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~ LA REDAZIONE DI RC
Un momento tagliente in Capi di Stato in fuga, e segna un cambio di tono netto nel rapporto tra i due protagonisti. Idris Elba, nei panni del Primo Ministro britannico Sam Clarke, tira fuori una verità ruvida, lanciata come un colpo diretto in faccia al presidente americano interpretato da John Cena. Fino a quel momento, Capi di Stato in fuga ha alternato battute, inseguimenti e dinamiche da buddy comedy tutto sommato leggere. Ma in questa scena – una discussione in un rifugio sicuro dopo un attacco improvviso – il tono cambia bruscamente.
Clarke sbotta. Finalmente, l’astio non è più filtrato da sarcasmo o frecciatine, ma diventa dichiarazione politica, personale, ideologica. È il momento in cui la rivalità tra i due smette di essere teatrale e si trasforma in un vero conflitto di visione del mondo.
E qui Elba, da attore, fa qualcosa di preciso: non alza la voce per fare effetto, ma usa la tensione contenuta. Il tono resta stabile, ma gli occhi e il corpo comunicano frustrazione trattenuta, rabbia lucida, una stanchezza che ha radici profonde.
MINUTAGGIO: 25:44-26:46
RUOLO: Sam Clarke
ATTORE: Idris Elba
DOVE: Amazon Prime Video
INGLESE
Once upon a time, there was a peaceful kingdom ruled by a virtuous queen and king. More than anything, they wished for a child. One winter's night, a blizzard swept through their land, blotting out the kingdom in a bitter storm of snow and ice, but leaving them a most precious gift. A princess was born. To honor the night she arrived, her parents named the girl Snow White. As she grew, the king and queen taught Snow White that the bounty of the land belonged to all who tended it. They showed her how to rule with love, for someday her destiny would be to lead. The king and queen watched with pride as Snow White grew into a kind and fair young princess. But then, tragedy struck. Snow White's mother fell ill, and the good queen died. Snow White and the king were heartbroken, until... An enchanting woman from a far off land appeared at the palace. So great was her beauty that it seemed to grant her powers beyond the ordinary. She married the king, but she was not what she appeared. She was evil, and cared only about her own beauty and the power it granted. To protect that power, she kept a magic mirror, which could answer but one simple question. The new queen wasted no time seizing power. She warned of a terrible threat from beyond the southern kingdom, so the good king swore to defend his people. But the king did not return. Fear gripped the kingdom, and the queen's power grew. She turned the farmers into soldiers, loyal only to her, and robbed the riches of the kingdom for herself. She made Snow White a servant, and locked her away behind the castle walls. But as long as the mirror answered the Queen each day that she was the fairest, Snow White remained safe from the Queen's cruel jealousy. As the years passed, the people nearly forgot there ever was a princess named Snow White. Where the good things grow And in truth, Snow White nearly forgot herself.
ITALIANO
Mi sono fatto il culo per arrivare dove sono arrivato. Sono nato in un quartiere popolare, non ho mai ricevuto nulla di nulla su un piatto d'argento. Ho fatto tre lavori per pagarmi Cambridge. Poi sono entrato nell'esercito, nell'attivismo sociale, poi come addetto alla difesa, e mi sono fatto strada in Parlamento. Non tutti abbiamo iniziato a fare Politica, perché qualche agente pubblicitario ha detto che gli piaceva la mascella alla G.I.Joe. Nonno, sei passato da sfilare in mutande, a sfilare sul tappeto rosso, fino ad avere il dito sul pulsante nucleare, senza fare un solo giorno di servizio pubblico. Quindi si, mio caro, quando ti vedo interpretare il ruolo di presidente mi viene il voltastomaco. Perché sai le battute, oh le dici bene ma… ma sei completamente fuori parte. E se avessi potuto appoggiare il tuo avversario, si l'avrei fatto! Perché ora ci sarebbe un vero leader alla Casa Bianca, e non un presidente imbarazzante bamboccio da pop-corn!
“Capi di Stato in fuga” (Heads of State), action comedy targata 2025 e distribuita su Prime Video, diretta da Ilya Naishuller – lo stesso che aveva già mostrato di saperci fare con l’azione fuori di testa in Hardcore! e Io sono Nessuno. Qui però si fa un salto laterale nel territorio del buddy movie esplosivo, con due protagonisti che sembrano pensati apposta per litigare davanti (e dietro) la cinepresa: John Cena e Idris Elba. Siamo davanti a una di quelle premesse che sembrano uscite da un pitch da cinque righe per Netflix... ma funziona. Will Derringer (John Cena) è il Presidente degli Stati Uniti, un tipo pragmatico, muscolare, impulsivo. Sam Clarke (Idris Elba) è il Primo Ministro britannico, più misurato, strategico, e profondamente seccato da tutto quello che Derringer rappresenta.
I due leader si odiano cordialmente. Il loro rapporto è la caricatura perfetta del rapporto geopolitico tra UK e USA: un misto di alleanza forzata, frustrazione storica e differenze culturali insanabili. Ma proprio mentre si trovano a gestire un delicato vertice internazionale, un attacco hacker-militare li prende di mira, costringendoli a fuggire insieme, fuori dai radar, mentre il mondo pensa che siano stati uccisi o catturati.
E qui parte il vero film: due capi di Stato, abituati al potere e ai protocolli, si ritrovano senza staff, senza telefoni, senza protezione, costretti a navigare un mondo che va ben oltre i loro comodi uffici. Ad aiutarli arriva Noel Bisset, agente dell'MI6 interpretata da Priyanka Chopra Jonas, unica figura davvero preparata a reggere il ritmo della minaccia che incombe. Il trio si muove tra Parigi, Berlino, Istanbul e Marrakesh, cercando di decifrare una cospirazione internazionale che coinvolge anche membri interni alle loro stesse amministrazioni.
"Mi sono fatto il culo per arrivare dove sono arrivato..." Clarke racconta una scalata fatta di sacrifici veri: quartiere popolare, tre lavori per Cambridge, esercito, attivismo, Parlamento. È una lista, quasi da CV, ma raccontata con il peso di chi l’ha vissuta in prima persona. È la parte "umana" del potere che raramente emerge nei ruoli istituzionali. "...non tutti abbiamo iniziato a fare politica perché qualche agente pubblicitario ha detto che gli piaceva la mascella alla G.I. Joe." Qui il tono cambia. Arriva il sarcasmo, e con lui l’accusa frontale a Will Derringer: presidente per immagine, costruito per piacere, figura pubblica prima che politica. Una critica al fenomeno contemporaneo di leader nati dal marketing, dalle PR, dai social. Derringer – e per estensione Cena – è un simbolo di quella politica-spettacolo che si vende bene ma non conosce la sostanza del servizio pubblico.
"...sei completamente fuori parte.” Questa frase è la più potente, perché fa un passo oltre l’offesa personale. Clarke sta dicendo: “non sei inadatto, sei proprio un attore sbagliato nel ruolo sbagliato”. Come se la politica fosse un casting sbagliato, e lui – che ha studiato, lottato, faticato – dovesse assistere da spettatore all’involgarimento della funzione pubblica. "...un presidente imbarazzante bamboccio da pop-corn!" È l’apice dell’insulto, ma anche la chiusura perfetta del monologo. Non è solo rabbia: è disillusione amara. Clarke non vede in Derringer un rivale, ma un pericolo: una figura che ha svuotato di senso la carica che rappresenta.
Dal punto di vista del film, è un momento che sospende la commedia. Non ci sono battute, non c’è ironia. È uno di quei rari passaggi nei buddy movie dove i personaggi smettono di reagire al contesto e iniziano a parlarsi davvero. Un momento quasi teatrale che, anche se incastrato in un action-comedy, porta sul tavolo un confronto sul merito, sulla leadership e sullo svuotamento della politica contemporanea.
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