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~ LA REDAZIONE DI RC
Il monologo di Ann in Alice in Borderland 3 è un passaggio chiave che intreccia memoria, trauma e rivelazione. Ann svela ad Arisu che hanno già condiviso un mondo parallelo legato a esperienze di pre-morte, ma lui non ricorda nulla. Questo testo, intenso e intimo, è perfetto per audizioni o prove di recitazione perché richiede controllo emotivo e capacità di trasmettere verità calma.
Scheda del monologo
Contesto del film
Testo del monologo (estratto+note)
Analisi: temi, sottotesto e funzione narrativa
Come prepararlo per un'audizione
Finale del film (con spoiler)
FAQ
Credits e dove trovarlo
Emozioni chiave Nostalgia (ricorda qualcosa che per Arisu è rimosso) Dolore silenzioso (rivivere Borderland non è solo memoria, ma trauma) Senso di urgenza (non sta parlando solo per sé, ma per salvarlo) Tenerezza (il desiderio di “riportare” Arisu con sé nella verità)
Contesto ideale: Scene di chiarimento o rivelazione (scene di dramma psicologico) Situazioni in cui si parla di memoria, trauma condiviso o esperienze al limite della vita e della morte
Cinque anni dopo la caduta del meteorite che ha devastato Tokyo, Arisu e Usagi vivono insieme come marito e moglie, cercando una parvenza di normalità. Ma qualcosa non torna: le memorie dei giochi mortali vissuti a Borderland sembrano essersi dissolte, come se fossero solo un sogno.
Un nuovo personaggio entra in scena, Ryuji Matsuyama, un ricercatore in sedia a rotelle che indaga sulle esperienze di pre-morte legate al meteorite. È convinto che i sopravvissuti abbiano vissuto davvero in un mondo parallelo di giochi sanguinosi. Quando incontra Arisu e Usagi, i due iniziano a essere risucchiati di nuovo in quell’incubo.
Si susseguono sfide sempre più complesse e violente, dai giochi di carte al tempio fino alla “caccia agli zombie” e a prove dentro treni in corsa, in cui la logica si intreccia con la crudeltà. Arisu, costretto a scegliere continuamente tra sopravvivenza e sacrificio, comincia a recuperare i ricordi di quanto già vissuto a Borderland. Usagi, nel frattempo, affronta visioni legate al suicidio del padre, che diventano parte del suo conflitto interiore.
La posta in gioco si alza ulteriormente quando i protagonisti scoprono che non stanno combattendo solo per la vita, ma anche per il futuro del bambino che Usagi porta in grembo.
Arisu? Noi due ci siamo già incontrati in passato. Ci siamo incontrati… in un posto molto lontano da qui. Alcune persone hanno esperienze pre-morte, e affermano di aver visitato un altro mondo. Avranno visto la speranza in quel luogo, o invece hanno visto la disperazione? Anche tu hai avuto un’esperienza simile, vero? Devi avere qualche ricordo di quel posto. Arisu, tu hai solo dimenticato tutto. Probabilmente stai pensando che io sia completamente pazza, però quel mondo esiste realmente. E sia tu, sia io, siamo sopravvissuti a tante sfide. Ed è per questo motivo che siamo riusciti a tornare. Volevo riuscire a ricordare cosa è successo laggiù, perciò ho indagato per cercare un luogo per poter tornare di nuovo in quel mondo, e l’ho trovato. Arisu, io so come possiamo raggiungerlo.
“Arisu? Noi due ci siamo già incontrati in passato.” → tono pacato, lieve esitazione su “già incontrati”; sguardo che cerca connessione.
“Ci siamo incontrati… in un posto molto lontano da qui.” → pausa dopo i puntini, come se rivedesse un’immagine nitida; voce bassa, quasi confidenziale.
“Alcune persone hanno esperienze pre-morte, e affermano di aver visitato un altro mondo.” → intonazione razionale, quasi clinica; lo dice come se volesse dare una base scientifica al suo discorso.
“Avranno visto la speranza in quel luogo, o invece hanno visto la disperazione?” → leggero crescendo; tono interrogativo che non cerca risposta immediata ma coinvolge Arisu.
“Anche tu hai avuto un’esperienza simile, vero?” → pausa prima di “vero?”; lo sguardo si fa più diretto, quasi a provocare un ricordo.
“Devi avere qualche ricordo di quel posto.” → tono incoraggiante, non accusatorio; lieve insistenza come se volesse smuoverlo.
“Arisu, tu hai solo dimenticato tutto.” → tono fermo ma empatico, quasi come una sorella maggiore; micro-pausa dopo il nome.
“Probabilmente stai pensando che io sia completamente pazza, però quel mondo esiste realmente.” → sorriso accennato all’inizio, autoironico; poi voce più solenne su “quel mondo esiste realmente”.
“E sia tu, sia io, siamo sopravvissuti a tante sfide.” → ritmo più lento, peso sulle parole “sopravvissuti” e “tante”; sguardo verso il basso, segno di memoria dolorosa.
“Ed è per questo motivo che siamo riusciti a tornare.” → tono più leggero, quasi di sollievo; un piccolo respiro prima di continuare.
“Volevo riuscire a ricordare cosa è successo laggiù, perciò ho indagato per cercare un luogo per poter tornare di nuovo in quel mondo, e l’ho trovato.” → ritmo più incalzante, come se non riuscisse a trattenere la rivelazione; le parole si susseguono più veloci.
“Arisu, io so come possiamo raggiungerlo.” → tono deciso, ultimo sguardo intenso; pausa breve prima di “io so”.
COME RENDERLO AUTENTICO
Alternare momenti di razionalità calma (quando spiega esperienze pre-morte) con lampi di intimità emotiva (quando chiama Arisu direttamente).
Sguardo in movimento: a tratti lontano (quando ricorda), a tratti fisso su Arisu (quando vuole convincerlo).
Intonazione variabile: più bassa e raccolta nelle confessioni (“tu hai solo dimenticato tutto”), più ferma e convinta nelle rivelazioni (“quel mondo esiste realmente”, “io so come possiamo raggiungerlo”).
Il monologo di Ann parla soprattutto di memoria, esperienze di pre-morte e ritorno a Borderland. La scena è cruciale perché mette in contatto Ann con Arisu, che non ricorda le sfide affrontate nelle stagioni precedenti. Ann diventa così la voce della consapevolezza, un ponte tra passato e presente.
TEMI CENTRALI
Memoria e oblio: Arisu ha dimenticato, Ann ricorda.
Sopravvivenza: entrambi hanno superato giochi mortali.
Trauma condiviso: ciò che unisce i personaggi non è solo l’esperienza, ma la ferita che porta con sé.
Verità nascosta: Ann rivela l’esistenza reale di Borderland, ribaltando il dubbio sulla follia.
Destino: l’idea che possano tornare in quel mondo non è solo rivelazione, ma invito all’azione.
FUNZIONE NARRATIVA DEL MONOLOGO
Rivelazione: svela a Arisu e allo spettatore che i giochi non erano sogni, ma esperienze collettive. Connessione: riattiva il legame tra due personaggi che hanno condiviso un passato che uno di loro non ricorda. Innesco della trama: prepara l’ingresso di Arisu nei nuovi game, dandogli una ragione per tornare.
FRASI CHIAVE DA EVIDENZIARE
“Quel mondo esiste realmente.” → conferma la realtà di Borderland.
“Noi due ci siamo già incontrati in passato.” → introduce il tema della memoria rimossa.
“Io so come possiamo raggiungerlo.” → apertura verso la nuova fase narrativa.
Obiettivo del monologo Dimostrare la capacità di un attore di trasmettere verità calma in un contesto fantastico. Ann non urla né piange: convince con la fermezza della sua intimità. L’obiettivo è portare lo spettatore (e Arisu) a credere in un mondo che sembra irreale.
Sottotesto Il vero sottotesto non è “ti sto raccontando una storia”, ma: “Credimi” “Non sono pazza, tu sei la prova che quel mondo esiste.” Ogni frase è spinta da un bisogno urgente di legittimazione e connessione.
Azione minima Ridurre i movimenti: un cambio di sguardo, un respiro più lungo, un piccolo sorriso autoironico. Sono microazioni a sostenere la verità, non grandi gesti teatrali.
Dinamica vocale
Ingresso morbido, tono quasi clinico quando parla di esperienze pre-morte.
Crescendo graduale nei punti di rivelazione: “quel mondo esiste realmente”.
Chiudere con decisione e calore: “io so come possiamo raggiungerlo”. → L’andamento vocale deve sembrare un ricordo che diventa certezza.
Chiusa La battuta finale è un invito: “Arisu, io so come possiamo raggiungerlo.” Deve suonare come proposta concreta, non profezia mistica. Sguardo diretto, pausa breve e voce ferma.
Errori comuni
Recitare il pezzo come un delirio mistico (Ann non è visionaria, è lucida).
Troppa enfasi emotiva: rischia di sembrare una supplica piuttosto che una rivelazione.
Dimenticare la dimensione intima: Ann parla ad Arisu, non a un pubblico.
Mancare le pause: senza sospensioni naturali, il monologo diventa informativo, non emotivo.
Il climax avviene a Shibuya, trasformata in un gigantesco campo di gioco illusorio. Arisu e Usagi si ritrovano finalmente insieme, ma devono affrontare il “Game del Futuro”, una sfida che costringe i giocatori a scegliere strade diverse osservando possibili visioni della loro vita. Qui emerge la vera natura dei Game Master e il legame tra Matsuyama, il suo desiderio di conoscere l’aldilà e il destino dei due protagonisti.
Alla fine, Arisu compie un sacrificio: decide di restare indietro per permettere a Usagi, al loro bambino e agli altri sopravvissuti di uscire. Il suo atto altruista viene riconosciuto come una vittoria, e il mondo di Borderland comincia a sgretolarsi.
Nell’ultimo atto, Arisu affronta faccia a faccia il misterioso cittadino che muoveva i fili dei giochi. Gli viene proposta una scelta: diventare a sua volta un cittadino di Borderland o tornare alla vita reale. Arisu rifiuta, scegliendo la sofferenza e la gioia del mondo vero, pur di salvare Usagi. Dopo un ultimo scontro fisico e mentale, riesce a tornare nel proprio corpo.
La serie si chiude con Arisu e Usagi salvi, pronti a dare un nome alla bambina che nascerà. Ma un’ultima scena suggerisce che la minaccia non è del tutto finita: strani eventi sismici scuotono la Terra, mentre in un bar dall’altra parte del mondo una cameriera con il nome “Alice” sul cartellino serve ai tavoli.
Quanto dura il monologo? Recitato con pause naturali dura circa 1 minuto e 30 secondi. È breve, ma abbastanza intenso da mostrare sfumature emotive e dinamiche vocali.
Che temi tratta? I temi principali sono memoria, trauma, esperienze di pre-morte, sopravvivenza e la ricerca di un legame autentico. Ann parla ad Arisu per fargli ricordare la verità di Borderland.
È adatto a un’audizione? Sì. È ideale per audizioni che richiedono dramma psicologico, con equilibrio tra lucidità razionale e vulnerabilità emotiva. Dimostra controllo vocale, sottotesto e capacità di trasmettere intimità.
Che età di casting copre? Si presta a interpreti tra i 25 e i 40 anni, fascia in cui un attore o attrice può credibilmente portare il peso di un trauma e la maturità emotiva del personaggio.
Qual è la difficoltà del monologo? È di livello alto: richiede naturalezza nel passare da un tono quasi scientifico a uno emotivo, senza eccessi. L’attore deve convincere senza sembrare folle.
Che tipo di emozioni deve trasmettere? Nostalgia, Dolore silenzioso, Senso di urgenza, Tenerezza verso Arisu
Qual è l’errore più comune nell’interpretarlo? Recitarlo con troppa enfasi mistica. Ann non è visionaria: è lucida e cerca di convincere Arisu con calma, non con isteria.
Registi: Shinsuke Sato
Sceneggiatura: Yoshiki Watabe, Yasuko Kuramitsu, Shinsuke Sato
Produttori: Akira Morii (Produzione Robot Communications)
Cast principale: Kento Yamazaki (Ryōhei Arisu), Tao Tsuchiya (Yuzuha Usagi),
Montaggio: Tsuyoshi Imai, Shoukichi Kaneda
Colonna sonora / Musica: Yutaka Yamada
Direttore della Fotografia: Taro Kawazu
Dove vederlo: Netflix
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