Monologo - Lily Collins da \"Emily in Paris: Ringarde\"

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~ LA REDAZIONE DI RC

INTRODUZIONE AL MONOLOGO

Nel vivace panorama delle serie televisive contemporanee, "Emily in Paris" si distingue per il suo sguardo ironico e a tratti critico sul mondo della moda e delle relazioni interculturali. Uno dei momenti più emblematici è un monologo di Emily, la protagonista, che affronta le complessità e le contraddizioni dell'industria della moda attraverso una riflessione personale e culturale. Il discorso si concentra sul termine dispregiativo "ringarde", usato per sminuire sia lei che un suo modesto portachiavi.

RINGARDE

STAGIONE 1 EP 6

MINUTAGGIO: 25:30-26:10
RUOLO: Emily Cooper
ATTRICE:
Lily Collins

DOVE: Netflix



INGLESE


I… I just came here to apologize for the other day, for offending you, and… and to let you know that… You're right. I am a basic bitch with a bag charm. In fact, do… do you wanna know why I got that bag charm? Because my friends and I were obsessed with Gossip Girl. We all wanted to be Serena van der Woodsen in her gorgeous, crazy-expensive couture. But the only thing we could afford from any of those designers was a clip-on bag charm from a outlet mall in Winnetka. So… yeah. I guess that made us pretty ringarde. You think ringardes don't respect designers. We worship designers so much that we spend all we've saved on a dumb accessory just to feel like we're somehow on your runway. You may mock us… But the truth is… …you need us. Without basic bitches like me, you wouldn't be fashionable.



ITALIANO


Sono solo venuta qui per scusarmi per l’atro giorno, per averla offesa, e per farle sapere che ha ragione. Io sono solo una stronza banale con un brutto portachiavi. Anzi, vuole sapere perché ho comprato quel portachiavi? Perché io e le mie amiche eravamo ossessionate da gossip Girl, volevamo essere tutti essere Serena van der Woodsen, con i suoi splendidi, costosi abiti di alta moda. Ma l’unica cosa che potevamo permetterci di uno di quei design era un ciondolo proveniente da un outlet in Winnetka. Perciò… già, credo che questo ci rendesse piuttosto “ringarde”. Lei crede che i “ringarde” non rispettino i designer, ma noi veneriamo i designer così tanto da spendere tutto quello che abbiamo per uno stupido accessorio solo per sentirci come se fossimo su una vostra passerella. Potete prenderci in giro, ma la verità è che avete bisogno di noi. Senza delle stronze banali come noi voi non sareste alla moda.

EMILY IN PARIS

"Emily in Paris" è una serie televisiva che ha debuttato su Netflix nell'ottobre 2020. Creata da Darren Star, noto per "Sex and the City", questa serie segue le avventure di Emily Cooper, interpretata da Lily Collins, una giovane donna americana che si trasferisce a Parigi per un'opportunità di lavoro. Emily lavora in una prestigiosa agenzia di marketing francese per portare un punto di vista americano, ma si scontra spesso con le differenze culturali e lavorative.


La prima stagione è composta da 10 episodi e si concentra su Emily mentre cerca di trovare un equilibrio tra lavoro, nuove amicizie e vita amorosa. Nonostante le difficoltà iniziali, come la barriera linguistica e le complesse dinamiche sociali e professionali, Emily inizia gradualmente a conquistare il cuore dei suoi colleghi e degli abitanti della città.


Attraverso i suoi incontri e disavventure, "Emily in Paris" esplora temi di auto-scoperta e adattamento, mantenendo uno spirito leggero e spesso comico. Emily, con la sua energia e ottimismo, cerca di fare del suo meglio nonostante gli ostacoli e le differenze evidenti tra le aspettative americane e la realtà parigina.

ANALISI MONOLOGO

Il monologo di Emily sul termine "ringarde" è una riflessione sulle dinamiche culturali e socioeconomiche nel mondo della moda, e sottolinea un conflitto tra le percezioni elitiste e la realtà dei consumatori comuni. Emily inizia il monologo ammettendo le sue insicurezze e si presenta come una figura vulnerabile. Questo è un modo per abbattere le barriere e avviare un dialogo sincero, riconoscendo la validità del giudizio del designer pur mantenendo la sua dignità. Il riferimento a "Gossip Girl" e il desiderio di emulare il personaggio di Serena van der Woodsen evidenziano il potere dei media nella formazione delle aspirazioni di consumo. Emily spiega come lei e le sue amiche, non potendosi permettere gli abiti costosi, abbiano scelto di comprare un piccolo accessorio per sentirsi parte di quel mondo glamour. Qui, il monologo tocca la realtà di molti consumatori che, pur non avendo grandi risorse economiche, sognano di avvicinarsi all'alta moda.


Emily sfida la nozione elitista che solo chi può permettersi la moda "alta" meriti di apprezzarla o parteciparvi. Sottolinea che il desiderio di appartenere a quel mondo spinge persone come lei a investire in esso, anche se a livelli più accessibili. Il suo discorso suggerisce che l'industria della moda dipenda anche da questi consumatori "ordinari", non solo dall'élite. La conclusione del monologo mette in luce la dipendenza reciproca tra i designer e i consumatori comuni. Emily afferma che senza la base di consumatori che idolatra e acquista prodotti di moda, anche in forma ridotta come accessori, l'industria non potrebbe prosperare né mantenere il suo status.

CONCLUSIONE

Il monologo di Emily rappresenta un incisivo commento sulle dinamiche socio-economiche del mondo della moda, offrendo una prospettiva sia critica che emancipatrice. Attraverso le sue parole, Emily si difende dalle etichette riduttive, e mette in discussione l'intero sistema di valori che regge l'industria della moda, evidenziando la fondamentale interdipendenza tra designer e consumatori.

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