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~ LA REDAZIONE DI RC
Il monologo di Filumena Marturano in "Matrimonio all'italiana" è un punto culminante che svela le profondità del personaggio e i temi centrali del film. Attraverso queste parole Vittorio De Sica e Sophia Loren, nei rispettivi ruoli di regista e attrice protagonista, ci offrono uno sguardo indimenticabile sulla lotta di una donna per l'identità e il riconoscimento in una società patriarcale.
MINUTAGGIO: 1:12:49-1:16:02
RUOLO: Filumena Marturano
ATTRICE: Sophia Loren
DOVE: Amazon Prime Video
ITALIANO
Sì sono io, sono proprio io Michè. Quella pazza che viene sempre al distributore per vedere cosa fai tra una scusa e l'altra. E pure tu mi conosci, vero Ricca? Sono quella che per comprare un paio di guanti ti fa buttare giù tutto in negozio. Tu invece non mi avevi visto, ve? Eppure quante volte ho mangiato insieme a te… alla tua trattoria, vicino all'ospedale. Tu al tavolino accanto alla vetrata, io a quello di fronta. E già, tu non mi vedevi, tu sei sempre distratto, ed ho sempre a studiare, persino mentre mangi! Questo non è un film giallo come ho detto Michè. E’ un dramma, grosso, perché… voi siete figlia a me. Li conoscete quei bassi? Ai Vergini, a Forcella, ai Tribunali, al Pallonetto. Neri, affumicati… dove l’estate non si respira… dove non ci stanno luci nemmeno a mezzogiorno. In uno di quei bassi ci stavo io, con la famiglia mia. Quanti eravamo… una folla! La famiglia mia non lo so che fine ha fatto, non lo voglio sapé, non lo ricordo. Sempre con la faccia voltata! Sempre in urto l'uno con l'altro! Ci coricavamo senza dirci buonanotte e ci svegliavamo senza dirci buongiorno. E u’ calore… u’ calore… la sera ci mettevamo intorno alla tavola un piatto grosso con non so quante forchette. Una volta sola mio padre si interessò di me. Quando me lo ricordo tremo. Tenevo 16 anni, disse: “Ti sei fatta grande e qua non ci sta da mangiare, tu lo sai?” 16 anni… passavano le signorine vestite bene con certe belle scarpe e io guardavo. Passavano sotto braccio e ci siamo fidanzati. Ci stava uno che qualche volta mi aiutava: un fornaio. Mi dava i taralli, il pane fresco… D'inverno quel forno era un sollievo. Ma mio padre aveva ragione, mi ero fatta grande. Se ne accorse pure il fornaio. Un giorno incontrai una compagna mia, quasi non la riconoscevo, tanto era vestita bene. Forse allora mi pareva bella qualunque cosa. Mi disse: “così così …è così”. Perdonatemi! Forse per voi era meglio niente… che una madre accussì, è vero? Non è vero? E allora vieni qua da mamma.
"Matrimonio all'italiana" è un film del 1964 diretto da Vittorio De Sica, tratto dalla commedia "Filumena Marturano" di Eduardo De Filippo. I protagonisti sono Sophia Loren e Marcello Mastroianni, due icone del cinema italiano che conferiscono al film un fascino particolare e una profondità emotiva notevole.
La trama si concentra su Filumena Marturano, una donna che ha trascorso gran parte della sua vita come amante di Domenico Soriano, un ricco affarista napoletano. Il film si apre con Filumena malata a letto, mentre Domenico si prepara a sposare una giovane commessa. Credendo che Filumena stia morendo, Domenico accorre al suo capezzale e, commosso dalla situazione, acconsente a sposarla per darle conforto negli ultimi momenti della sua vita.
Si rivela presto che Filumena non è affatto in punto di morte. In realtà, ha messo in scena la sua malattia per costringere Domenico a sposarla. Una volta sposati, Filumena rivela a Domenico che ha tre figli, che ha cresciuto in segreto, sperando di garantir loro un futuro migliore. Questa rivelazione scatena una serie di eventi che portano Domenico a riconsiderare la sua relazione con Filumena e la sua responsabilità nei confronti dei suoi figli.
Il monologo inizia con Filumena che si identifica verso i suoi figli, descrivendosi come una presenza costante ma non riconosciuta nella loro vita. Lei usa delle descrizioni quotidiane, come quella di una donna che frequenta certi luoghi solo per osservare segretamente i suoi figli, dimostrando il suo desiderio e il suo dolore nel dover rimanere nascosta e non riconosciuta.
Filumena lotta per essere riconosciuta dai suoi figli ma anche dalla società. La sua identità come madre è centrale in questo monologo, poiché cerca di stabilire un legame con i suoi figli, nonostante le circostanze avverse. Il racconto della sua infanzia nei "bassi" di Napoli illustra una vita di estrema povertà e disperazione, dove la lotta quotidiana per la sopravvivenza prevale su qualsiasi forma di affetto familiare. Filumena discute il sacrificio che ha fatto nascondendo la loro relazione per proteggerli e per dar loro una vita migliore, nonostante ciò significhi sacrificare la sua felicità e il suo desiderio di essere riconosciuta come loro madre.
Attraverso le sue parole, Filumena racconta la sua storia, e invoca anche un riconoscimento e una comprensione da parte dei suoi figli e, per estensione, del pubblico. Il dialogo, arricchito da un uso efficace del linguaggio e immagini evocative, arricchisce il profilo psicologico di Filumena ma illumina anche le sfide universali legate alla maternità, all'identità e alla lotta per la dignità umana in condizioni di estrema avversità.
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