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~ LA REDAZIONE DI RC
Il monologo di Míriel, reggente di Númenor, è una dichiarazione che riflette il suo ruolo di guida in un momento di grande crisi. Dopo aver subito perdite personali e collettive nella Terra di Mezzo, compresa la cecità, Míriel si rivolge al suo popolo con parole che incarnano la sua forza, empatia e senso di responsabilità.
STAGIONE 2 EP 3
MINUTAGGIO:
RUOLO: Miriel
ATTRICE: Cynthia Addai-Robinson
DOVE: Amazon Prime Video
INGLESE
Coming soon :)
ITALIANO
L'afflizione di Numenor è sacra per me. La vostra pena, una preghiera all'interno di queste mura. Avverto il vostro cordoglio, e la vostra rabbia. E la condivido. Abbiamo insanguinato, siamo stati insanguinati, ma sappiatelo: noi troveremo la nostra rotta. Dovesse esserci un altro tra di noi che si sente spronato a parlare... prima, chiedete a voi stessi questo: per chi gridate adesso? Per coloro che abbiamo già seppellito, per il vostro reame, o per voi stessi?
Dopo la rivelazione della vera identità di Halbrand come il malvagio Sauron, la seconda stagione si concentra sulle sue manovre per sfruttare gli Anelli del Potere forgiati da Celebrimbor. Vedremo come Sauron, il maestro della manipolazione, metterà in atto il suo piano per consolidare il suo potere e dominare il mondo, cominciando con la sua crescente influenza su Mordor e il legame che mantiene con Adar e gli orchi/uruk che sono stati alla base della formazione di questo regno oscuro.
Sauron (Halbrand): Ora che sappiamo chi è veramente, Sauron sarà il fulcro della stagione, con il suo passato che verrà esplorato maggiormente, rivelando dettagli sui suoi obiettivi e sulle sue motivazioni. Il suo rapporto con Adar, che sembra nutrire un odio particolare per lui, e con le creature che popolano Mordor (gli orchi, gli uruk), sarà centrale.
Galadriel: Il suo percorso eroico e personale sarà ulteriormente sviluppato. Avendo scoperto l'identità di Sauron, Galadriel dovrà trovare un modo per fermarlo, ma dovrà anche affrontare i conflitti interni tra gli elfi, cercando di mettere d'accordo l'amico Elrond e il Re degli Elfi, Gil-Galad. Il suo ruolo nella lotta contro l'oscurità diventerà sempre più cruciale.
Arondir: La storia dell'elfo guerriero Arondir continuerà a esplorare il suo rapporto con gli umani, in particolare con il giovane Theo e il suo villaggio. Questa linea narrativa si concentrerà probabilmente sulle tensioni tra le diverse razze e sulle difficoltà nel formare alleanze durature, mentre l'oscurità cresce.
Nori e lo Straniero: I Pelopiedi continueranno la loro avventura, in particolare con Nori e il misterioso Straniero, la cui identità non è ancora stata chiarita. La loro storia porterà probabilmente a scoprire di più su chi sia davvero questo enigmatico personaggio e su quale ruolo avrà nel destino della Terra di Mezzo.
La scena si colloca in un contesto drammatico: Míriel ha appena subito gravi perdite sia personali che collettive, compresa la sua vista, durante la lotta contro gli orchi nella Terra di Mezzo. Il suo discorso riflette il peso di queste esperienze, ma al tempo stesso esprime leadership, autorità e una profonda riflessione sulla natura della sofferenza e del dovere. "L'afflizione di Númenor è sacra per me." In questo primo verso, Míriel esprime la sua connessione profonda e personale con la sofferenza del suo regno. Definire "sacra" l'afflizione di Númenor suggerisce che è un dolore elevato, che richiede rispetto e riflessione. La sofferenza del popolo diventa quasi un atto religioso, un sacrificio che ella stessa onora e porta con sé. C’è un riferimento implicito al suo ruolo come guida morale del popolo, investita della responsabilità di affrontare il dolore con dignità e forza.
"La vostra pena, una preghiera all'interno di queste mura." Qui, Míriel sottolinea il legame tra il dolore e la preghiera, trasformando la sofferenza collettiva in qualcosa di quasi spirituale. Le "mura" possono essere viste come quelle del palazzo o del tempio, ma simbolicamente rappresentano anche il regno stesso, un luogo sacro dove le emozioni del popolo, il loro cordoglio, assumono un valore rituale. Questo verso riflette un forte senso di comunità e di sacralità nel dolore condiviso. "Avverto il vostro cordoglio, e la vostra rabbia. E la condivido." Con queste parole, Míriel cerca di avvicinarsi al suo popolo, dimostrando empatia e comprensione. La scelta di includere sia il "cordoglio" che la "rabbia" riflette la complessità delle emozioni che seguono una tragedia: tristezza e dolore, ma anche frustrazione e desiderio di giustizia o vendetta.
"Abbiamo insanguinato, siamo stati insanguinati, ma sappiatelo: noi troveremo la nostra rotta." Qui c’è un riconoscimento del ciclo della violenza e della sofferenza: Númenor ha versato sangue, ma ha anche subito perdite. Questo riconoscimento bilancia l'idea che la guerra non porta gloria, ma solo reciproca distruzione. Nonostante queste cicatrici, Míriel offre una promessa di speranza e di direzione futura: "noi troveremo la nostra rotta". Il suo discorso si trasforma in una dichiarazione di resistenza e resilienza, invitando il popolo a non cedere alla disperazione.
"Dovesse esserci un altro tra di noi che si sente spronato a parlare..."
In questo passaggio, Míriel prevede la possibilità che qualcuno nel suo seguito possa voler intervenire, forse per sfidare le sue parole o proporre alternative. "...prima, chirdete a voi stessi questo: per chi gridate adesso? Per coloro che abbiamo già seppellito, per il vostro reame, o per voi stessi?"
La regina sfida chiunque a riflettere profondamente sulla motivazione dietro la propria rabbia o dolore. È un momento di introspezione forzata: Míriel esorta il popolo a chiedersi se il loro grido di rabbia è veramente per gli altri – i morti, il regno di Númenor – o per se stessi. Questo suggerisce una critica velata all'egoismo, un invito a superare il proprio interesse personale e a considerare il bene più grande. Implica anche un messaggio sulla natura del sacrificio e della responsabilità: bisogna agire non solo per motivi personali, ma per qualcosa di più grande e collettivo.
Il monologo di Míriel è profondamente carico di responsabilità morale, religiosa e politica. Come reggente e ora regina, il suo ruolo è di affrontare le crisi con una visione chiara. Il suo discorso è un appello alla riflessione e alla coesione del popolo in un momento di dolore e smarrimento. Allo stesso tempo, emerge la sua forza interiore: nonostante la perdita della vista e la sofferenza personale, non si arrende alla disperazione, ma cerca di trasmettere speranza e risolutezza.
Il discorso di Míriel dimostra la complessità del suo ruolo come leader: empatica e consapevole del dolore del popolo, ma anche ferma nel ricordare a tutti che le loro azioni devono essere motivate dal bene comune, non dall'interesse personale. La sua resilienza, nonostante le sofferenze vissute, diventa un esempio per il suo popolo, invitandoli a guardare oltre il loro cordoglio e la loro rabbia per trovare una "rotta" verso un futuro che non è ancora perduto.
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