Monologo Femminile - School of Rock

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Articolo a cura di...


~ LA REDAZIONE DI RC

INTRODUZIONE AL MONOLOGO

Il monologo della preside Rosalie Mullins nel film "School of Rock" rappresenta un momento cruciale per il suo personaggio, offrendo una finestra sulle sue profonde insicurezze e sulle pressioni che affronta nel suo ruolo. Attraverso questo discorso, il pubblico è in grado di vedere oltre la sua facciata rigida e autoritaria, scoprendo la complessità di una persona che è stata trasformata dalle circostanze lavorative e dalle aspettative esterne. Analizzare questo monologo ci permette di comprendere meglio i temi di pressione professionale, cambiamento personale e il contrasto tra percezione e realtà.

SONO UNA PRESIDE ACIDA E ST...

MINUTAGGIO: 1:11:05-1:12:05

RUOLO: Joan Cusack

ATTRICE: Rosalie Mullins

DOVE: Amazon Prime Video


INGLESE


They hate me. Yes, they do, I can see. I wasn't always like this, you know, I wasn't always wound this tight. There was a time where I was fun. I was funny! I was. But you can't be funny and be the principal of a prep school! No, you cannot. Because when it comes to their kids, these parents have no sense of humor. No. And if something goes wrong, it's my head in the smasher. And these parents will come down on me like a nuclear bomb! I can't make a mistake! I gotta be perfect! And that pressure has turned me into one thing that I never wanted to be! A bitch! Yes, I am. I am a big one!



ITALIANO


Intimidire? E’ odio, vero? Si, mi odiano. Quelli mi odiano, lo vedo sa? Non sono sempre stata come sono. Non sono sempre stata così tesa. Ci sono stati anni in cui ero simpatica. Ero simpatica. E spiritosa. Ma non puoi essere simpatica e fare il preside di una elementare privata. No, non si può. Perché quando si tratta dei loro figli, quelli perdono qualunque senso dell’Humor. No, e se succede qualcosa è la mia testa, capito? E’ la mia testa! E’ la mia testa che pretendono! Quelli verrebbero tutti addosso a me come genitori bomba! Non ho il diritto di sbagliare? Devo essere perfetta, e questa pressione mi ha trasformato in una cosa che non avrei voluto essere mai. Una stronza. Si, si lo sono eccome e anche bella grossa.

SCHOOL OF ROCK

"School of Rock" è una commedia musicale del 2003 diretta da Richard Linklater e scritta da Mike White. Il film è interpretato da Jack Black nel ruolo principale e include anche Joan Cusack, Mike White, Sarah Silverman e un gruppo di giovani attori che interpretano gli studenti. La storia ruota attorno a Dewey Finn, un musicista rock fallito che viene cacciato dalla sua band e si ritrova senza soldi e senza un posto dove vivere. Disperato, decide di impersonare il suo coinquilino, un insegnante supplente di scuola elementare, per ottenere un lavoro temporaneo in una scuola prestigiosa.

Una volta in classe, Dewey scopre che gli studenti hanno un notevole talento musicale. Anziché insegnare il curriculum tradizionale, li convince a formare una band per partecipare a una competizione musicale chiamata "Battle of the Bands". Durante il processo, Dewey insegna ai ragazzi non solo la musica rock, ma anche l'importanza di credere in sé stessi e di esprimere la propria individualità.


"School of Rock" esplora temi come la passione per la musica, l'individualità, l'autostima e la ribellione contro le convenzioni sociali. Il film è noto per il suo umorismo e il suo cuore, bilanciando momenti comici con scene emotivamente coinvolgenti. La colonna sonora del film è una componente cruciale, con brani rock classici e nuove canzoni create appositamente per il film. La performance finale della band è uno dei momenti più memorabili e coinvolgenti del film.

ANALISI MONOLOGO

Questo monologo della preside Rosalie offre uno sguardo profondo e sincero sulla sua personalità e sulle pressioni che affronta nel suo ruolo.

Nel contesto del film, questo monologo serve a umanizzare un personaggio che inizialmente può sembrare rigido e inavvicinabile. Rosalie Mullins è la preside di una scuola elementare privata, e il suo comportamento severo è spesso percepito come freddo e distante sia dagli studenti che dai genitori.


"Intimidire? E’ odio, vero?". Rosalie si chiede se il suo atteggiamento intimidatorio è visto come odio dagli altri, segno della sua insicurezza e del suo bisogno di comprensione.


"Si, mi odiano. Quelli mi odiano, lo vedo sa?". Mostra consapevolezza e vulnerabilità. Nonostante il suo ruolo autoritario, è dolorosamente conscia del fatto che non è ben vista. "Non sono sempre stata come sono. Non sono sempre stata così tesa. Ci sono stati anni in cui ero simpatica. Ero simpatica. E spiritosa." Rosalie riflette su come il suo carattere si sia indurito nel tempo. Un tempo era una persona amabile e divertente, suggerendo un cambiamento negativo causato dalle circostanze lavorative.


"Ma non puoi essere simpatica e fare il preside di una elementare privata. No, non si può." Qui esprime il dilemma tra mantenere un atteggiamento amichevole e svolgere efficacemente il suo lavoro. La severità è vista come necessaria per la gestione della scuola. Rosalie sottolinea la pressione intensa e la mancanza di tolleranza da parte dei genitori, che sono iperprotettivi e pronti a puntare il dito verso di lei.


La metafora dei "genitori bomba" evidenzia la costante minaccia e pressione che sente. L'idea di dover essere perfetta è un carico insostenibile che ha cambiato il suo carattere. Conclude con un'ammissione amara del cambiamento negativo nella sua personalità. La parola "stronza" mostra un'auto-consapevolezza e una frustrazione profonda.

Conclusioni

Attraverso la sua riflessione sincera e vulnerabile, emergono temi di stress professionale e di identità personale. Questo discorso arricchisce la caratterizzazione di Rosalie, ma offre anche un commento significativo sulle sfide che molti leader educativi affrontano. La sua ammissione finale di essere diventata una "stronza" è una testimonianza dell'impatto che le aspettative e le pressioni esterne possono avere su una persona, rendendo il suo viaggio emotivo profondamente risonante e umano.

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