Monologo Maschile - Amerigo Bonasera nel Padrino

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Articolo a cura di...


~ LA REDAZIONE DI RC

INTRODUZIONE AL MONOLOGO

Il monologo introduttivo di Amerigo Bonasera in "Il Padrino" di Francis Ford Coppola stabilisce immediatamente il tono del racconto, introducendo lo spettatore nel complesso equilibrio tra le aspettative culturali americane e le tradizioni italiane, tra legge formale e giustizia mafiosa.

DOBBIAMO DIRLO A DON CORLEONE

MINUTAGGIO: 00:30-3:10

RUOLO: Amerigo Bonasera

ATTORE: Salvatore Corsetto

DOVE: Netflix


INGLESE


I believe in America. America has made my fortune. And I raised my daughter in the American fashion. I gave her freedom but I taught her never to dishonor her family. She found a "boy friend," not an Italian. She went to the movies with him. She stayed out late. I didn't protest. Two months ago he took her for a drive, with another boy friend. They made her drink whiskey and then they tried to take advantage of her. She resisted. She kept her honor. So they beat her. Like an animal. When I went to the hospital her nose was broken. Her jaw was shattered, held together by wire. She couldn't even weep because of the pain. But I wept. Why did I weep? She was the light of my life. A beautiful girl. Now she will never be beautiful again. Sorry… I went to the police, like a good American. These two boys were brought to trial. The judge sentenced them to three years in prison, and suspended the sentence. Suspended sentence! They went free that very day! I stood in the courtroom like a fool, and those two bastards, they smiled at me. Then I said to my wife, "For justice, we must go to Don Corleone."



ITALIANO


Io credo nell’America. L’America fece la mia fortuna. Io crescevo mia figlia come un’americana. E le detti libertà, ma le insegnai pure a non disonorare la famiglia. Lei aveva un boyfriend, non italiano. Andava al cinema insieme, tornava a casa tardi, e io non protestavo. Due mesi fa lui la invitò in macchina con un altro amico suo. Le fecero bere Whisky, e poi cercarono di approfittarsi di lei. Lei resistette. L’onore lo mantenne. E loro la pestarono come un animale. Quando arrivò all’ospedale, la sua faccia faceva paura; la mascella era rotta, l’avevano cucita col fil di ferro. Nemmeno gli angeli potevano, tanto era il male. Ma io piangevo, povera figlia. Lei era la luce dei miei occhi. Bellissima, era. E ora non sarà mai più bella come prima. Scusate. Andai… andai alla polizia, da buon americano. I due furono presi e processati. Il giudice condannò, ma non avevano precedenti, gli dettero la condizionale. Sospensione della pena. Li fecero uscire lo stesso giorno. Restai in quell’aula come un fesso, e quei due bastardi mi ridevano in faccia. Allora dissi a mia moglie: “Per la giustizia dobbiamo andare da Don Corleone”.

IL PADRINO

"Il Padrino" è uno dei film più iconici e influenti nella storia del cinema, diretto da Francis Ford Coppola e basato sul romanzo omonimo di Mario Puzo. Uscito nel 1972, il film è noto per la sua profonda narrazione e il suo impatto duraturo sulla cultura cinematografica.


Il film segue la famiglia Corleone, guidata dal patriarca Vito Corleone, interpretato da Marlon Brando. La trama si sviluppa attorno agli affari e alla vita personale della famiglia Corleone, esplorando temi di potere, lealtà, violenza e vendetta all'interno del contesto della mafia italo-americana.


Al Pacino, nel ruolo di Michael Corleone, offre una delle sue migliori interpretazioni, descrivendo l'evoluzione del suo personaggio da riluttante estraneo a spietato leader mafioso. Il film si distingue anche per le straordinarie performance di James Caan, Robert Duvall e Diane Keaton.


La regia di Coppola è magistrale, riuscendo a creare una densa atmosfera di tensione e dramma, arricchita dalla colonna sonora evocativa di Nino Rota. La narrazione epica e il ritratto dettagliato dei personaggi hanno reso "Il Padrino" un caposaldo del cinema mondiale.


Il successo del film ha portato alla realizzazione di due seguiti: "Il Padrino - Parte II" nel 1974 e "Il Padrino - Parte III" nel 1990, entrambi diretti da Coppola. "Il Padrino - Parte II" è spesso citato come uno dei rari casi in cui il seguito è all'altezza del film originale, e da molti viene considerato persino superiore al primo.

ANALISI MONOLOGO

Il monologo stabilisce da subito il tono del film e introduce temi centrali come la giustizia, l'onore e la famiglia. Questo discorso fornisce allo spettatore uno sguardo immediato nel cuore morale e culturale del mondo che Coppola intende esplorare.


Bonasera inizia con "Io credo nell’America", sottolineando la sua fede nel sogno americano e il suo desiderio di assimilazione. La narrazione rivela rapidamente le crepe in questo sogno. L'esperienza di Bonasera evidenzia un contrasto tra le sue aspettative di giustizia e equità, valori americani per eccellenza, e la realtà della sua situazione. Il discorso di Bonasera pone in rilievo il conflitto culturale tra le sue radici italiane e la sua vita in America. L'educazione americana che desidera per sua figlia si scontra con i valori tradizionali della famiglia e dell'onore, tipici della sua eredità italiana. La tragedia personale di sua figlia diventa simbolo di questo conflitto tra due mondi.


La decisione del giudice di liberare gli aggressori con una condanna condizionale rappresenta il fallimento del sistema giudiziario americano nel proteggere i più deboli e nel garantire giustizia. Questo fa sì che Bonasera si rivolga a Don Corleone, cercando una forma di giustizia alternativa, quella della legge non scritta della mafia, che enfatizza l'onore e la lealtà piuttosto che la legge formale. Il passaggio da un sistema di giustizia formale a uno informale, rappresentato dalla figura di Don Corleone, illustra la transizione da una fiducia nelle istituzioni americane a un ritorno alle radici italiane e alle loro modalità di risoluzione dei conflitti. Don Corleone emerge non solo come un capofamiglia nel senso mafioso del termine, ma anche come un autentico dispensatore di giustizia, colmando le lacune lasciate dalle istituzioni ufficiali.

Conclusioni

Attraverso le sue parole, Coppola imposta anche una riflessione sulle profonde discrepanze tra l'ideale americano e la realtà degli immigrati, evidenziando il ruolo della famiglia Corleone come entità che offre un'alternativa, seppur moralmente ambigua, alle carenze del sistema.

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