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~ LA REDAZIONE DI RC
Nel film "È stata la mano di Dio" di Paolo Sorrentino, ogni dialogo e monologo si tessono nella trama come fili cruciali che arricchiscono la narrazione e approfondiscono la comprensione dei personaggi. Uno dei monologhi più impattanti e rivelatori è quello di Patrizia, un personaggio che, con le sue parole, dipinge un quadro vivido del suo vissuto tormentato.
MINUTAGGIO: 1:20:24-1:21:22
RUOLO: Patrizia
ATTRICE: Luisa Ranieri
DOVE: Netflix
ITALIANO
Ti ricordi quella volta che venisti a casa mia, tu, tuo padre e tua madre? Quella volta che zio Franco mi aveva picchiato. Quella notte, io e zio Franco abbiamo fatto la pace. Abbiamo fatto l’amore. La vuoi sapere una cosa, Fabie’? Sono rimasta incinta. Una settimana dopo, io e zio Franco ci siamo picchiati di nuovo. E ho avuto un aborto spontaneo. Ho tirato avanti a pasticche. Ma poi non ce l’ho fatta più. Ho detto: "portatemi qui... sennò io mi ammazzo".
"E' stata la mano di Dio" è un film diretto da Paolo Sorrentino, rilasciato nel 2021. La trama si svolge nella Napoli degli anni '80 e racconta la storia di formazione di Fabietto Schisa, un giovane adolescente. Il film è profondamente autobiografico e riflette esperienze personali di Sorrentino stesso.
La famiglia di Fabietto è vivace e piena di personaggi colorati, che vivono con passione le loro giornate. Il titolo del film è un riferimento al famoso gol di Maradona durante i Mondiali di calcio del 1986, evento che ha un significato simbolico all'interno della storia. Maradona è visto come una figura quasi mistica, il cui arrivo a Napoli incarna un momento di speranza e di cambiamento.
La trama si dipana tra momenti di gioia familiare e tragedie personali. La svolta del film avviene con una tragedia improvvisa che colpisce la famiglia di Fabietto, spingendolo a riflettere sul suo futuro e sui suoi desideri più profondi. Questo evento tragico diventa il catalizzatore per la sua maturazione personale e la scoperta della sua passione per il cinema, che lo porterà a intraprendere il cammino per diventare regista.
Attraverso il racconto di questi eventi personali e dolorosi, Sorrentino esplora temi come il destino, la perdita, e la ricerca del proprio percorso nella vita, il tutto ambientato contro lo sfondo vivido e contrastante di Napoli. Il film è un'ode alla città, alla vita e al dolore che spesso accompagna la crescita personale.
Il monologo di Patrizia è un momento intenso, che apre una finestra sulla complessità emotiva e psicologica del personaggio. Questo discorso aggiunge profondità al personaggio di Patrizia, e riflette anche temi più ampi di dolore, perdita e resilienza, che sono centrali nel film. Patrizia racconta un ciclo di violenza fisica e emotiva. Il suo racconto inizia con un episodio di violenza seguito da una riconciliazione che conduce all'amore e alla creazione di una vita.Ma il ciclo si ripete con un'altra lite e una perdita devastante, l'aborto spontaneo. Nel monologo, Patrizia esprime una vulnerabilità estrema, rivelando esperienze personali molto intime e dolorose a Fabietto. C'è una forza nella sua vulnerabilità; decide di condividere queste esperienze come un modo per affrontare il suo dolore e forse trovare una sorta di catarsi o comprensione da parte di Fabietto.
Patrizia menziona di aver ricorso a pasticche per gestire il suo dolore, indicando un senso di isolamento e l'assenza di supporti adeguati. La sua affermazione finale sul sentirsi così disperata da considerare il suicidio, a meno che non fosse stata portata via, sottolinea la gravità del suo stato mentale e la necessità di un intervento di supporto. Il monologo di Patrizia fornisce uno sguardo nel suo mondo interiore, e agisce anche come un catalizzatore per la comprensione di Fabietto.
Il monologo di Patrizia rappresenta un momento cruciale che esemplifica la maestria narrativa di Paolo Sorrentino. Attraverso la voce di Patrizia, il regista arricchisce la profondità del personaggio, e espone anche il pubblico a una riflessione dolorosa su temi universali quali il trauma, l'isolamento e la resilienza.
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