Monologo - Ho visto cose... da \"Blade Runner\"

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~ LA REDAZIONE DI RC

INTRODUZIONE AL MONOLOGO

"Blade Runner" di Ridley Scott è un capolavoro del cinema di fantascienza che ha profondamente influenzato il genere con la sua narrazione intricata e la ricca atmosfera visiva. Uno degli aspetti più distintivi del film è la sua capacità di esplorare temi profondamente filosofici attraverso i suoi personaggi, in particolare attraverso il replicante Roy Batty, interpretato da Rutger Hauer. Il monologo finale di Roy, comunemente noto come "Tears in Rain", è uno dei momenti più iconici e commoventi del film.

HO VISTO COSE CHE VOI UMANI...

MINUTAGGIO: 2:24:16-2:24:32

RUOLO: Roy Batty

ATTORE: Rutger Hauer

DOVE: Amazon Prime Video



INGLESE


I've seen things you people wouldn't believe. Attack ships on fire off the shoulder of Orion. I watched C-beams glitter in the dark near the Tannhauser gate. All those moments will be lost in time... like tears in rain... Time to die.



ITALIANO


Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginare: navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione… E ho visto i raggi B balenare nel buio alle porte di Tannhauser… E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo… come lacrime nella pioggia… E’ tempo di morire

BLADE RUNNER

"Blade Runner", diretto da Ridley Scott nel 1982, è un film che ha lasciato un'impronta indelebile nel genere della fantascienza, tanto per la sua trama complessa quanto per l'atmosfera visiva e il suo approccio filosofico. Il film è un adattamento del romanzo "Gli androidi sognano pecore elettriche?" di Philip K. Dick, pubblicato nel 1968.


La storia si ambienta in una Los Angeles distopica nel 2019, dove ex agenti di polizia, conosciuti come "Blade Runners", sono incaricati di cacciare e "ritirare" (cioè uccidere) i replicanti, androidi quasi indistinguibili dagli esseri umani creati per lavorare nelle colonie spaziali esterne. I replicanti sono proibiti sulla Terra a seguito di una rivolta. La trama segue il Blade Runner Rick Deckard (interpretato da Harrison Ford), che è forzatamente richiamato in servizio dopo la fuga di un gruppo di replicanti avanzati, guidati da Roy Batty (Rutger Hauer), sulla Terra.


Deckard è incaricato di ritrovare e eliminare i replicanti fuggitivi, ma la sua missione si complica quando inizia a provare compassione per i replicanti e si innamora di Rachael (Sean Young), una replicante che inizialmente crede di essere umana a causa dei ricordi impiantati. Mentre la caccia procede, Deckard si confronta con questioni etiche profonde riguardo alla natura della vita e dell'identità, del libero arbitrio, e delle implicazioni morali del creare esseri che possono pensare e sentire come gli umani.


Il climax del film avviene in un confronto emotivo tra Deckard e Roy Batty, che, nonostante sia un replicante, esprime un desiderio profondo di vivere e di comprendere il proprio essere, culminando nella famosa "lacrima nella pioggia" monologo poco prima della sua morte programmata.

ANALISI MONOLOGO

Il monologo di Roy Batty, è uno dei più emozionanti e filosoficamente densi momenti nella storia del cinema di fantascienza. Questo discorso, noto come "Tears in Rain", avviene verso la fine del film, quando Roy, consapevole della sua imminente morte programmata, riflette sulla sua esistenza. "Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginare" - Questa apertura sottolinea immediatamente la separazione tra gli umani e i replicanti. Roy, nonostante sia tecnicamente una macchina, ha vissuto esperienze che trascendono l'ordinario, implicando una profondità e una ricchezza della sua esperienza di vita che sfidano la sua natura non umana. Le "navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione" e i "raggi B balenare nel buio alle porte di Tannhauser" evocano immagini di guerre stellari e fenomeni cosmici, suggestivi di epiche battaglie e di visioni spettacolari. Questi elementi potrebbero essere interpretati sia letteralmente, come esperienze reali di Roy, sia metaforicamente, simboleggiando le lotte interne che i replicanti affrontano nel loro limitato arco di vita.


"E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo, come lacrime nella pioggia" - Qui, Roy riflette sulla transitorietà e l'effimera memoria delle sue esperienze. Nonostante la grandiosità e la significatività delle sue avventure, esse svaniranno, irrimediabilmente perse, come se non fossero mai avvenute. Questo enfatizza la tragica natura dell'esistenza dei replicanti, la loro mortalità programmata, e una riflessione più ampia sulla mortalità e la memoria umana. "È tempo di morire" - L'ultima frase del monologo è una semplice accettazione del suo destino.


Nonostante la lotta per la sopravvivenza, Roy accetta la sua morte imminente. Questa accettazione può essere vista come un atto di dignità e di saggezza, riconoscendo l'inevitabile e trovando pace in esso.

Conclusioni

Il monologo di Roy Batty serve come un potente epilogo non solo per il personaggio, ma per l'intero film. Roy, nel suo ultimo momento, incarna una delle più pure espressioni di umanità, nonostante la sua natura artificiale. Le sue riflessioni sull'effimera esistenza dei suoi ricordi e la sua accettazione pacifica della morte pongono interrogativi universali: cosa significa realmente vivere e morire? Qual è il valore dei nostri momenti se destinati a svanire?

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