Monologo - Abby in La dura Verità

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~ LA REDAZIONE DI RC

INTRODUZIONE AL MONOLOGO

Nel film "La dura verità", diretto da Robert Luketic, alcuni momenti di Abby Richter, interpretata da Katherine Heigl, riflettono le tensioni e le disillusione nei confronti delle aspettative romantiche e professionali. Nel corso di questo monologo, Abby affronta con veemenza il tema della fiducia e dell'idealizzazione degli uomini, portando lo spettatore a riflettere su quanto le percezioni culturali possano influenzare e talvolta distorcere le relazioni umane.

GLI UOMINI SONO CODARDI

MINUTAGGIO: 1:25:00-1:26:29

RUOLO: Abby

ATTRICE: Katherine Heigl

DOVE: Netflix



INGLESE


I'm sorry, but Jack Magnun will no longer be able to do 'The Ugly Truth', which should really come as no surprise because men are completely unreliable. Take Mike Chadway, for instance. He up and quit the show, without so much as a word. You think you know what men are going to do. You think you know what men want to do, but when it comes right down to that moment where they need to step up and, I don't know, make a move - they chicken out. The big strong brave men, that we've all been reading about in novels and watching in movies since we've been nine years old, - -that's a fallacy. They don't exist. Men are not strong. Men are not brave. Men, are afraid. Even if they have a moment in a hotel elevator and it's totally romantic and full of potential, men are incapable of copping to it because, why? Men are weak.



ITALIANO


Salve. Sono spiacente ma ho paura che Jack Madison non sia più in grado di condurre: "la dura verità". Devo dire che la cosa non mi sorprende, perché gli uomini sono completamente inaffidabili. Per esempio Mike Chadway, che ha abbandonato lo show senza dire neanche una parola. Noi crediamo di sapere quello che gli uomini pensano, crediamo di sapere quello che vogliono. Ma quando arriva il momento decisivo in cui devono veramente prendere… una posizione o non so, fare una mossa, si tirano indietro. Gli uomini forti, impavidi, impetuosi che abbiamo letto nei romanzi, o che abbiamo visto nei film da quando abbiamo nove anni, non esistono. L’uomo non è forte, l’uomo non è impavido. L’uomo è un fifone. Anche se accadesse una… una magia… dentro l’ascensore di un hotel, un qualcosa di romantico, intenso, passionale… gli uomini non sarebbero capaci di ammetterlo. Perché? Facile. Gli uomini sono deboli.

LA DURA VERITA'

"La dura verità" ("The Ugly Truth") è una commedia romantica del 2009 diretta da Robert Luketic. Il film vede come protagonisti Katherine Heigl nei panni di Abby Richter, una produttrice televisiva di successo e perfezionista, e Gerard Butler nel ruolo di Mike Chadway, un personaggio un po' rude che conduce un segmento chiamato "La dura verità" in uno show televisivo.


La trama si concentra sul contrasto tra i due protagonisti: Abby è alla ricerca dell'uomo perfetto secondo una lista molto specifica di qualità desiderate, mentre Mike sostiene che gli uomini sono molto più basilari nelle loro richieste e attrazioni. Quando i due iniziano a lavorare insieme, Mike sfida Abby a seguire i suoi consigli per conquistare il suo vicino di casa, scommettendo che riuscirà a farlo innamorare di lei usando i suoi metodi poco ortodossi. Se Abby perderà la scommessa, dovrà ammettere pubblicamente che Mike ha ragione sulla natura degli uomini.

ANALISI MONOLOGO

Abby utilizza questo spazio per esprimere la sua delusione e frustrazione, che va oltre il contesto immediato della trama, toccando tematiche universali di fiducia e idealizzazione. Abby esprime chiaramente la sua delusione verso le figure maschili del film, in particolare Mike Chadway. La sua affermazione che "gli uomini sono completamente inaffidabili" suggerisce una disillusione generale derivante dalle sue esperienze personali e professionali. La descrizione di Abby degli uomini "forti, impavidi, impetuosi" presi dai romanzi o dai film rispecchia la tendenza della società di idealizzare certi tratti, che spesso risultano irrealistici nella vita reale. Abby critica questa idealizzazione, sottolineando la discrepanza tra le aspettative culturali e la realtà umana.


Il monologo rivela il cinismo di Abby ma anche la sua vulnerabilità. La sua rabbia è una difesa contro la delusione, evidenziando come le sue esperienze passate abbiano plasmato una visione negativa degli uomini. Il riferimento all'episodio "magico" nell'ascensore indica un desiderio non realizzato di romanticismo e connessione autentica, che lei stessa sembra considerare irraggiungibile.

Conclusioni

Il monologo di Abby va oltre la funzione narrativa, assumendo un ruolo quasi didascalico nel contesto del film. Attraverso le parole di Abby, il film sfida lo spettatore a confrontarsi con le proprie aspettative nei confronti delle relazioni e del comportamento umano, mettendo in discussione la validità delle nostre idealizzazioni.

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