Confidenza di Daniele Lucchetti - Frame to Frame

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Articolo a cura di...


~ GIULIA DE ANGELIS

Durante i suoi allestimenti, Luca Ronconi diceva sempre che sono due le emozioni principali che fanno muovere un attore sulla scena: l’amore e la paura. E poi aggiungeva che la paura è più interessante.


Sono proprio amore e paura le parole che il Professor Pietro Vella scrive sulla lavagna durante una delle sue ultime lezioni in 5B, poco prima della maturità. Ed è la paura ciò che farà muovere Pietro durante tutta la sua esistenza. Il binomio amore e paura accompagnerà il suo personaggio, e non solo il suo, durante tutto l’arco narrativo del nuovo film di Luchetti.

Il professore, interpretato da uno straordinario Elio Germano, è un uomo diviso in due, tra amore e paura, un personaggio estremamente intrigante che si innamora di una sua ex studentessa, che frequentava proprio quella 5B: Teresa Quadraro, una brillante giovane donna che diventerà uno dei nomi più rilevanti nel panorama scientifico mondiale.


È una storia d’amore tormentata la loro, che termina a seguito di un litigio e di un tentativo di riappacificazione proposto da lei: confidarsi un segreto inconfessabile. Un gioco che sembra così leggero e infantile, ma che invece diventerà un gioco al massacro, soprattutto per Pietro, incapace di accettare una parte oscura di se stesso, come succede a molti di noi.


Di questo segreto noi non siamo resi partecipi, ma ci fidiamo dell’espressione inorridita del personaggio di Teresa e di ciò che lei dice subito dopo aver ascoltato quella confidenza: “Se il mondo sapesse il tuo segreto, la tua vita cambierebbe per sempre.”


Teresa lo terrà in pugno per sempre, proprio grazie a quel segreto. Il suo personaggio rivelerà di avere risvolti inquietanti, diventerà una figura ambigua, che compare e poi scompare, restando però sempre ben salda nella mente di Pietro e anche nella nostra. Sarà lei l’unica donna che impedirà a Pietro di ridurre il grande amore della vita a qualcosa da tenere sotto controllo.


È un film che si carica del peso di parlare di maschere e verità, temi affrontati magistralmente nella sceneggiatura, con un fare interattivo e coinvolgente, a tratti provocante, come si vede poco nel cinema di oggi, con uno sguardo forse a Pirandello e al suo iconico e immortale modo di parlare di maschere. La scrittura risulta, infatti ricca, varia, disturbante e la bellissima fotografia accompagna perfettamente quest’atmosfera, restituendoci un grado di angoscia che, minuto dopo minuto, diventa l’elemento fondamentale della storia.

Finalmente vediamo al cinema un film italiano senza quella banale retorica sterile e inutile. Un film scomodo, che parla di noi, lontano dai prodotti furbi e popolari che dominano le piattaforme di streaming. Un film che non somiglia a nulla di già visto e pone domande sull’essere umano, sulla verità, sulla fama, sulla codardia e sulla manipolazione. Le musiche del film firmate da Thom Yorke sono la cornice sonora perfetta a questo racconto.

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