Monologhi cinema: \"Stranger Things\"

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Se i miei calcoli sono esatti, quando questo aggeggio toccherà le 88 miglia orarie...


~DOC

NE VEDREMO DELLE BELLE, MARTY!


Grande Scott! Oggi, cari amici, ci addentreremo in un monologo che rivela la complessità e la profondità di un personaggio oscuro di "Stranger Things". Questo monologo ci offre uno sguardo unico nella mente di un cattivo, mostrandoci le sue motivazioni, paure e desideri. È un esempio eccellente di come le parole possano essere potenti e rivelatrici. Allacciate le cinture, è un viaggio emozionante!


IL MONOLOGO DI 001 - VECNA


EP 4 STAGIONE 7

MINUTAGGIO: 1:19:38 - 1:30:10

RUOLO: 001 - Vecna

ATTORE: Jamie Campbell Bower

DOVE VEDERLO: NETFLIX


INGLESE


Why do you cry for them, Eleven? After everything they did to you? Hmm? You think you need them, but you don't. You don't. Oh, but I know you're just scared. I was scared once too. I know what it's like to be different. To be alone in this world. Like you, I didn't fit in with the other children. Something was wrong with me. All the teachers and the doctors said I was… "Broken," they said. My parents thought a change of scenery, a fresh start in Hawkins, might just cure me. It was absurd. As if the world would be any different here. But then… to my surprise, our new home provided a discovery. And a newfound sense of purpose. I found a nest of black widows living inside a vent. Most people fear spiders. They detest them. And yet, I found them endlessly fascinating. More than that, I found a great comfort in them. A kinship. Like me, they are solitary creatures. And deeply misunderstood. They are gods of our world. The most important of all predators. They immobilize and feed on the weak, bringing balance and order to an unstable ecosystem. But the human world was disrupting this harmony. You see, humans are a unique type of pest, multiplying and poisoning our world, all while enforcing a structure of their own. A deeply unnatural structure. Where others saw order, I saw a straitjacket. A cruel, oppressive world dictated by made-up rules. Seconds, minutes, hours, days, weeks, months, years, decades. Each life a faded, lesser copy of the one before. Wake up, eat, work, sleep, reproduce, and die. Everyone is just waiting. Waiting for it all to be over. All while performing in a silly, terrible play, day after day. I could not do that. I could not close off my mind and join in the madness. I could not pretend. And I realized I didn't have to. I could make my own rules. I could restore balance to a broken world. A predator…but for good. As I practiced, I realized I could do more than I possibly imagined. I could reach into others, into their minds, their memories. I became an explorer. I saw my parents as they truly were. To the world, they presented themselves as good, normal people. But like everything else in this world, it was all a lie. A terrible lie. They had done things, Eleven. Such awful things. I showed them who they really were. I held up a mirror. My naive father believed it was a demon cursing them for their sins. But my mother somehow knew. Knew it was I who was holding up that mirror, and she despised me for it. She called a doctor, an expert. She wanted him to lock me away, to fix me, even though it wasn't I who was broken. It was them. And so she left me with no choice. No choice but to act. To break free. With each life I took, I grew stronger. More powerful. They were becoming a part of me. But I was still a child. And I did not yet know my limits. And it nearly killed me. He was arrested, blamed for the death of my sister and mother, just as I had planned. But I was far from free. I woke up from my coma only to find myself placed in the care of a doctor, the very doctor I had hoped to escape. Dr. Martin Brenner. Papa. But the truth…the truth is he did not just want to study me. He wanted more. He wanted to control. When Papa finally realized he could not control me, he tried to recreate me. He began a program. And soon, others were born. You were born. And I am so glad you were, Eleven. So very glad. They're not gone, Eleven. They're still with me. In here. Tricked you? No, I saved you. You are a prisoner here, just like me. To your papa, you are nothing more than an animal, a monster, a lab rat to be tamed. But the truth, Eleven, the truth is just the opposite. You are better than they are. Superior. That is why you frighten him. If you come with me, for the first time in your life, you will be free. Imagine what we could do together. We could reshape the world, remake it however we see fit.


ITALIANO


Dovevi aspettare. Perché piangi per loro, 11. Dopo tutto quello che ti hanno fatto. Pensi di aver bisogno di loro, ma no. Non è così. Sò che sei spaventata. Anch'io una volta lo ero. Io lo so... cosa significa... essere diverso. Essere solo in questo mondo. Come te, non ero a mio agio con i bambini. Qualcosa non andava in me. Tutti gli insegnanti e i medici dicevano che ero... "rotto dentro". Dicevano. I miei genitori pensarono che un cambiamento, un nuovo inizio ad Hawkins avrebbe potuto curarmi. Era un'assurdità. Come se il mondo poesse essere diverso, qui. Ma poi... con mia sorpresa, la nostra nuova casa mi offrì una scoperta, e dei nuovi obiettivi. Trovai un nido di vedove nere che vivevano in un condotto. Molta gente ha paura dei ragni. Li detesta. Eppure, io li trovavo infinitamente affascinanti. E per di più, trovavo conforto in loro. Appartenenza. Come me sono creature solitarie. E profondamente fraintese. Sono divinità del nostro mondo. I più importanti tra tutti i predatori. Immobilizzano i deboli e se ne nutrono. Riportando in equilibrio un ecosistema instabile. Ma gli umani stavano disturbando quest'armonia. Vedi, gli umani sono un tipo unico di parassita. Si moltiplicano, e avvelenano il nostro mondo, rinforzando solo la loro struttura, la quale è innaturale. Dove gli altri vedono ordine, io vedo una camicia di forza. Un mondo crudele, opprimente. Fatto di regole inventante. Secondi, minuti, ore, giorni, settimane, mesi, anni, decenni. Ogni vita è come una copia sbiadita della vita precedente. Svegliati, mangia, lavora, riproduciti e muori. Ciascuno di loro non fa che attendere. Non fa che attendere che tutto finisca. E lo fa mentre si esibisce in una sciocca, terribile commedia, giorno dopo giorno. Io non potevo farlo. Non potevo chiudere la mia mente e unirmi a questa pazzia. Non potevo fingere. E mi sono reso conto che non dovevo. Potevo creare le mie regole. ristabilire l'equilibio di un mondo rotto. Un predatore. Ma per il bene. Mentre mi esercitavo, capii, di poter fare più di quanto si potesse immaginare. Potevo arrivare agli altri. Dentro le loro menti, i loro ricordi... Sono diventato un esploratore. Ho visto i miei genitori per com'erano davvero. Al mondo si presentavano bene, come delle persone normali. Ma, come qualunque cosa in questo mondo, era tutta una bugia. Una terribile bugia. Avevano fatto delle cose, Undici. Delle cose orribili. Io mostrai loro chi erano veramente. Ho alzato uno specchio. Il mio ingenuo padre credeva che fosse un demone, che li malediciva per i loro peccati. Ma mia madre in qualche modo sapeva che ero stato io ad alzare quello specchio. E mi disprezzava per questo. Chiamò un dottore, uno specialista. Voleva farmi rinchiudere per sanarmi, anche se non ero io a essere malato, ma loro. E così non mi diede altra scelta, se non quella di reagire, per liberarmi. A ogni vita che prendevo, diventavo più forte. Più potente. Loro diventavano una parte di me. Ma ero ancora un bambino. E non conoscevo i miei limiti. E questo mi ha quasi ucciso. Mio padre venne arrestato, accusato della morte di mia sorella e di mia madre, come avevo pianificato. Ma ero lontano dall'essere libero. Mi svegliai dal coma solo per ritrovarmi affidato alle cure di un dottore, proprio quello da cui avevo sperato di fuggire. Il dottor Martin Brenner. "Papà" Ma la verità... la verità è che lui non voleva solo studiarmi. Voleva di più. Voleva il controllo. Quando "papà" si è reso conto che non poteva controllarmi, ha provato a ricrearmi. Ha dato vita a un programma, e in breve, altri sono nati. Tu sei nati. E io sono così contento di questo, Undici. Molto contento. Non se ne sono andati, Undici. Sono ancora con me. Qui. Io non ti ho ingannata. Io ti ho salvata. Tu sei una prigioniera qui. Proprio come me. Per papà, tu non sei niente di più che un animale, un mostro, un topo da laboratorio da domare. Ma la verità, Undici... La verità è l'esatto opposto. Tus ei migliore di loro. Superiore. Per questo gli fai paura. Se vieni con me, per la prima volta nella tua vita, sarai libera. Immagina cosa potremmo fare insieme. Potremmo rimodellare il mondo, rifarlo come riteniamo più opportuno. Unisciti a me.


E' PIU' SERIO DI QUELLO CHE PENSAVO!


Ah, amici del cinema e della scienza, lasciate che DOC vi guidi attraverso questo intricato monologo di Vecna, il cattivo di "Stranger Things". Un personaggio che, come il mio amato flusso canalizzatore, trasmette energia oscura e complessità. Vecna, o Henry Creel, inizia raccontando la sua infanzia tormentata, un periodo di solitudine e incomprensione. Questo mi ricorda le mie notti insonni, lavorando sul mio esperimento di viaggio nel tempo.


Vecna parla di come si sentiva "rotto dentro", un sentimento che anche io ho provato nel cercare di sfidare le convenzioni della scienza. Il suo conforto nei ragni, creature solitarie e fraintese, è simile alla mia fascinazione per il tempo, un concetto spesso frainteso e temuto. Vecna vede i ragni come divinità del nostro mondo, predatori che riportano equilibrio in un ecosistema instabile. Questa visione del mondo è distorta, ma affascinante, proprio come la mia teoria sul viaggio nel tempo che potrebbe cambiare il corso della storia.


Il monologo si evolve poi in una riflessione sulla natura umana. Vecna descrive gli umani come parassiti che avvelenano il mondo, un'osservazione cupa ma intrigante. La sua ribellione contro un mondo di regole inventate e la decisione di creare le proprie regole risuonano con la mia decisione di sfidare le leggi della fisica. Tuttavia, mentre io cerco di usare la scienza per il bene, Vecna sceglie un percorso oscuro, diventando un predatore per "ristabilire l'equilibrio di un mondo rotto".


Il monologo culmina con Vecna che rivela la sua vera natura e il suo piano per Eleven. È un momento di tensione drammatica, carico di possibilità e pericolo, proprio come quando ho dovuto decidere se usare o meno la mia conoscenza del futuro per cambiarlo. In conclusione, questo monologo di Vecna ci mostra come anche i personaggi più bui possano avere sfumature e complessità. È una riflessione profonda sulla solitudine, il potere e la natura umana.



MARTY! VISTO? VA A VAPORE!


E così, amici del tempo e del cinema, abbiamo esplorato insieme questo monologo profondo e oscuro. Ragazzi miei, il cinema è come un viaggio nel tempo: ci porta in mondi nuovi e ci fa vedere la realtà in modi che non avremmo mai immaginato. Fino alla prossima volta, ricordate: il futuro è ciò che ne facciamo, quindi rendiamolo un buon posto!


Adieu!


C'è qualche monologo maschile che vorresti vedere qui sul Blog? Scrivici!


DOC

Laureato a pieni voti in numerose discipline scientifiche, ama definirsi cultore di tutte le scienze. I suoi idoli sono i grandi scienziati del passato, come Isaac Newton, Benjamin Franklin, Thomas Edison e Albert Einstein, dei quali possiede i ritratti nel salotto di casa propria e che adora così tanto da chiamare il cane da compagnia che possiede nel 1955 Copernico e quello che possiede nel 1985 Einstein.

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