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~ LA REDAZIONE DI RC
Il monologo di Jim Hudson in "Scappa - Get Out" rappresenta un momento cruciale nel film, in cui il pubblico comprende appieno la natura del piano ordito dalla famiglia Armitage. Attraverso un tono calmo e quasi distaccato, Hudson espone i dettagli della procedura che porterà al trasferimento della sua mente nel corpo di Chris, simbolizzando un atto di appropriazione non solo fisica, ma anche culturale e identitaria.
MINUTAGGIO: 1:11:00-1:15:22
RUOLO: Jim Hudson
ATTORE: Stephen Root
DOVE: Amazon Prime Video
INGLESE
Hey, Chris. Howʼs it going, buddy?you can answer. Thereʼs an intercom in the room. Youʼre one of the lucky ones, trust me. Jeremyʼs wrangling method sounds way less pleasant. Iʼm supposed to answer any outstanding questions, concerns you may have so far. Apparently, our common understanding of the process has a positive impact on the success rate of the procedure. You could give a shit, right? Okay. Let me just tell you what it is. Phase one was the hypnotism. Thatʼs how they sedate you. Phase two is this. Mental preparation. Itʼs basically psychological pre-op. For phase three. The transplantation. Well, partial, actually. The piece of your brain connected to your nervous system needs to stay put, keeping those intricate connections intact. So you wonʼt be gone, not completely. A sliver of you will still be in there, somewhere, limited consciousness. Youʼll be able to see and hear what your body is doing, but your existence will be as a passenger. An audience. Youʼll live in… The Sunken Place. Now youʼre in the Sunken Place. Thatʼs what she calls it. Now, Iʼll control the motor functions, so Iʼll be... Good, good. You got it quick. Good on you. Who knows? People want a change. Some people wanna be stronger, faster, cooler. Black is in fashion. But please donʼt lump me in with that. I could give a shit what color you are. No. What I want is deeper. I want your eye, man. I want those things you see through. This is crazy. Okay, Iʼm done.
ITALIANO
Ciao, Chris, come va amico? C’è un interfono nella stanza, puoi rispondere.Sei… sei stato fortunato, credimi. I metodi di Geremy di solito sono molto meno piacevoli. Sono qui per rispondere a qualunque domanda tu abbia in sospeso, arrivati a questo punto. A quante pare la… reciproca comprensione del… processo impatta positivamente sul successo della procedura. Non te ne frega un cazzo è? Lascia che ti spieghi come funziona. La fase uno è lo stato l’ipnosi, che ti ha sedato. La fase due è questa preparazione mentale. Una procedura psicologica pre-operatoria. Per la fase tre; il trapianto. Beh, parziale in effetti. Il pezzo del tuo cervello che è connesso al sistema nervoso deve restare dov’è, per mantenere intatte quelle intricate connessioni. In questo modo non te ne andrai, non completamente. Resterà un frammento di te da qualche parte, una coscienza limitata. Potrai ancora vedere e sentire ciò che il tuo corpo sta facendo, ma la tua esistenza sarà quella di un passeggero. Uno spettatore. Vivrai nel mondo sommerso. Già, è così… è così che lo chiamano. Ora, io controllerò le funzioni motorie perché sarò… bene, bene, ci sei arrivato, bravo. Perché proprio i neri? E chi lo sa… le persone vogliono cambiare, oppure vogliono essere più forti, più veloci. Alla moda… Però no, per favore, non mi mettere in quella categoria. Sai, non me ne frega un cazzo del tuo colore, no… quello che voglio è più profondo. Voglio i tuoi occhi, amico. Voglio vedere quello che vedi tu. E’ terminata.
"Scappa - Get Out", diretto da Jordan Peele e uscito nel 2017, è un film che mescola thriller psicologico e horror con una forte componente di critica sociale, soprattutto riguardo al razzismo negli Stati Uniti.
Il film segue Chris Washington, un giovane afroamericano che si reca nel weekend nella tenuta di campagna dei genitori della sua fidanzata bianca, Rose Armitage, per conoscerli. Chris è inizialmente preoccupato che i genitori di Rose non sappiano che lui è nero, ma Rose lo rassicura che non ci sarà nessun problema. Tuttavia, una volta arrivati, la situazione inizia a prendere una piega inquietante.
I genitori di Rose, Dean e Missy Armitage, si mostrano inizialmente molto amichevoli, anche se un po' invadenti. Dean, un neurochirurgo, e Missy, una psicoterapeuta specializzata in ipnosi, sembrano moderni e progressisti, ma il comportamento del personale domestico — un giardiniere e una governante afroamericani — appare stranamente servile e inquietante.
Chris comincia a notare diversi dettagli strani e preoccupanti, inclusi incontri sconcertanti con altri afroamericani presenti alla villa, che sembrano agire in modo innaturale e sottomesso. La tensione cresce quando Missy, con la scusa di aiutare Chris a smettere di fumare, lo ipnotizza senza il suo consenso, facendolo cadere in una sorta di trance, introducendolo in uno spazio mentale chiamato "il Vuoto".
Col progredire della trama, Chris scopre che la famiglia Armitage ha un piano terribile: catturano afroamericani per trasferire le menti dei loro amici bianchi più anziani nei corpi dei giovani neri. Questo processo, noto come "la Coagula", permette ai bianchi di vivere in corpi nuovi e sani, mantenendo però le caratteristiche fisiche e mentali di un corpo nero.
Chris scopre di essere il prossimo candidato per il trapianto di mente e deve lottare per fuggire dalla tenuta prima che la procedura venga completata. Il film culmina in un confronto violento in cui Chris riesce a sfuggire alle grinfie della famiglia Armitage.
Oltre all’elemento horror, Get Out esplora il razzismo moderno, quello che si nasconde dietro un’apparente accettazione e tolleranza. La famiglia Armitage rappresenta il tipo di liberali che, pur non dichiarandosi razzisti, trattano le persone nere come oggetti di fascino o di superiorità culturale e fisica, come un "trofeo" da possedere. Il film è una critica acuta al cosiddetto "razzismo progressista" che, dietro le parole e gli atteggiamenti apparentemente inclusivi, continua a disumanizzare le persone di colore.
Il monologo di Jim Hudson in "Scappa - Get Out" rappresenta uno dei momenti più inquietanti e rivelatori del film, svelando anche la filosofia distorta che guida questi atti mostruosi. Hudson, interpretato da Stephen Root, è un collezionista d'arte cieco che desidera impadronirsi del corpo di Chris per poter vedere attraverso i suoi occhi, simboleggiando una forma di appropriazione violenta e metaforica della cultura e dell'identità nera.
Jim si rivolge a Chris in modo quasi casuale e amichevole, come se stesse spiegando una semplice procedura medica piuttosto che un atto terrificante e disumanizzante. Questo contrasto tra il contenuto della conversazione e il tono pacato rende il monologo ancora più disturbante. Hudson è privo di empatia e si comporta come se stesse facendo a Chris un favore, rivelando la sua completa indifferenza verso la sofferenza del protagonista. Jim descrive le fasi dell’operazione, partendo dall'ipnosi, che ha già ridotto Chris a una condizione di vulnerabilità estrema, per poi arrivare al "trapianto", dove la mente di Hudson prenderà il controllo del corpo di Chris, lasciando una piccola parte di coscienza del protagonista confinata al ruolo di spettatore passivo. Questo passaggio rappresenta una sorta di invasione fisica e mentale, con Chris ridotto a un semplice contenitore, impotente e intrappolato in una prigione psichica.
Il "mondo sommerso" è lo spazio mentale in cui la coscienza di Chris sarà relegata. Questo concetto funge da metafora potente per il razzismo sistemico e l'alienazione culturale. La società bianca dominante, rappresentata dagli Armitage, "seppellisce" la coscienza delle persone nere, permettendo loro di essere presenti fisicamente ma svuotati della loro volontà e identità. Questo è un parallelo simbolico all'oppressione storica e all'appropriazione culturale che molte comunità afroamericane hanno subito.
Hudson dichiara apertamente che non gli interessa il colore della pelle di Chris: "Non me ne frega un cazzo del tuo colore". Al contrario, la sua ossessione è puramente estetica e artistica, volendo "i suoi occhi" per vedere il mondo con la stessa sensibilità visiva di Chris. Questo desiderio di "rubare lo sguardo" sottolinea un altro tema chiave del film: l'appropriazione culturale. Le persone come Hudson non vogliono necessariamente vivere come gli afroamericani, ma vogliono sfruttarne i talenti, la cultura e la creatività a proprio vantaggio. È una forma di colonizzazione mentale e fisica. Quando Hudson dice: "Perché proprio i neri? E chi lo sa... le persone vogliono cambiare, oppure vogliono essere più forti, più veloci. Alla moda...", fa riferimento a un’ossessione sociale per il corpo nero, spesso visto come esotico, potente e desiderabile per le sue qualità fisiche e stereotipate. Anche se Hudson dichiara di non essere interessato a queste caratteristiche, il fatto che altri vogliano appropriarsi di tali qualità sottolinea una forma di oggettivazione e sfruttamento del corpo nero da parte della cultura dominante.
Forse la parte più tragica e agghiacciante del monologo è l'idea che Chris, pur perdendo il controllo del suo corpo, resterà consapevole e intrappolato nel "mondo sommerso". Questa condizione di impotenza completa riflette le dinamiche del potere razziale e del controllo. Hudson non vuole solo il corpo di Chris, ma lo costringe a vivere come spettatore passivo della propria esistenza, un’analogia per il modo in cui le persone nere possono sentirsi nel contesto di una società che li sfrutta e li controlla.
Il monologo di Jim Hudson incarna una critica più ampia al modo in cui la società bianca storicamente si è appropriata della cultura, dei corpi e dei talenti delle persone nere. Con Hudson, Peele mostra come il razzismo sia anche anche una forma di dominio culturale e psicologico, in cui l’individuo viene ridotto a un "passeggero" nella propria vita.
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