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~ LA REDAZIONE DI RC
Questo particolare monologo, tratto da un contesto di guerra sull'Himalaya, cattura un momento di estrema tensione e sfida morale per un capitano dell'esercito indiano. Attraverso la sua voce, il monologo rivela le scelte etiche dolorose imposte dalla guerra. Monologo tratto dal terzo episodio di "Il Problema dei Tre Corpi".
STAGIONE 1 EP 3
MINUTAGGIO: 18:48-19:50
RUOLO: Padre di Raj
ATTORE: -
DOVE: Netflix
INGLESE
Back when you were a baby, I was in the Indian army. I was captain of a platoon up in the Himalayas, and the air is very thin there. And my soldiers were about to die of hypoxia. There was an enemy camp 100 meters away, but it was almost straight up a cliff face. I had no other choice. I had to climb up the ice. And when I got to the top, I played dead. Not just play. I was nearly dead. But I laid there, slowly freezing, until the Pakistani soldiers all came out, and that’s when I threw my grenade. I killed them all. And I took the oxygen and supplies from their camp back to my men. And we all survived.
ITALIANO
Eri ancora bambina, io ero nell'esercito indiano. Ero capitano di un plotone sull'Himalaya, e l'aria è molto rarefatta, lì. I miei soldati stavano per morire di ipossia. C'era un campo nemico a cento metri da noi, ma era quasi a picco sulla parete rocciosa. Non avevo altra scelta che arrampicarmi sul ghiaccio. E quando arrivai in cima, feci il morto. Senza fingere. Lo ero quasi, in realtà. Ma restai lì, sdraiato al freddo, finché non arrivarono i soldati pakistani, e allora lanciai la mia granata. Li uccisi tutti. E portai l'ossigeno e le provviste del loro campo ai miei uomini. Ne uscimmo tutti vivi.
"Il Problema dei tre corpi" nasce come romanzo di fantascienza dello scrittore cinese Liu Cixin, primo libro della trilogia chiamata "Il ricordo della Terra". Pubblicato originariamente in Cina nel 2008 e tradotto in inglese nel 2014, il romanzo ha ricevuto numerosi riconoscimenti, incluso il prestigioso Premio Hugo per il miglior romanzo nel 2015, facendolo conoscere a un pubblico internazionale.
La trama del romanzo si snoda attorno a un'intensa interazione tra fisica, filosofia e politica. Il racconto inizia durante la Rivoluzione Culturale cinese, un periodo di grande tumulto, e segue le vicende di Ye Wenjie, un'astrofisica che, dopo aver subito gravi perdite personali, viene reclutata in un progetto segreto del governo cinese chiamato "Red Coast". Questo progetto è un'iniziativa per stabilire un contatto con civiltà extraterrestri. Ye Wenjie riesce a inviare un messaggio nello spazio, che viene ricevuto dalla civiltà di Trisolaris, un pianeta di un altro sistema stellare caratterizzato da condizioni ambientali estreme e imprevedibili a causa della presenza di tre soli, da cui deriva il nome "Il Problema dei Tre Corpi".
Questo contatto innesca una serie di eventi che vedono coinvolti scienziati, militari e vari gruppi politici, ognuno con differenti agende e filosofie riguardo al contatto extraterrestre. Il romanzo esplora temi come la sopravvivenza della civiltà umana, il relativismo culturale, la morale e la natura della conoscenza scientifica; tutto questo è stato ripreso nella serie Netflix.
Il monologo riflette su temi come il sacrificio, il coraggio e la sopravvivenza. L'ambientazione è sull'Himalaya, un luogo che evoca sfide estreme a causa delle sue condizioni ambientali severe, simbolo di ostacoli quasi insormontabili.
Il personaggio parla di un episodio della sua vita in cui, da capitano dell'esercito indiano, si è trovato di fronte a una situazione disperata: i suoi soldati rischiavano la morte per ipossia a causa della rarefazione dell'aria. La descrizione della necessità di arrampicarsi sul ghiaccio per attaccare un campo nemico posto in una posizione quasi inaccessibile illustra la sua determinazione e il suo coraggio, oltre a evidenziare l'acume tattico nel gestire una situazione così critica.
Il fatto che il capitano "faccia il morto" per superare il nemico è un elemento narrativo potente che illustra la sua astuzia e la sua volontà di sacrificare sé stesso per il bene del gruppo. Questo atto di auto-sacrificio viene sottolineato dalla sua affermazione di essere "quasi morto" realmente, mostrando così la sottile linea tra la recita e la realtà in un contesto di guerra estremo. Il culmine del monologo, quando lancia la granata e uccide i soldati nemici per poi prendere ossigeno e provviste per i suoi uomini, mette in luce la dura realtà della guerra, dove le decisioni difficili sono spesso una questione di vita o di morte. Questo atto di violenza è rappresentato come una necessità tragica per la sopravvivenza.
Il monologo può essere visto come una riflessione sulle decisioni estreme che i leader devono prendere, le responsabilità che devono assumersi e le conseguenze morali delle loro azioni.
Il monologo analizzato è un'esplorazione profonda della condizione umana di fronte a circostanze estreme. Mostra come le scelte difficili siano spesso il cuore pulsante della leadership in situazioni di vita o di morte. Attraverso la narrazione del capitano, emergono temi di sacrificio personale, moralità in guerra e la dura realtà del comando. .
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