Consigli non solo attoriali per una formazione attoriale

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Non giudicare un libro dalla copertina.


~BELLE

VOGLIO AVVENTURE IN LUOGHI SCONOSCIUTI!


Cari lettori e amanti del mondo cinematografico, benvenuti in un nuovo appuntamento con "La Biblioteca di Belle". Oggi vi presento un articolo scritto da un membro fondatore della nostra community, Francesco Marchina, che condivide con noi la sua profonda riflessione sulla formazione attoriale. In un campo tanto magico e imprevedibile come quello del cinema, ogni esperienza e ogni consiglio possono essere preziosi. Vi invito quindi a leggere con attenzione e a riflettere sulle parole di Francesco, che con passione e competenza ci guida in questo affascinante viaggio nel mondo della recitazione.


MANGIA, PREGA, IMPARA: CONSIGLI PER UNA FORMAZIONE ATTORIALE


Voglio fare l’attore”: parte tutto da qui, con una considerazione che dà il via ad un percorso imprevedibile, fatto di ambizioni, studio, sacrifici, dubbi, ostacoli, soddisfazioni, delusioni, porte in faccia, opportunità, contatti, progetti e chissà quante cose ancora.

In questo caso, ho deciso di dedicare una riflessione al tema generale della formazione e, più nello specifico, dell’insegnamento, dato che da qualche anno sono docente di recitazione.


Se esiste una professione per la quale ogni percorso è totalmente soggettivo è proprio quella attoriale, dove le varianti sono infinite ed imprevedibili e, purtroppo, non sempre prevedono la formazione. Se voglio fare l’avvocato dovrò inevitabilmente studiare giurisprudenza, se voglio fare il medico sarà la facoltà di medicina ad essere inevitabile e così via…

Secondo me, comunque, questa sorta di “principio evolutivo” vale per tutti, anche per gli attori. La formazione è una cosa seria e rappresenta una parte fondamentale, e a mio avviso imprescindibile, per la vita di un attore. Dico questo perché sono sempre più frequenti notizie di persone selezionate per alcuni film che non sono attori, ma che godono di una grande fama social. Tuttavia vorrei parlare di coloro tra questi che hanno riconosciuto l’importanza di non affidarsi esclusivamente alla Dea Bendata e che hanno visto il rischio di rimanere nella memoria solo come una meteora. A tal proposito, una persona che voglio portare come esempio di “attore allo sbaraglio” per quanto riguarda il suo esordio (anche se non è nato sul web), ma che poi ha avuto la grande umiltà e intelligenza di mettersi a studiare recitazione, è Luca Argentero. Può piacere o meno come attore (ci mancherebbe, la soggettività è sempre al primo posto), ma non si può negare la scaltrezza di questo ormai conosciutissimo attore italiano che ha raccontato in più interviste come il fatto di aver partecipato al Grande Fratello gli abbia dato la visibilità che gli ha concesso di entrare a far parte del cast della fiction Carabinieri. Dopo le riprese della prima stagione l’attore non si è accontentato, anzi, ha cominciato a studiare recitazione per non buttare via tutto e infatti ha potuto di seguito continuare il suo cammino fatto di ruoli da protagonista in grandi produzioni accanto a grandi attori come Pierfrancesco Favino in Saturno contro, diretto da Ferzan Özpetek, o Julia Roberts in Mangia prega e ama e molti altri.

Torniamo ora al principio, al “voglio fare l’attore”: vi voglio raccontare una storia che riguarda proprio tutto il preambolo che avete appena letto.

Ormai qualche tempo fa, nel primo degli incontri con gli allievi dell'Accademia in cui insegno, ho posto subito un quesito a trabocchetto che in un primo momento ha lasciato tutti senza parole, ossia:

Chi è l’attore e che cosa fa?”

Dopo qualche istante di esitazione, sono iniziati i primi timidi tentativi di risposta: “è uno che recita”, oppure: “è uno che interpreta”, o ancora : “è uno che vive più vite”. Sebbene in tutte queste affermazioni ci siano delle verità oggettive, anche se prese a distanza, io credo tuttavia che prima di tutto l’attore sia un comunicatore in quanto conosce la comunicazione e la esercita attraverso gli strumenti di cui è dotato: le espressioni, il corpo, la voce e l’anima. L’attore comunica proprio come un cantante fa attraverso le canzoni o come un pittore fa attraverso i quadri che dipinge. Scegliere di recitare significa sentire un bisogno viscerale di raccontare sé stessi attraverso i testi, i personaggi e i ruoli che ci vengono assegnati e, allo stesso tempo, rappresenta la meravigliosa opportunità di conoscersi attraverso lo studio e l’analisi dei personaggi, che spesso sono, oltretutto, molto distanti da noi sotto più punti di vista.



CONOSCERSI E' LA CHIAVE


Conoscersi è il primo passo per intraprendere un percorso affascinante, in cui l’introspezione gioca un ruolo fondamentale per poter accedere al proprio vissuto e donarlo alle interpretazioni. Siamo un pozzo di esperienze di fronte al quale, se vogliamo essere efficaci, dobbiamo avere il coraggio di calarci nella profondità della nostra anima, sebbene talvolta possa essere doloroso. Dal mio punto di vista, l’attore è composto al cinquanta per cento di tecnica e al cinquanta per cento di spontaneità, ma entrambe queste cose vanno allenate quotidianamente ed ecco che la costanza diventa una qualità imprescindibile.

Iniziare in un valido contesto collettivo, in cui vi siano docenti qualificati e professionali, è fondamentale per avere un’infarinatura generale con cui iniziare a capire il linguaggio, le regole, i concetti, e i principi della recitazione. Secondo la mia esperienza, però, formarsi insieme ad altre persone a volte può non bastare, dato il semplice fatto che ogni persona è diversa e ha processi di apprendimento differenti.

Se un docente deve seguire più allievi in una classe, sviluppare un lavoro soggettivo non è semplice. Ogni allievo è diverso dall’altro, sia a livello qualitativo che a livello caratteriale ed è per questo che, una volta terminato un percorso accademico, consiglierei ad un attore emergente di affidarsi ad un Acting Coach individuale che possa andare a lavorare sulle singole e personali caratteristiche, emotive e attoriali. Un percorso One to One, soggettivo, con sessioni più brevi e intensive. Essendo questo tipo di percorso più intimo, riuscire a capire quali sono i propri punti di forza e le proprie debolezze sarà più diretto e sarà più facile costruire una solida identità artistica. Oggi questo sistema, specialmente dopo la pandemia, con l’arrivo quindi del sempre più famigerato “Smart working”, viene ancor più utilizzato, anche se ovviamente, come dicevo inizialmente quello della formazione è un discorso altamente soggettivo, e non è detto che tutti si trovino bene a studiare in questa maniera. Oltre tutto questo, bisogna riconoscere che per un attore passare più tempo davanti alla macchina da presa rappresenta un ulteriore e significativo processo di crescita. Anche qui l’esperienza sul campo, come in tutti i settori del resto, gioca un ruolo importantissimo. Trascorrere ore, giorni, settimane su un set è fondamentale per imparare, e quando dico imparare, non mi riferisco soltanto al mestiere dell’attore ma proprio a quello del “set” a trecentosessanta gradi, ovvero conoscerne la composizione, i reparti, le mansioni e le figure che lo compongono. Affrontare con umiltà e curiosità l’ambiente, mettendosi a disposizione in tutto, scaricare l’attrezzatura, assistere un reparto, agevolare il lavoro è un modo per imparare, evitando di fare le “prime donne”. Formarsi come attori significa essere curiosi, avere fame di vita, ma soprattutto AMARE. L’amore è l’ingrediente più importante, perché solo quando si ama si può chiedere a se stessi di superare i propri limiti…anzi quando si ama non serve nemmeno chiederselo. Quindi, il mio consiglio al termine di questa riflessione è quello di mangiare, amare e studiare.



SI, SONO STATA IO CHE HO LIBERATO IL PRIGIONIERO


Grazie a Francesco per aver condiviso con noi un articolo tanto ricco e stimolante. Come ben sapete, il viaggio di un attore è un percorso di scoperta continua, sia di sé stessi che dell'arte che ci circonda. L'importanza della formazione, della curiosità e della passione sono aspetti che Francesco ha sottolineato con grande chiarezza e che risuonano profondamente con la mia visione del mondo del cinema. Fino al nostro prossimo incontro nella Biblioteca di Belle, vi auguro di vivere intensamente ogni momento della vostra avventura.


Con affetto,


Belle


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