insieme.
Monologhi Cinematografici, Dialoghi, Classifiche, Interviste ad Attori, Registi e Professionisti del mondo del Cinema. I Diari Emotivi degli Attori. I Vostri Self Tape.