Monologo - Il tracciato di Le Mans

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~ LA REDAZIONE DI RC

INTRODUZIONE AL MONOLOGO

Nel film "Le Mans '66", diretto da James Mangold, uno dei momenti più intensi e significativi è rappresentato dal monologo di Carroll Shelby. Questo discorso funge da finestra emotiva e psicologica che offre allo spettatore un assaggio crudo e reale delle sfide implacabili di Le Mans. Il monologo spiega le difficoltà tecniche e fisiche della gara,e l'enorme peso psicologico che grava sui piloti.

NON E' NEANCHE UN VERO TRACCIATO

MINUTAGGIO: 37:10-38:35

RUOLO: Carroll

ATTORE: Matt Damon

DOVE: Netflix


INGLESE


Look, it's not even a track, Lee. Le Mans is eight and a half miles of country road. It's narrow, ungraded, it's rough.There's no camber on the turns, no rails. You gotta do that for 24 hours. Twenty-four hours, Lee. That means night. Half that race is in the dark. You can't see shit. Cars coming up on you out of nowhere. Drivers stumbling around the track, pouring blood. Maybe one of 'em is your friend. Maybe… Maybe he's on fire. You're exhausted, you're hungry... can't remember your name, what country you're in. And all of a sudden, you realize you're doing 198 on a straight. And if anything goes wrong... you blow a gasket, a five-cent washer... that's it, whole thing's over. Ferrari wins again. Just like he won last year and the year before that. And the year before that. It's challenging.



ITALIANO


Non è nemmeno un vero tracciato, Lee. Le Mans è una strada di campagna di 14 kilometri, è stretta, il fondo è irregolare, difficilissima. le curve ti portano fuori. non ci sono barriere. E devi farle per 24 ore. 24 ore, Lee. Cioè, anche di notte. Metà di quella gara guidi al buio, non vedi un cazzo. Le macchine spuntano fuori dal nulla; i piloti vanno avanti alla cieca; pozze di sangue. Magari è quello di un tuo amico, magari… magari ha preso fuoco. Sei a pezzi… Sei affamato… Non ti ricordi il tuo nome, o in che paese sei… E improvvisamente ti rendi conto che stai andando a 320 all’ora. E se qualcosa va storto… salta una guarnizione, una rondella da 5 cent, è finita. Non c’è niente da fare. Ferrari vince di nuovo. Come ha vinto l’anno precedente, e quello prima ancora, e quello prima ancora. Si. E’ impegnativo.

LE MANS '66

"Le Mans '66", noto anche con il titolo originale "Ford v Ferrari", è un film del 2019 diretto da James Mangold. Il film racconta una storia vera, piena di azione e di sfide tecniche, incentrata sulla rivalità tra Ford e Ferrari nelle competizioni automobilistiche degli anni '60.


La trama si concentra sul progetto ambizioso dell'azienda automobilistica americana Ford, guidata dal visionario Carroll Shelby, interpretato da Matt Damon, e dal suo pilota britannico Ken Miles, interpretato da Christian Bale. L'obiettivo di Shelby e Miles è quello di costruire da zero una macchina completamente nuova capace di battere la Ferrari alla 24 Ore di Le Mans del 1966, una delle gare più prestigiose e difficili del mondo.


Il film segue il duo mentre affrontano sfide ingegneristiche, conflitti interni alla Ford e vari ostacoli personali. Ken Miles è presentato come un pilota eccezionalmente talentuoso ma spesso sottovalutato, noto per il suo carattere testardo e la sua dedizione assoluta al mondo delle corse. Carroll Shelby, dall'altra parte, è un ex pilota costretto a ritirarsi a causa di problemi di salute che ora mette tutta la sua passione e conoscenza nel design e nella supervisione della costruzione dell'auto.


La loro collaborazione porta alla creazione della Ford GT40, un'auto da corsa rivoluzionaria. Nonostante gli attriti con i dirigenti Ford, che spesso mettono in dubbio le scelte e le capacità di Miles, Shelby riesce a mantenere Miles come pilota principale per la gara di Le Mans.


Il culmine del film si verifica durante la gara di Le Mans, dove Miles sfoggia una performance quasi perfetta, dominando la corsa e dimostrando le incredibili capacità della Ford GT40. A causa di una decisione aziendale che cerca di creare un pareggio tra tre auto Ford, Miles viene privato della vittoria che tecnicamente si sarebbe meritato.

ANALISI MONOLOGO

Il monologo di Carroll Shelby sottolinea la gravità e l'intensità della corsa 24 Ore di Le Mans, nonché la sua pericolosità e imprevedibilità. Shelby inizia descrivendo il circuito di Le Mans non come un tradizionale tracciato, ma come una "strada di campagna" lunga, stretta, e tecnicamente difficile. L'uso delle parole "stretta", "fondo irregolare", e "curve che ti portano fuori" serve a trasmettere la pericolosità del percorso, che non è appianato o prevedibile come un circuito di gara standard. Il riferimento alla guida notturna e alla visibilità ridotta ("guidi al buio, non vedi un cazzo") enfatizza ulteriormente i pericoli. La menzione delle "pozze di sangue" e della possibilità che "magari è quello di un tuo amico, magari… magari ha preso fuoco" porta un tono quasi macabro e sicuramente emotivo al monologo, sottolineando il costo umano che può accompagnare la gara.


Shelby descrive l'effetto disorientante della gara sui piloti, indicando come la stanchezza e la tensione possano far perdere loro la consapevolezza di sé ("Non ti ricordi il tuo nome, o in che paese sei"). Questo sottolinea l'intensità psicologica della sfida oltre a quella fisica. L'affermazione finale sulla velocità ("ti rendi conto che stai andando a 320 all’ora") e la possibilità di fallimento catastrofico a causa di un piccolo errore tecnico ("salta una guarnizione, una rondella da 5 cent, è finita") rafforzano il tema del rischio estremo e della precisione richiesta.

Conclusioni

Il monologo di Carroll è un'affermazione potente sul cuore e l'anima del motorsport. Questo passaggio del film eleva anche la storia di una competizione tecnica a una di resilienza umana, spirito di squadra e pura passione. È un esempio eloquente di come il cinema possa trasformare una storia sportiva in un'epopea umana.

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