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~ LA REDAZIONE DI RC
Il monologo di Hermione sulla "Storia dei Tre Fratelli" in Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 1” rappresenta uno dei momenti più emblematici dell’intera saga. Non è solo una fiaba, ma un racconto intriso di simbolismi e temi che riflettono l’essenza della trama principale e le scelte dei personaggi.
MINUTAGGIO: 1:49:507-1;53:36
RUOLO: Hermione Granger
ATTRICE: Emma Watson
DOVE: Netflix
INGLESE
There were once three brothers, who were travelling along a lonely winding road ... ... at twilight. In time the brothers reached a river too treacherous to pass But they were learned in the magical arts the three brothers simply waved their wands.. ... and made a bridge. Before they could cross however they found their path blocked by a hooded figure. It was Death And he felt cheated Cheated, because travelers usually drowned in the river. But Death was cunning. he pretended to congratulate the three brothers .on their magic.. and said, that each had earned a prize ... for being clever enough to evade him the oldest asked for a wand, more powerful than any in existence so death fashioned him a wand from the elder tree that stood nearby The second brother he decided he wanted to humiliate death even further.. and asked for the power to recall loved ones from their graves So Death picked a stone from the river and offered it to him. Finally, Death turned to the third brother. A humble man, asked for something that allowed him to go from that place... without being followed by death And so it was that death reluctantly handed over his own cloak of invisibility The first brother travelled to a distant village... with the elder wand in his hand he killed a wizard with whom he once had quarrels. Drunk with the power that the elder wand had given him... he bragged about it You shall not prevail against his nose? ou. But that night ... another wizard stole the wand and slit the brothers throat for good measure. And so the death took the first brother. for his own The second brother journeyed home, where he took the stone and turned it thrice in his hand To his delight the girl he once wanted to marry before her untimely death... appeared before him. But soon she turned sad and cold because she did not belong to the mortal world Driven mad with hopeless longing the second brother killed himself so as to join her And so death took the second brother As for the third brother Death searched for many years but was never able to find him only when he had attained a great age the youngest brother shed the cloak of invisibilty and gave it to his son... he then greeted death as a old friend and went with him gladly departing this life as equals
ITALIANO
C’erano una volta tre fratelli che viaggiavano lungo una strada tortuosa e solitaria, a calar del sole. Dopo un po', i fratelli giunsero a un fiume troppo pericoloso da attraversare. Essendo versati nelle arti magiche, ai tre fratelli bastò agitare le bacchette per costruire un ponte. Ma prima di poterlo attraversare, trovarono il passo sbarrato da una figura incappucciata. Era la Morte, si sentiva imbrogliata perché di solito i viaggiatori annegavano nel fiume. Ma la Morte era astuta. Finse di congratularsi con i fratelli per la loro magia, e disse che meritavano un premio per la loro abilità a sfuggirle. Il Maggiore chiese una bacchetta più potente di qualsiasi altra al mondo; così la morte gliene fece una da un albero di sambuco che era nelle vicinanze. Il secondo fratello decise di voler umiliare la morte ancora di più, e chiese il potere di poter richiamare i propri cari dalla tomba. Così la Morte raccolse una pietra dal fiume e gliela offrì. Infine la Morte si rivolse al terzo fratello, un uomo umile. Lui chiese qualcosa che gli permettesse di andarsene da quel posto senza essere seguito dalla Morte. E così la Morte con riluttanza gli consegnò il proprio mantello dell’invisibilità. Il primo fratello raggiunse un lontano villaggio, armato della bacchetta di Sambuco, e uccise un mago con cui in passato aveva litigato. Inebriato dal potere che la bacchetta di sambuco gli aveva dato, si vantò della sua invincibilità. Ma quella notte, un altro mago rubò la bacchetta, e per buona misura gli tagliò la gola. E così la Morte chiamò a sé un fratello. Il secondo fratello tornò a casa, tirò fuori la pietra e la girò tre volte nella mano; con sua gioia, la ragazza che aveva sperato di sposare prima della di lei morte prematura, gli apparve. Ma presto ella divenne triste, e fredda perché non apparteneva al mondo dei mortali. Reso folle dal suo desiderio il secondo fratello si tolse la vita per unirsi a lei. E così la morte si prese il secondo fratello. Riguardo al terzo fratello, la morte lo cercò per molti anni, ma non fu mai in grado di trovarlo. Solo quando ebbe raggiunto una veneranda età, il fratello più giovane si tolse il mantello dell’invisibilità e lo donò a suo figlio; poi salutò la morte come una vecchia amica, e andò lieto con lei, congedandosi da questa vita da pari a pari.
"Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 1" è il penultimo capitolo della saga cinematografica tratta dai romanzi di J.K. Rowling. La trama è un viaggio oscuro e intenso, che abbandona la struttura scolastica dei precedenti capitoli per immergersi in un racconto di fuga, disperazione e resistenza contro Voldemort e i suoi seguaci. La storia si apre con un clima di oppressione: il Ministero della Magia e Hogwarts sono ormai sotto il controllo dei Mangiamorte. Harry, Ron e Hermione decidono di abbandonare la scuola e intraprendere una missione affidata loro da Silente: trovare e distruggere gli Horcrux, gli oggetti nei quali Voldemort ha nascosto frammenti della sua anima per garantirsi l’immortalità. Il film prende subito un ritmo serrato con l'operazione per portare Harry al sicuro: un gruppo di alleati utilizza la pozione Polisucco per trasformarsi in copie di Harry, ma l’operazione viene intercettata dai Mangiamorte, e si conclude tragicamente con la morte di Edvige e di Malocchio Moody. Questo primo sacrificio mette subito in chiaro il tono del film: il pericolo è reale e nessuno è al sicuro.
Il trio intraprende un viaggio per rintracciare e distruggere gli Horcrux. La collana di Serpeverde, uno di questi oggetti, viene recuperata durante un’irruzione al Ministero della Magia. Ma distruggerlo si rivela più complicato: l’oggetto infonde negatività e paranoia nei personaggi, alimentando tensioni che culminano in uno scontro acceso tra Harry e Ron. Questo conflitto porta Ron ad abbandonare temporaneamente il gruppo.
Parallelamente, emerge la leggenda dei Doni della Morte: tre potenti oggetti magici che renderebbero chi li possiede padrone della morte. Hermione scopre questa storia nel "Racconto dei Tre Fratelli", narrato attraverso un’evocativa sequenza animata. Voldemort è alla ricerca di uno di questi doni, la Bacchetta di Sambuco, la più potente bacchetta mai esistita. La missione del trio li porta attraverso luoghi desolati e pieni di insidie. L'assenza di una guida (Silente è morto) li costringe a prendere decisioni difficili e spesso dettate dalla paura. Nel momento più critico, Ron torna e salva Harry da un pericolo mortale, distruggendo l’Horcrux con la spada di Godric Grifondoro. Il film si chiude con un senso di incompiutezza e minaccia. Voldemort riesce a trovare la tomba di Silente e a impadronirsi della Bacchetta di Sambuco, mentre il trio si prepara alla fase finale della loro missione. È un finale volutamente sospeso, che prepara il terreno per lo scontro decisivo nel capitolo conclusivo.
Questo monologo di Hermione è uno dei momenti più evocativi dell’intera saga. Oltre a fungere da spiegazione della leggenda che dà il titolo al film, il monologo porta con sé temi e simbolismi fondamentali che si intrecciano con l’arco narrativo dei personaggi principali e con i messaggi centrali della storia. Hermione racconta questa storia durante una pausa nella loro missione, quando il trio si trova nella casa di Xenophilius Lovegood. La "Storia dei Tre Fratelli" è un racconto fiabesco, parte della raccolta di Le Fiabe di Beda il Bardo, un libro lasciato a Hermione da Silente. È il primo momento in cui viene introdotta la leggenda dei Doni della Morte: la Bacchetta di Sambuco, la Pietra della Resurrezione e il Mantello dell’Invisibilità. Sebbene sembri una semplice favola, essa racchiude elementi cruciali per la risoluzione della trama.
Il monologo è scritto come una favola classica, con un tono narrativo distaccato e ritmico. La costruzione dei tre fratelli che affrontano la Morte è simbolica e rispecchia una struttura narrativa universale, quella delle tre prove. Ogni fratello rappresenta un atteggiamento diverso nei confronti della mortalità: Il fratello maggiore simboleggia l’arroganza e il desiderio di potere, che portano inevitabilmente alla sua rovina. Il secondo fratello incarna la disperazione e l’attaccamento al passato, un tema che risuona nel lutto e nel rimpianto. Il terzo fratello rappresenta la saggezza e l’umiltà, scegliendo di vivere una vita piena e accettando la morte come parte naturale dell’esistenza.
La personificazione della Morte è centrale nella narrazione. Non è solo un’entità crudele, ma una figura astuta e manipolatrice, che concede i doni sapendo che essi porteranno alla rovina. Tuttavia, nel rapporto con il terzo fratello, la Morte assume un aspetto quasi benevolo, suggerendo che accettare la mortalità è l’unico modo per vivere una vita piena.
La Bacchetta di Sambuco: Simbolo di forza distruttiva e brama di potere.
La Pietra della Resurrezione: Un emblema di rimpianto, che evidenzia come vivere nel passato sia insostenibile.
Il Mantello dell’Invisibilità: L’unico dono veramente utile, rappresenta la saggezza e la capacità di sfuggire ai pericoli senza cercare di dominarli.
I tre oggetti, uniti, creano un’armonia tematica. Non è un caso che Harry, il vero eroe, possegga il mantello e alla fine rifiuti sia la bacchetta sia la pietra.
La "Storia dei Tre Fratelli" non è soltanto una leggenda nel mondo magico, ma un racconto che racchiude l’essenza stessa di Harry Potter: il potere può corrompere, il rimpianto può distruggere, e solo accettando la mortalità si può trovare una vera pace. Attraverso la voce di Hermione e una narrazione visivamente ipnotica, questo monologo lascia un’impronta profonda nello spettatore, trasformando una semplice fiaba in una chiave di lettura fondamentale per la saga.
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