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~ LA REDAZIONE DI RC
Nel cuore della miniserie "Baby Reindeer", troviamo un monologo che cattura l'essenza della sofferenza umana sotto l'implacabile peso dell'abuso e della ricerca di riconoscimento. Donny, interpretato con intensità da Richard Gadd, ci porta attraverso un viaggio emotivo e psicologico, dove ogni parola rivela strati di trauma e introspezione. Questo monologo diventa anche come un potente esame dell'anima tormentata del personaggio.
MINUTAGGIO: 23:20-31:30
RUOLO: Donny
ATTORE: Richard Gadd
DOVE: Netflix
INGLESE
I used to think, right… Genuinely. Hear me out here, right? I used to think that what you’re seeing here was, like, breaking the mold. You know, I’d watch these fucking other comics rising above me, and I… I just… I never understood why… why them and not me. But then, bam! Reality smacks me in the face. I am so fucking naive. I was so naive in thinking that this was something special that when a writer sweeps you off your feet and says, “Hey, you’ve got it, kid. Let’s make you famous…” you believe every word he’s gonna say to you. ‘Cause it’s the words you’ve wanted to hear your entire life. “I believe in you… as much as you believe in yourself.” And you’ll do just about anything in the world he asks of you because… because fame encompasses judgment, right? And I… I feared judgment my entire life.
That’s why I wanted fame, because when you’re famous, people see you as that, famous. They’re not thinking all the other things that I’m scared they’re thinking. Like, “That guy’s a loser or a drip or a fucking f*ggot.” They think, “It’s the guy from that thing.” “It’s the funny guy.” And I wanted so badly to be the funny guy. Fuck your red light. I’m finishing. So when this writer says he only works with wild ones, and to… to face my own fears, well, it’s not long before I’m round his house, taking boatloads of drugs every weekend.
And isn’t getting groomed magical? Before you realize you’re actually getting groomed. Until you’re passing out from GHB on his living-room couch, while he tears at your trousers with his disgusting hands. And you know it’s wrong, deep down, what he’s making you do. But you just keep going back.
And you start to think, “Is my self-respect so fucking low, is my lust for success so fucking high, that I will repeatedly go back to this man’s house and let him abuse me for a little peep at fame?” “Oh, you’re a victim. You mustn’t blame yourself.” Good sentiment, but let’s be honest, the fourth or fifth time you’ve passed out and woken up with your dick in his mouth, you should probably think about not going back. But, no, I just had to keep going. I just had to get fucking raped. Anything funny to say, boys? My confidence is so low, right… You’ll… you’ll enjoy this… that I let this fucking mad bitch into my life. I work in a bar, and I gave her this cup of tea on the house. She… she was crying, and I wanted to cheer her up. But she… she kept coming back in time and time again, and I… I knew she was growing attached, but I still went along with it to satisfy my own stupid need for attention. Hence the face. She… she did this to me. You see… that’s what abuse does to you, you know? It made me this… sticking plaster for all of life’s weirdos. This… This open wound for them to sniff at. I knew she was mad, and I knew she was dangerous, but she flattered me, and that was enough. And now… I really don’t know where it’s gonna end. I really think one of us is gonna have to die now, and I’m not a killer. Yeah, go on, walk out. There’ll be puns in the next section. There’s a guy dressed as a train conductor. I’m sure that’s gonna be funny. I met this trans woman. You should see her. She’s the most beautiful person you’ve ever met, and I just couldn’t… I just couldn’t… love her. And I see it now. I see what it was that I lost in her. Moreover, I see why I messed it up in the way that I did. And it’s because of this, right? It’s because I loved one thing in this world more than I did her, right? One thing. And do you know what that one thing was? Hating myself. I love it. I’m addicted to it. I don’t know anything else. Because God forbid ever taking a chance at life. God forbid ever taking a chance at happiness. And that’s why I messed it up with her. Because I hated myself so much more than I loved her. And I loved her so very much. I’ve spent my whole life running away. And this… This competition, this was just another hundred meters in a marathon I was never gonna finish alive. So I’m gonna stop running now. Because I just don’t have the legs for it anymore. I just don’t. Yeah. Don’t know how I started coming out with all this, to be honest. Really not sure how to finish. Are there any questions? Well, then, I look forward to winning this competition.
ITALIANO
Una volta credevo ecco, ascoltate bene, voglio essere sincero, d'accordo? Una volta credevo che quello che vedete qui fosse davvero un modo per rompere gli schemi. Vedevo tutti gli altri cazzo di comici superarmi e io non ho mai capito perché loro raggiungevano la fama e io no, ma poi Bam! La realtà mi colpisce in faccia. Sono così ingenuo, cazzo. Ero così ingenuo da pensare che quella fosse una cosa speciale. Che quando uno sceneggiatore cade ai tuoi piedi e dice: "Ehi, hai talento, ragazzo. Ti faccio diventare famoso." Tu credi a ogni parola che ti dice. Perché sono le parole che volevi sentire da tutta una vita, no? Io credo in te tanto quanto tu credi in te stesso. E tu sei disposto a fare qualunque cosa ti chieda di fare, perché la fama ingloba anche il giudizio, giusto? E io ho temuto il giudizio per tutta la vita. Per questo sognavo la fama, perché quando sei famoso le persone ti vedono così, famoso! Non pensano tutte le altre cose che io ho sempe temuto, tipo: "Quello li è un perdente o una nullità, o un frocio del cazzo". Loro pensano: "E' quello che fa quella cosa, è quello divertente". E io volevo così tanto essere quello divertente. Fanculo la luce rossa, sto per finire. Così quando questo sceneggiatore dice che lavora solo con quelli tosti e che devo affrontare le mie paure beh, non ci vuole molto che finisca a sballarmi con qualunque droga ogni fine settimana. Ma farsi adulare non è magico? Finché non capisci che in realtà sei stato abbindolato. Finché non perdi i sensi perché sei strafatto di GHB, mentre lui con quelle mani disgustose ti strappa i pantaloni. E nel profondo di te sai che è sbagliato quello che ti fa fare. Ma ogni volta ti ripresenti alla sua porta, e inizi a riflettere. Il rispetto che ho di me stesso è così fottutamente basso... Il mio desiderio di successo è così fottutamente grande che deciderò di tornare ripetutamente a casa di quest'uomo e lascerò che abusi di me per un piccolo briciolo di fama. "Uh, sei una vittima, non devi incolpare te stesso". Un bel principio, ma siamo onesti, la quarta o quinta volta che perdi i sensi e ti svegli con il cazzo nella sua bocca, probabilmente non dovresti tornarci più. Ma no, io dovevo continuare. Cazzo, io dovevo arrivare a farmi stuprare. Qualcosa di buffo da dire...? La mia autostima è così basa che ho... questa vi piacerà... che ho lasciato entrare questa stronza pazza nella mia vita. Lavoro in un pub, sapete, e un giorno le ho offerto una tazza di tè. Piangeva e volevo tirarle un pò su il morale, ma lei ha iniziato a presentarsi ripetutamente ogni giorno, e sapevo che si stava affezionando. Ma io ho continuato a farlo per soddisfare il mio stupido bisogno di attenzioni. Guardatemi la faccia, lei mi ha ridotto così. Vedete, l'abuso ti porta a questo. Ecco, mi ha fatto diventare una carta moschicida per tutti gli svitati che esistono, una ferita aperta pronta da annusare. Sapevo che era pazza, e sapevo che era pericolosa, ma mi lusingava, ed era sufficiente. E adesso... davvero non so come andrà a finire. Credo che uno di noi due dovrà morire, e io non sono un assassino. Si, prego, andatevene, ci sarà da ridere con il prossimo trucco. Dietro le quinte ce n'è uno vestito da capotreno, sarà molto divertente. Ho incontrato una donna trans. Dovreste vederla. E' la persona più bella che abbia mai conosciuto, e io non riuscivo... io non riuscivo ad amarla. E adesso lo capisco. Capisco cosa ho perso perdendola, e... soprattutto, capisco perché ho rovinato tutto agendo in quella maniera. Ed è questo il motivo, chiaro. E' perché amavo una cosa in questo mondo, più di quanto amassi lei, giusto? Una cosa. E sapete cos'era quella cosa? Odiare me stesso. Lo adoro. Ne sono dipendente, e non conosco nient'altro. Perché Dio non voglia che corra mai un rischio nella mia vita. Dio non voglia che corra il rischio di essere felice. Ed è per questo che ho rovinato tutto con lei. Perché odiavo me stesso molto più di quanto amassi lei. E l'amavo davvero tantissimo. Ho passato tutta la vita a scappare via. E questa... questa gara era solamente un altro centinaio di metri in una maratona che non avrei mai finito in tutta la vita. Quindi voglio smettere di scappare, perché non mi sento più le gambe ormai, sono stanco... Oh, già, onestamente non so perché ho iniziato a parlare di questo. Non so proprio come chiudere. Ci sono delle domande? Magnifico. Spero tanto di vincere questa gara.
"Baby Reindeer" è una miniserie britannica di genere drammatico-thriller con elementi di commedia nera, creata, scritta e interpretata da Richard Gadd. La serie è un adattamento dell'omonimo spettacolo teatrale autobiografico di Gadd e si basa sulle sue esperienze personali di essere stato perseguitato e aggredito sessualmente nei suoi vent'anni. La serie è composta da sette episodi, tutti disponibili su Netflix dal 11 aprile 2024.
La trama segue la storia del personaggio Donny Dunn, interpretato da Gadd stesso, un comico non molto riuscito che, dopo aver mostrato un atto di gentilezza verso una donna mentalmente instabile, diventa il bersaglio della sua ossessione asfissiante. Questo evento lo costringe a confrontarsi con traumi oscuri e sepolti del suo passato. Tra gli altri membri del cast ci sono Nava Mau, Jessica Gunning, e Danny Kirrane.
La regia è stata affidata a Weronika Tofilska e Josephine Bornebusch. La serie è stata molto apprezzata per la sua intensa narrativa e la potente rappresentazione di temi difficili legati alla persecuzione e al trauma.
La storia vera alla base di "Baby Reindeer" riguarda le personali esperienze di Richard Gadd, che ha vissuto un'intensa persecuzione da parte di una donna dopo un breve incontro casuale. Gadd ha incontrato la sua stalker, una donna che ha preferito non identificare pubblicamente, quando lavorava come barista. L'incontro sembrava inizialmente innocuo: lei gli aveva chiesto un bicchiere d'acqua e lui gliel'ha dato. Tuttavia, questo gesto benigno ha scatenato un'ossessione unilaterale che è durata anni. La donna ha iniziato a frequentare tutti i suoi spettacoli, a inviare messaggi incessanti, e a comparire in luoghi associati a Gadd senza preavviso. La situazione è gradualmente peggiorata con l'escalation delle sue azioni, che includevano messaggi espliciti e minacce. La stalker ha perfino tentato di entrare in contatto con gli amici e la famiglia di Gadd, diffondendo false narrazioni e mettendo in dubbio la sua sanità mentale. Gadd ha descritto questa esperienza come estremamente isolante e angosciante, sottolineando quanto fosse difficile ottenere aiuto e quanto poco fosse preso sul serio come vittima di stalking. Questa esperienza ha lasciato un impatto significativo su di lui, influenzando la sua salute mentale e la sua carriera.
La sua decisione di trasformare questa traumatica esperienza in uno spettacolo teatrale e successivamente in una serie televisiva è stata parte del suo processo di guarigione e un modo per sensibilizzare riguardo alle realtà dello stalking e dell'abuso.
l monologo tratto dalla miniserie "Baby Reindeer" è un potente sfogo emotivo e psicologico del protagonista, che si rivolge al pubblico svelando in modo crudo le sue ferite più profonde e i suoi momenti più bui. Donny inizia il monologo esprimendo la sua frustrazione e invidia verso altri comici che hanno raggiunto il successo che lui desiderava ardentemente. Questo rivela una profonda insicurezza e una bassa autostima, che lo rendono vulnerabile agli sfruttamenti.
Racconta di essere stato sedotto e poi abusato da uno sceneggiatore, che approfitta della sua vulnerabilità e desiderio di fama. Questa dinamica di potere e manipolazione mostra come la fame possa essere pericolosamente ingannevole e distruttiva. La narrazione mostra il ciclo di abuso e la difficoltà di liberarsene. Donny evidenzia come, nonostante sapesse che la situazione fosse sbagliata, la sua bassa autostima lo spingesse a ritornare continuamente, rafforzando il sentimento di colpa e vergogna. Il protagonista menziona anche un'altra forma di abuso che ha subito da parte di una stalker, che ha approfondito ulteriormente la sua spirale di autodistruzione. Questo evidenzia come diversi tipi di abuso possono intrecciarsi e aggravarsi a vicenda.
Alla fine del monologo, Donny/Richard riflette sulla sua incapacità di amare veramente a causa dell'odio verso se stesso. Questo svela una profonda consapevolezza di come i suoi problemi interni abbiano rovinato le relazioni più significative della sua vita, compresa quella con una donna transessuale che rappresentava una possibilità di vera felicità. Il monologo si conclude con una nota di resa e stanchezza, ma anche con un barlume di speranza, mentre il protagonista esprime il desiderio di smettere di scappare dai suoi problemi.
Il monologo è un ricco tessuto di vulnerabilità, dolore, e introspezione, che offre uno sguardo complesso sulle conseguenze devastanti dell'abuso e dello sfruttamento, così come sulle sfide interiori di autostima e identità personale. È un esempio potente di come il teatro e il cinema possano esplorare e rendere visibili esperienze emotive profonde e spesso nascoste.
Il monologo tratto da "Baby Reindeer" serve come un commovente promemoria delle cicatrici lasciate dall'abuso e dal mancato riconoscimento del proprio valore. Attraverso la voce del protagonista, siamo testimoni della lotta interiore tra il desiderio di successo e la battaglia contro un odio di sé radicato e debilitante. Questa intensa confessione estende un invito alla riflessione sull'impatto a lungo termine degli abusi psicologici e fisici.
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