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Questo monologo tratto dalla serie Netflix "Griselda" mette in luce un personaggio toccante: la madre di Rigo, un'immigrata cubana che condivide la sua dolorosa storia. Ambientata sullo sfondo dell'esodo cubano verso gli Stati Uniti, questa narrazione offre una finestra sulle speranze e disperazioni di coloro che hanno lasciato la loro patria in cerca di una vita migliore. La recitazione svolge un ruolo cruciale nel trasformare il monologo da semplice testo a un'esperienza emotiva avvolgente. La capacità dell'attrice di incarnare la profondità del dolore, della speranza e della resilienza del personaggio chiama lo spettatore a un viaggio emotivo delicato.
STAGIONE 1 EP 4
MINUTAGGIO: 18:02-20:00
RUOLO: Mamma di Rigo
ATTRICE: -
DOVE: Netflix
INGLESE
I came here from Cuba years ago. But my son was in prison for something he did very young. I waited and waited until Castro let him come. And now I’ll never see him again. Rigo said you’re a mother to three boys, but also to all who work for you. He said people call you the Godmother. So perhaps you know the answer. They cut off my boy’s head. Do you think he can still go to heaven? […] there’s no one we can trust here. The police, the people in charge, they’re no different than those in Cuba. So many of these boys came here, but have nothing. Nothing to do. Nothing to believe in. You gave him that. If Rigo’s brothers ever make it here, I hope they can work for you too. Thank you.
ITALIANO
Tanti anni fa sono venuta qui a Cuba. Mio figlio era in prigione per un reato commesso da ragazzino. Ho aspettato tanto, poi Castro gli ha permesso di venire. Ma ora non posso più vederlo. Rigo mi ha detto che ha tre figli, ma è una madre anche per chi lavora qui. So che la chiamano la Madrina. Magari ha la risposta alla mia domanda. A mio figlio hanno tagliato la testa. Crede che andrà comunque in paradiso? […] non ci possiamo fidare di nessuno qui. La polizia e chi governa non sono diversi da quelli di Cuba. Sono venuti tanti ragazzi, ma non hanno nulla. Nulla da fare. Nulla in cui credere. Lei gliel’ha dato. Se anche gli altri miei figli riusciranno a venire, spero che potranno lavorare per lei. Grazie.
Griselda Blanco, nota come la "Madrina della cocaina", è stata una delle figure più temute e potenti del narcotraffico colombiano tra gli anni '70 e '80. La sua storia è stata fonte di ispirazione per numerosi adattamenti cinematografici e televisivi, tra cui spicca la serie Netflix dedicata alla sua vita. Questa serie ci offre uno sguardo profondo non solo sulle dinamiche del narcotraffico, ma anche sulla complessità del personaggio di Griselda Blanco. La serie Netflix intreccia abilmente la narrazione della vita di Griselda, dalla sua ascesa nel mondo del narcotraffico alla sua caduta, mostrando non solo la crudezza del suo impero criminale ma anche i lati più intimi e personali del suo carattere. Attraverso questo viaggio narrativo, gli spettatori vengono condotti in un mondo dove il potere, la violenza e la vulnerabilità coesistono.
Il monologo affronta con intensità temi come la speranza e la disperazione legate all'esperienza dell'immigrazione, evidenziando inoltre un concetto di maternità che trascende i legami di sangue, rappresentato dalla figura della "Madrina" che accoglie sotto la sua ala protettrice coloro che sono privi di guida e sostegno. Il monologo è ricco di simbolismi, come il riferimento a "tagliare la testa" del figlio, un atto brutale e per certi versi una metafora della perdita di identità e radici. La "Madrina" emerge come simbolo di speranza e rinascita, una figura materna che offre orientamento e protezione. L'interpretazione dell'attrice che dà voce al monologo di "Griselda" è esemplare, con una gamma espressiva che cattura l'essenza del dolore, della forza e della speranza. Le sue scelte recitative creano un legame emotivo intenso con il pubblico, rendendo palpabili il dolore e la speranza. Il racconto personale di "Griselda" trova paralleli nelle vere storie di immigrazione, riflettendo le sfide, le speranze e le disperazioni di chi cerca una nuova vita lontano dalla propria terra natale.
Questo approfondimento sul monologo di "Griselda" rivela come la recitazione cinematografica possa essere un potente veicolo di espressione emotiva e di messaggi sociali, offrendo una profonda riflessione sulla condizione umana. Invitiamo i lettori a riflettere sulle tematiche trattate e a contribuire con le proprie opinioni e percezioni, continuando la conversazione sull'importanza del cinema nel rappresentare e influenzare la società.
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