Monologo - Gary Oldman in Mank

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~ LA REDAZIONE DI RC

INTRODUZIONE AL MONOLOGO

Nel film "Mank" di David Fincher, troviamo un affascinante monologo pronunciato da Herman J. Mankiewicz, il brillante ma tormentato sceneggiatore di "Quarto Potere". Questo monologo funge da cuore pulsante del film, ma svela anche la visione di Mankiewicz sulla società e la politica attraverso una proposta cinematografica audace: una rivisitazione moderna del "Don Chisciotte" di Cervantes.

IL DON CHISCIOTTE!

MINUTAGGIO: 1:51:48-1:57:20

RUOLO: Mank

ATTORE: Gary Oldman

DOVE: Netflix


INGLESE


I've got a great idea for a picture, Louis. A picture I just know you're gonna love. It's a modern day version of Quixote! Now I know none of you read, but you know what it's about. A deluded old nobleman, who tilts at windmills. So how might we update this story? How about we make our Quixote... a newspaperman? Who else could make a living tilting at windmills? But that's not enough... no, he wants more than readership. He wants more than adulation, he wants love. So, he runs for public office, and because he's notably rich, he wins... no, w-w-w-wait a minute. Notably rich and powerful, can't win over an audience unless notably rich and powerful sees the error of his ways in the final reel. Notably rich and powerful and making no goddamn excuses for it is only admirable in real life. Isn't that right, Louis? Herman Mankiewicz: So what do we do? Anybody? We give him ideals! Ideals that any dirt-poor, depression-weary audience can identify with. Our Quixote is against crooked trusts, he's for the eight-hour workday, fair income tax, better schools. Why, he's even for government ownership of railroads. And you know what we call those people? No, our Quixote, he's a two-fisted muckraker. In fact, someone predicts that he will one day win the presidency and bring about, get this... a socialist revolution! Is it? Tell him, Willie. Tell him. Upton Sinclair used exactly those words to describe a young William Randolph Hearst. How do you do? Our Quixote, he hungers, he thirsts, he lusts for the voters to love him, love him enough to make him president, but they won't. And they don't. How do you suppose that could happen? Could it be because, in their hearts, they know he values power over people? Disillusioned in Congress, he authors not one single piece of legislation in two terms. Can you believe that? That'll take some writing. Placed in nomination for president... it's too radical for the boys in the back, his bid goes nowhere! But we're doing something. We're building sympathy! Rejected, he flees to lotus land, where his faithful troll, Sancho, has prepared a mythical kingdom for… Wait a minute. I forgot the love interest! Her name: Dulcinea. Funny, adventurous, smarter than she acts. Ah, she's a... she's a showgirl! Beneath his social stratum, but that's okay because true love on the big screens, we all know is blind. And she... well, she loves him, too. So he takes her away to his m-mythical kingdom, can I get a bicarb? Now, along comes nemesis, that's Greek for any guy in a black hat, nemesis runs for governor, and he's a shoo-in to win. Why? Because he's EXACTLY what our Don used to be! An idealist, ya get it? And not only that, nemesis is the same guy who once predicted that our Quixote would one day preside over a socialist revolution. Our Quixote looks into the mirror of his youth and decides to break this glass, a maddening reminder of who he once was. Assisted by his faithful Sancho and armed w-with all the black magic at his command, he does just this. Destroying, in the process, not one man... but two. Well, what do ya think, Louis? Hm? Do ya think it'll play?



ITALIANO


Ho un’idea grandiosa per un nuovo film, un film che già so che a voi piacerà. E’ la versione moderna, riveduta e corretta del Don Chisciotte. So che nessuno di voi l’avrà letto, ma sapete di cosa parla. Di un vecchio nobile illuso che combatte contro i mulini a vento; perciò come potremmo aggiornare questa storia? Che ne dite di eleggere a nostro Don Chisciotte un giornalista? Chi altri potrebbe guadagnarsi da vivere combattendo e non è abbastanza? No, lui vuole più che dei lettori; lui vuole più che dell’adulazione; lui vuole amore. Concorre quindi per una carica pubblica. Siccome è particolarmente ricco, vince. No, aspettate un momento. Uno particolarmente ricco e potente non conquisterà mai il pubblico, a meno che il nostro ricco e potente non si ravveda nell’ultimo rullo. Uno particolarmente ricco e potente che non cerca di giustificarsi per questo è solo da ammirare nella vita reale. Non ho ragione, Luis? Allora, che facciamo? Suggerimenti? Gli possiamo dare degli ideali… Ideale dei quali qualsiasi platea squattrinata e logorata dalla depressione possa identificarsi. Il nostro Don Chisciotte è contro i monopoli corrotti, per la giornata lavorativa di otto ore, tasse eque, scuole migliori, e perfino a favore della proprietà governativa delle ferrovie. E come chiamiamo questa gente? No, il nostro Don Chisciotte è un bellicoso, energico spalaletame. Del resto qualcuno ha predetto che sicuramente un giorno lui diventerà presidente. Darà il via, sentite questa, a una rivoluzione sociale. Il nostro Don Chisciotte ha fame, ha sete, giunge a bramare l’amore dei suoi elettori. Vuole che lo amino tanto da eleggere presidente. Ma loro non vogliono, e non lo faranno. Come è potuto accadere secondo voi? Può essere che in fondo al cuore essi sanno che egli apprezza il potere più delle persone? Totalmente disilluso dal congresso non ha presentato nessuna proposta di legge nell’arco di due mandati. Riuscite a crederci? Di questo bisognerà ben scrivere. Viene indicato come candidato alla presidenza. Ma è troppo radicale per i colleghi di partito, il tentativo non porta da nessuna parte. Ma stiamo facendo qualcosa, stiamo suscitando simpatia. Rifiutato, egli fugge verso la terra del Loto, dopo il suo fedele sgobbone Sancho gli ha approntato un mitico regno… Ma… Aspettate un momento… ho dimenticato l’aspetto amoroso. Il suo nome è Dulcinea: divertente, avventurosa, più intelligente di quanto non appaia. Lei è un’attrice di varietà, sinceramente di rango inferiore, ma va bene così. Perché il vero amore, sul grande schermo, lo sappiamo tutti, è cieco. Lei… è si, anche lei lo ama. E così egli se la porta via. La porta nel suo mitico regno… posso avere un pò di bicarbonato. A questo punto arriva la nemesi, il castigo. In greco l’antagonista col cappello nero. Nemesi si candida come governatore, a un passo dalla vittoria. Perché? Perché questo signore è esattamente quello che il nostro Don Era prima. Un Idealista, capite adesso? E non solo questo. Nemesi è la stessa persona che un tempo aveva predetto che il nostro Don Chisciotte un giorno avrebbe dato il via a una rivoluzione socialista. Il nostro Don Chisciotte guarda allora nello specchio della sua giovinezza. E decide all’istante di spaccare quello specchio, esasperante promemoria di quello che egli era una volta. Assistito come sempre dal suo fedele Sancho, e armato di tutta, tutta la magia nera che è al suo comando. Egli fa solamente una cosa: distruggere. In tale processo, non un uomo solo, ma due. Cosa gliene pare Louis? Secondo lei può andare?

MANK

"Mank" è un film del 2020 diretto da David Fincher, incentrato sulla figura di Herman J. Mankiewicz mentre scrive la sceneggiatura di "Quarto Potere" (Citizen Kane), considerato uno dei migliori film della storia del cinema. Il film esplora le complesse dinamiche e i conflitti di Mankiewicz con il regista Orson Welles e il magnate dell'editoria William Randolph Hearst, chiaramente ispirazione per il personaggio di Charles Foster Kane.


"Mank" è notevole per il suo stile visivo che emula i film degli anni '30 e '40, inclusa l'uso del bianco e nero e tecniche di ripresa dell'epoca. Fincher, noto per il suo perfezionismo, ha utilizzato tecniche digitali per ricreare l'aspetto e la sensazione dei film classici, pur mantenendo una sensibilità moderna nella narrazione e nella tecnica cinematografica.


Il film si basa su uno script scritto dal padre di David Fincher, Jack Fincher, che era profondamente interessato alla storia di Hollywood. "Mank" non è solo un omaggio alla figura di Mankiewicz e alla sua genialità nello scrivere, ma anche una critica al sistema di potere di Hollywood e al suo impatto sulla creatività individuale.


Gary Oldman interpreta Herman Mankiewicz, offrendo una performance che cattura sia il suo spirito brillante sia le sue lotte personali. Il cast è completato da figure come Charles Dance, che interpreta Hearst, e Amanda Seyfried nei panni di Marion Davies, attrice e amante di Hearst.


Il film ha ricevuto diverse nomination agli Oscar, tra cui miglior film e miglior regista, vincendo per la migliore fotografia e la migliore scenografia, riconoscimenti che evidenziano la sua eccellenza visiva e la ricostruzione dell'epoca.

ANALISI MONOLOGO

Il monologo di Mank è una riflessione affascinante e complessa sul potere, l'ideale, e la corruzione personale, intrisa di riferimenti letterari e politici.


Mankiewicz inizia con un'idea per un film che modernizza la figura di Don Chisciotte, il nobile illuso di Cervantes che combatte contro i mulini a vento. È una metafora del suo protagonista, un giornalista che aspira a cambiare il mondo non solo attraverso la penna ma attraverso l'azione politica diretta. L'uso di Don Chisciotte enfatizza il tema della nobiltà delle intenzioni contrastata dall'illusione e dalla disillusione. Il personaggio di Mankiewicz si lancia in politica, vincendo per via della sua ricchezza—un chiaro parallelo con figure storiche reali che hanno utilizzato le loro risorse per ottenere potere. Tuttavia, il monologo sottolinea che essere ricco e potente non è sufficiente per guadagnarsi l'amore del pubblico, a meno che non vi sia una redenzione, un cambiamento di cuore.


Il personaggio proposto rappresenta ideali progressisti che risuonano con il pubblico squattrinato e logorato dalla depressione. Questo dettaglio rafforza il contesto storico della Grande Depressione e la lotta per i diritti dei lavoratori, il miglioramento delle scuole, e un'economia più equa. Il desiderio del personaggio di essere amato dai suoi elettori e di ottenere un mandato presidenziale sottolinea la sua vulnerabilità umana e il desiderio di approvazione, che è in contrasto con il suo potere e la sua ricchezza.


Il fallimento nel Congresso e il rifiuto del suo partito riflettono la realtà politica di molte figure carismatiche che si scontrano con il sistema stabilito. Il ritorno alla "terra del Loto" simboleggia un ritiro dalla realtà, un fuggire dalle responsabilità e dalle sfide. L'introduzione di Dulcinea del Toboso, la figura di amore puro e di ispirazione nel romanzo originale di Cervantes, serve a umanizzare ulteriormente il protagonista, rendendo le sue lotte e i suoi fallimenti più palpabili e relatabili. La comparsa della nemesi, un idealista che ricorda al protagonista ciò che era una volta, serve come un catalizzatore per la riflessione personale e il cambiamento.

Conclusioni

Il monologo di Mankiewicz serve come una potente riflessione sulle contraddizioni della condizione umana e la perenne lotta tra ideali e realtà. Attraverso la figura di un moderno Don Chisciotte, il monologo non solo critica la corruzione e l'opportunismo nel contesto politico e sociale dell'epoca, ma anche esplora i temi universali dell'ambizione, della redenzione e del bisogno di amore e riconoscimento.

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