Frame to Frame – Recensione Poor Things

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Una Rubrica a cura di...


~ GIULIA DE ANGELIS

Poor Things di Yorgos Lanthimos


Poor Things di Yorgos Lanthimos è un viaggio fantastico alla scoperta della vita e delle infinite sfumature dell’essere umano. In un mondo misto tra reale e fiabesco, che mostra richiami dal passato, ma allo stesso tempo offre elementi che hanno un sapore di futuro, salpiamo verso questo viaggio attraverso il personaggio di Bella Baxter (Emma Stone): una Frankenstein al femminile, una creatura avulsa e pura rispetto ad ogni tipo di condizionamento sociale, poiché cresciuta in una campana di vetro, sotto l’occhio protettivo del suo creatore, il dottor Godwin Baxter (Willem Dafoe).


Bella parte, alla volta della libertà e dell’indipendenza, con una voglia matta di scoprire il mondo, e di migliorarlo. Il suo compagno di viaggio sarà un eccentrico Mark Ruffalo, che interpreta il suo personaggio di donnaiolo, dando l’idea di rappresentare un vero e proprio cartone animato, perfettamente incanalato nel fiabesco mondo in cui viaggia insieme a Bella. La scoperta, da parte della donna, dei piaceri del corpo senza alcun filtro o condizionamento sociale rappresenta solo l’inizio del percorso del personaggio. Bella infatti assaporerà il mondo a lei ancora sconosciuto anche leggendo, osservando, mangiando, studiando. Sempre guidata dalla curiosità innata dell’essere umano in quanto creatura tra le creature, Bella vivrà la meraviglia, si prenderà tutto quello che desidera e acquisirà la sua consapevolezza di donna e di essere umano, emancipata e padrona di se stessa.


Si imbatte nelle leggi che impone la “buona società” e reagendo spontaneamente ed istintivamente ad esse, come solo un bambino potrebbe fare, costringe lo spettatore a rivalutare quanto queste possano spesso essere vincolanti e assurde.

Un incredibile viaggio surreale


La storia di Bella, vissuta senza remore né codici morali precostituiti, è davvero un’affermazione del femminile, della libertà, dell’autodeterminazione, finalmente proposta in una chiave lontana dai cliché, guidata dalla spregiudicatezza infantile della protagonista e perciò, del tutto nuova e originale.


Nell’azzeramento di ogni convenzione, Bella costruirà un suo personalissimo equilibrio grazie alla consapevolezza maturata grazie ai suoi salti furiosi di libertà. Poor Things è una commedia intelligente, brillante, eccentrica, ironica, che non si posiziona in nessun dove se non in quello di una immensa fantasia artistica che dona vita a un mondo di stupore e meraviglia, fatto di imperi, ambientazioni talvolta vittoriane, altre volte steampunk.

La potenza visiva


Lo spettatore assiste a una goduria per gli occhi, data da una fotografia dal sapore onirico e meraviglioso che viaggia dal bianco e nero al colore accompagnando i salti temporali e gli stati d’animo di Bella, così come questi ultimi sono anche la chiave che dirige l’andamento della colonna sonora.


Girato in pellicola Kodak 35mm, ogni inquadratura è una botta e via, in un mix di carrelli e steadicam, a volte lenti, a volte veloci, con l’impiego dello zoom e di inquietanti grandangoli che deformano la realtà, e ottiche fisheye che evocano un senso di disorientamento. Una regia originale che catapulta Lanthimos tra i più grandi di questi anni.

Un cast eccezionale


Tra le interpretazioni, tutte eccellenti, spiccano sicuramente quella di Mark Ruffalo, che ci assicura risate a volontà avendo costruito un personaggio viscido, vile e debole, ma che all’inizio si presenta come pieno di sé e ammaliante. Ricorda i cattivi dei cartoni animati che partono in quarta, ma restano sconfitti e senza parole semplicemente davanti alla spontaneo vivere dei buoni. È un personaggio ai limiti del grottesco, sul filo del rasoio, decisamente sopra le righe.


Ovviamente, l’interpretazione di maggiore rilievo è indubbiamente quella di Emma Stone, nei panni di Bella Baxter. Si percepisce, guardando l’evoluzione del personaggio, ogni singolo passo verso il cambiamento. In questo modo Emma Stone crea un arco evolutivo di Bella che si incanala perfettamente all’interno della narrazione. È evidente la ricerca e lo studio soprattutto nella fase iniziale, in cui Bella è ancora sotto la sua campana di vetro. Da notare, in questa fase, il modo di camminare, di parlare, lo sguardo, i movimenti delle mani e delle braccia.


Sarà evidente la differenza con la Bella al termine del film ma, molto meno scontato e molto più affascinante, è l’evoluzione graduale di questo cambiamento, minuto dopo minuto. Emma Stone non si risparmia mai in questo film, mettendosi completamente a servizio di un personaggio estremamente lontano da noi.

THE END!


Un grazie a Yorgos Lanthimos che ci offre ancora questo cinema in cui è tutto così finto e surreale, ma tutto così vero. Uno spiazzante e geniale viaggio che supera ogni asterisco e appunto, che tiene lo spettatore incollato allo schermo per due ore e venti davanti a una fiaba moderna e progressista piena di stupore e meraviglia.

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