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~ LA REDAZIONE DI RC
Nel cuore del film "Il Padrino", diretto da Francis Ford Coppola e basato sul romanzo di Mario Puzo, si trova una complessa rete di relazioni e potere all'interno della famiglia mafiosa Corleone. Un momento cruciale di questa narrazione è il monologo di Don Vito Corleone, il capofamiglia, che offre uno spaccato significativo delle sue convinzioni e strategie di leadership.
MINUTAGGIO: 2:06:30- 2:08:15
RUOLO: Don Corleone
ATTORE: Marlon Brando
DOVE: Netflix
INGLESE
Don Barzini, I want to thank you for helping me organize this meeting here today. And also the other heads of the Five Families, New York and New Jersey. Carmine Corleone from the Bronx and ah...Brooklyn...Philip Tattaglia. An' from Staten Island, we have with us Victor Strachi. And all the other associates that came as far as from California, and Kansas City, and all the other territories of the country...thank you. *sitting down* How did things ever get so far? I don't know. It was so unfortunate...so unnecessary. Tattaglia lost a son and I lost a son. We're quits. And if Tattaglia agrees, then I'm willing to let things go on the way they were before… When...when did I ever refuse an accommodation? All of you know me here. When did I ever refuse? Except one time. And why? Because I believe this drug business is gonna destroy us in the years to come. I mean, it's not like gambling or liquor...even women, which is something that most people want nowadays, and is ah forbidden to them by the pezzonovante of the Church. Even the police departments that've helped us in the past with gambling and other things are gonna refuse to help us when in comes to narcotics. And I believed that then and I believe that now.
ITALIANO
Voglio ringraziare Don Barzini per avermi aiutato a organizzare questo meeting, e gli altri capi delle famiglie di New York, New Jersey. Carmine Cuneo, del Bronks, e Philiph Tartaglia, di Brooklyn. E abbiamo con noi Victor Stracci, di Staten Island, e anche gli altri associati della California, di Kansas City e di tutti gli altri territori del paese. Grazie. Come ha fatto la situazione a sfuggirci di mano? Io non lo so. E’ tutto così miserabile, tutto così inutile. Tartaglia ha perso un figlio, e anche io ho perso un figlio. Siamo pari. Ma se Tartaglia è d’accordo, io sono disposto acche le cose ritornino a come stavano prima. Tutti voi mi conoscete. Quando mai mi sono rifiutato, solamente una volta. E perché? Perché quest’affare degli stupefacenti un giorno ci distruggerà, credetemi. Non è un affare come il gioco, o i liquori o le donne, che è tutta roba che la gente cerca oggi e è solo proibita dai pezzi da Novanta e dalla Chiesa. Persino la Polizia, che in passato ha chiuso un occhio per il gioco e per il resto, si rifiuterà di aiutarci, se ci buttiamo nei narcotici. Ero già convinto di questo, e oggi, ne sono anche più convinto.
"Il Padrino" (The Godfather), diretto da Francis Ford Coppola e basato sul romanzo di Mario Puzo, è un capolavoro del cinema del 1972, ampiamente considerato uno dei migliori film di tutti i tempi.
La trama si concentra sulla famiglia Corleone, una delle più potenti famiglie mafiose di New York negli anni '40 e '50. Il capofamiglia, Don Vito Corleone, interpretato da Marlon Brando, è un padrino rispettato e temuto che gestisce un impero criminale. Durante il matrimonio della sua figlia, Don Vito riceve diverse richieste di favori, dimostrando il suo potere e influenza.
Michael Corleone, interpretato da Al Pacino, è il figlio più giovane di Don Vito, che inizialmente sembra riluttante a seguire le orme criminali della famiglia. Tuttavia, dopo un tentativo di assassinio sul padre, Michael è costretto a entrare nel mondo del crimine organizzato per proteggere la sua famiglia.
La narrazione segue l'ascesa di Michael all'interno della famiglia Corleone, mentre cerca di consolidare il potere, affrontare i nemici e i traditori, e infine assumere il ruolo di padrino. Il film esplora temi come il potere, la lealtà, la famiglia e la perdita dell'innocenza, mostrando la trasformazione di Michael da outsider a spietato leader mafioso.
Il monologo di Don Vito Corleone in "Il Padrino" è un momento chiave del film che rivela molti aspetti del suo carattere e della sua filosofia di leadership all'interno del crimine organizzato. Don Vito inizia il suo discorso ringraziando Don Barzini e altri capi delle famiglie mafiose, mostrando rispetto e riconoscimento del potere condiviso. Questo stabilisce il contesto di una riunione di capi, sottolineando l'importanza della collaborazione tra le famiglie. Vito riflette su come la situazione sia sfuggita di mano, portando a violenze inutili e perdite personali, inclusa la perdita dei loro figli.
Uno dei punti centrali del discorso è la sua ferma opposizione al commercio di stupefacenti. Corleone differenzia tra attività illegali che considera accettabili, come il gioco d'azzardo, l'alcol e la prostituzione—che descrive come servizi ricercati dalla società e tollerati in modo informale dalle autorità—e gli stupefacenti, che ritiene troppo pericolosi e dannosi. La sua preoccupazione è che l'ingresso nel traffico di droga porterà a una maggiore attenzione e intervento delle forze dell'ordine, distruggendo così l'equilibrio esistente e mettendo a rischio la loro operatività e sicurezza. Don Vito esprime il desiderio di ritornare alla normalità, a un sistema di operazioni che funzionava bene prima dell'introduzione degli stupefacenti nel panorama criminale.
La sua ferma convinzione contro gli stupefacenti riflette anche una visione a lungo termine per la sua famiglia e per le altre famiglie mafiose. Don Vito dimostra prudenza e saggezza, valutando le conseguenze future piuttosto che i guadagni immediati, una caratteristica che lo distingue come leader riflessivo e rispettato.
Attraverso le sue parole, emerge chiaramente come Don Vito valorizzi l'ordine, la tradizione e una certa etica nel contesto del crimine organizzato, distanziandosi dalle pratiche che potrebbero portare distruzione e instabilità, come il commercio di droga. La sua ferma opposizione agli stupefacenti e il desiderio di ritornare a una normalità meno pericolosa sottolineano il suo ruolo come leader prudente e visionario, il cui impatto va oltre le operazioni quotidiane della sua famiglia e tocca le fondamenta stesse dell'equilibrio tra potere e moralità nel crimine organizzato.
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