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~ LA REDAZIONE DI RC
Nel film "Elizabethtown", diretto da Cameron Crowe, il pubblico è introdotto a una gamma di personaggi complessi e affascinanti, ciascuno dei quali porta con sé un proprio bagaglio di esperienze, emozioni e storie personali. Uno dei momenti più significativi e rivelatori del film è il monologo di Holly, un personaggio che si trova a navigare il tumultuoso mare del lutto dopo la perdita del marito Mitch.
MINUTAGGIO: 1:25:36-1:31:10
RUOLO: Hollie
ATTRICE: Susan Sarandon
DOVE: Amazon Prime Video
INGLESE
I'm a little nervous. But here we are. It's been a while. There was this shorthand of a long marriage. We were complete opposites, and it worked. The plan was to send... my son to represent the family. I was terrified that you would look at me and see... that woman from California who took him away. Even though we only lived in California as a family... for months, years ago... I always... felt it. All because I was standing in an elevator in Tokyo... and this handsome captain walked in... on his way home to Elizabethtown. And he was engaged. And so was I. And somehow I hijacked him and took him to Disneyland! But something happened between us... that was not part of the plan. We were in love. Let me tell you a little bit about life without Mitch. I wanted to get to know about Mitch's car... and it actually ate me. I went to the bank and the teller looked at me strangely... and I got home and I looked at myself in the mirror... and my face was still green from a facial mask... that I had forgotten to take off. And I called our insurance man of years... whose son Mitch had actually helped to get into West Point... to tell him that Mitch was gone. He didn't call me back for two days. The car, the bank, the insurance man, the world. I mean, nobody truly cared. Not like us. I always wanted to learn to tap dance... so I took tap dance lessons. And I wanted to learn... Yeah, I did. And I wanted to learn to cook organically... and so I attempted that. And I fixed the toilet. Yeah. All by myself. And I wanted to learn to laugh. Why couldn't I be funnier when Mitch was alive? But you know, I figured it out. It takes time to be funny... and it takes time to extract joy from life. So I enrolled in comedy school. Yeah, I did. I know, I know. I was the oldest one in the class. Thank you. And we were told to tell a story. Something true, something that really happened to us. So I got up there and I talked about my husband... and the love he left behind. A few days after Mitch died... I was walking through the yard and I saw our neighbor... who was a very good friend of Mitch's, Bob... and he saw me coming through the gate... and he said, "I am so sorry for your loss." And I knew that he needed to feel that loss, too... and to share it, and I wanted to help him. And he put his arms around me, he cradled me... and his embrace tightened. Finally, here was somebody who truly cared. And then... I felt something else. Something huge. Let's just say it, let's just say it! A boner. I know. A boner, that's what I get. That's what I get for trying to do everything myself. Boner Bob, my neighbor. Oh, dear. He rooted for all of you. I love you. This is for you, your favorite song... on a Saturday night.
ITALIANO
Sono un po' nervosa… ma eccoci qua… è passato del tempo… ci sono più silenzi che parole in un lungo matrimonio. Noi eravamo completamente opposti, e ha funzionato! Il piano era quello di mandare mio figlio a rappresentare la famiglia… Ero terrorizzata all'idea che mi avreste guardato ancora come quella donna della California che se l'era portato via. Anche se la nostra famiglia ha vissuto in California solo per 18 mesi 27 anni fa. Io l'ho sempre percepito. E’ accaduto tutto un giorno che stavo in un ascensore di Tokyo e questo incantevole capitano è entrato… e stava tornando a casa, a Elizabethtown e… lui era fidanzato… e lo ero anch'io… e... possiamo dire che lo dirottai e lo portai… a Disneyland! Ma a un certo punto è successo qualcosa che non faceva parte del piano: ci siamo… innamorati! Adesso voglio raccontarvi un po' di cose sulla vita senza Mitch. Ho cercato di far funzionare la macchina di Mitch e stata quasi quasi per mangiarmi. Sono andata in banca e l'impiegato mi ha guardato strano, sono tornata a casa, mi sono specchiata e mi sono accorta che ero verde in faccia perché avevo dimenticato di togliermi la maschera di bellezza. Poi ho chiamato l'assicuratore che ci segue da 30 anni, che ha un figlio a cui Mitch aveva dato un grosso aiuto per andare a West Point… volevo fargli sapere che Mitch ci aveva lasciato… non si è degnato di richiamarmi per due giorni! Alla macchina, alla banca, al tizio dell'assicurazione, al mondo, insomma a nessuno importava davvero! Non come a noi… desideravo tanto imparare il tip tap. Così ho cominciato a prendere lezioni di Tip Tap e volevo imparare... sul serio! Volevo anche imparare la cucina biologica e così ho provato a fare anche quello! E ho aggiustato il water! Sì! Senza l'aiuto di nessuno! E… ho deciso di imparare anche a ridere… perché non sono riuscita a essere spiritosa quando Mitch era vivo! Però, sapete, ho capito una cosa: ci vuole tempo ad essere spiritosi e… ci vuole tempo per tirar fuori la gioia dalla vita… quindi mi sono iscritta a una scuola per comici… è stata… sì, davvero! Lo so, lo so… ero la più vecchia della classe. Grazie. Ci hanno chiesto di raccontare una storia. Qualcosa di vero, qualcosa accaduto realmente, così sono salita sul palco e ho cominciato a parlare… di mio marito e… dell'amore che lui ci ha lasciato! Qualche giorno dopo che Mitch era morto io stavo camminando in mezzo al giardino e ho incontrato il nostro vicino che era un grande amico di Mitch: Bob… mi ha raggiunto vicino al cancello e… ha detto: “Mi dispiace tanto per il tuo lutto”. E io ho capito che aveva bisogno di sentire questo lutto, e di condividerlo e io ho detto: “Aiutiamolo!” E lui… lui… ha messo le braccia intorno a me quasi cullandomi… e il suo abbraccio si è stretto… alla fine avevo trovato qualcuno a cui importava veramente. E… poi ho sentito… qualcos'altro… qualcosa di… enorme. Diciamolo! Diciamolo! Un'erezione! Lo so. Un'erezione! Questo è quello che mi sono beccata per voler fare tutto da sola! Batacchio Bob, il mio vicino! Mitch faceva il tifo per tutti quanti voi. Ti amo. Questo è per te… la tua canzone preferita in una sera di sabato.
"Elizabethtown" è un film diretto da Cameron Crowe, uscito nel 2005. La storia segue il protagonista, Drew Baylor, interpretato da Orlando Bloom, un designer di scarpe che subisce un fallimento professionale devastante, appena il suo ultimo prodotto si rivela un disastro finanziario, costando alla sua azienda quasi un miliardo di dollari. Questo evento precipita Drew in una profonda crisi personale.
Proprio quando Drew considera il suicidio come unica via di fuga, riceve la notizia della morte improvvisa di suo padre. Questo lo obbliga a mettere da parte i suoi problemi personali per intraprendere un viaggio a Elizabethtown, Kentucky, dove suo padre viveva. L'intenzione è quella di compiere le ultime volontà del padre, riportando il suo corpo a casa per il funerale.
Durante il volo per Elizabethtown, Drew incontra Claire Colburn, una giovane assistente di volo interpretata da Kirsten Dunst, che si rivela essere un'ottimista incorreggibile con un'approccio unico alla vita. Claire si offre di aiutarlo a navigare attraverso le complicazioni emotive del suo ritorno a casa e del riavvicinamento alla sua famiglia estesa. Man mano che trascorre tempo con Claire, Drew inizia a riscoprire il piacere delle piccole gioie della vita e l'importanza dei legami familiari.
Il monologo di Holly è un esempio di come un personaggio possa essere sviluppato attraverso un lungo discorso narrativo. Questo monologo rivela molto del suo carattere, delle sue esperienze e del suo processo di lutto dopo la perdita del marito, Mitch.
Holly esprime nervosismo e riflette sulla natura del suo matrimonio con Mitch, sottolineando come i loro opposti caratteri abbiano funzionato insieme nonostante le difficoltà. L'aneddoto di come si sono incontrati e innamorati fornisce una pausa leggera e romantica che contrasta con il tema più pesante della morte e del lutto. Questo racconto inaspettato di un incontro casuale che si trasforma in amore è tipico delle narrazioni di Crowe, che spesso esplora come gli eventi fortuiti possano avere un impatto profondo sulla vita delle persone.
Holly descrive poi la sua vita senza Mitch, un periodo in cui ha tentato di riadattarsi alla quotidianità da sola, evidenziando il suo isolamento emotivo e sociale attraverso episodi sia comici sia tragici. La sua lotta per affrontare le piccole cose della vita quotidiana, come andare in banca con una maschera di bellezza dimenticata, simboleggia una più grande lotta interiore e il tentativo di ritrovare se stessa dopo una grave perdita.
Verso la fine del monologo, Holly si apre sul bisogno di connessione umana, che culmina nell'incontro con il vicino, Bob. Questo momento intimo, inizialmente di supporto e comprensione, si trasforma in imbarazzo quando lei scopre che Bob è fisicamente attratto da lei, nonostante il contesto doloroso. Questa situazione imprevista riflette il disorientamento di Holly nel reinventare la sua vita sociale e affettiva.
Il suo tentativo di reinventarsi e trovare gioia attraverso attività come il Tip Tap e la scuola per comici sottolinea il desiderio di Holly di andare avanti e di ritrovare la felicità, nonostante il dolore persistente per la perdita di Mitch. Il monologo si conclude su una nota di commozione quando Holly condivide il ricordo dell'amore di suo marito, dimostrando che il lutto può convivere con la celebrazione della vita e dell'amore condiviso.
Il monologo di Holly è un esempio di come un singolo discorso possa incapsulare la profondità emotiva di un personaggio e allo stesso tempo spingere avanti la narrazione di un film. Attraverso le sue parole, Holly rivela il suo dolore e la sua crescita, permettendo agli spettatori di sperimentare la sua vulnerabilità e la sua forza. Cameron Crowe utilizza questo monologo per toccare corde emotive profonde, esplorando la complessità del lutto e il potere della resilienza umana.
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